Amburgo non si piega al G20. Scontri e barricate per la libertà di dissenso

7 / 7 / 2017

Le temperature non sono mai troppo torride ad Amburgo. La città anseatica che si affaccia sul mare del Nord Europa è conosciuta per il vento che addolcisce la sua estate, soffiando dalla zona del porto fin dentro il centro della città. E l’aria di mare si può benissimo sentire nella tradizionale mentalità degli abitanti: persone aperte, accoglienti, storicamente battagliere quando si tratta di scendere in piazza e rivendicare i loro diritti.

Da qualche giorno, però, le buone abitudini sono interrotte da una presenza, ben visibile, che snatura la città: blindati, volanti, camionette, elicotteri occupano gli spazi urbani dando l’immagine di un imminente assedio. E’ proprio così che Amburgo si presenta agli occhi di chi arriva. Come potrebbe essere altrimenti alla vigilia del vertice del G20? La sicurezza è la prima impressione che si deve dare; la sicurezza dai manifestanti e dalle piattaforme sociali che hanno organizzato i contro-vertici in opposizione alle scelte autoritarie e anti-democratiche dei venti Capi di Stato più potenti al mondo.

In nome della sicurezza, negli scorsi giorni è stato violentemente sgomberato un campeggio di attivisti provocando il ferimento grave di una ragazza. La polizia ha agito nonostante l’autorizzazione legale dello spazio del campeggio concessa da un giudice. Ciononostante, la polizia ha arbitrariamente deciso di operare lo sgombero, basandosi sulla possibile minaccia all’ordine e alla sicurezza pubblica.

In nome della sicurezza, ieri la polizia ha tentando di frenare il flusso di attivisti con controlli e perquisizioni nelle strade, nelle stazioni ed in aeroporto. Alcuni attivisti ed attiviste bolognesi - di Labas e del Tpo - sono stati bloccati appena scesi dall'aereo e condotti negli uffici della polizia per perquisizioni ed interrogatori, alcuni di loro sono poi stati rimandati in Italia e quindi privati della possibilità di manifestare contro il G20.

Tutto ciò non è bastato per far piegare la testa alla cittadinanza amburghese. Nella giornata di ieri (giovedì 5 luglio) la rete dei comitati di quartiere ha reagito alla gravissima repressione della polizia, mettendo in piedi molti punti di rifugio e di auto-tutela per difendere i manifestanti. Ma non sono stati i soli: diverse parrocchie e anche il celeberrimo club di calcio del St. Pauli hanno aperto i loro spazi per ospitare tutti gli attivisti provenienti da fuori città. Come se non bastasse, in serata si è svolta una street parade che ha attraversato le strade del centro portando in piazza 25.000 persone. Questo è il segno della straordinaria aria che gli abitanti di Amburgo fanno respirare a chi arriva. Eppure, già alla fine della parata, la polizia non ha perso l’occasione per ribadire l’atteggiamento che vuole tenere nei confronti del dissenso: trenta camionette sono entrate nella piazza finale del corteo e hanno disperso i manifestanti.

Un copione ripetuto, in maniera amplificata, durante tutta la giornata di giovedì (6 luglio). La manifestazione autorizzata lanciata dalla piattaforma “Welcome to Hell”, che ha radunato 8.000 persone, ha subito una pesante limitazione della libertà di manifestare e dissentire. Al momento del concentramento si sono creati momenti di tensione tra le forze dell’ordine e le prime linee del corteo a causa del possesso di sciarpe e bandane per il travisamento. Dopo pochi istanti, la polizia ha violentemente caricato lo spezzone spingendo indietro tutto il corteo. Molti manifestanti sono rimasti feriti e altri sono stati trattenuti a seguito dell’intervento. I manifestanti hanno reagito lanciando oggetti per difendere il corteo, che è stato spezzato dall’azione dei mezzi blindati. 

I partecipanti si sono quindi frammentati in varie direzioni: una parte ha ripreso il percorso dopo essersi ricompattata, mentre un’altra composta da diversi gruppi ha iniziato a confrontarsi con le forze dell’ordine all’interno del quartiere St.Pauli. Per tutta la sera e la notte la polizia e i manifestanti si sono fronteggiati agli angoli della zona. Gli scontri si sono poi spostati verso il Rote Flora, storico centro sociale del centro cittadino, nel tentativo di difendere lo spazio dalle provocazioni della polizia, i cui agenti si sono posizionati davanti alle entrate e alle finestre dell’edificio. Mentre scriviamo continuano a essere costruite barricate e a essere respinte le azioni della polizia contro gli attivisti.

Amburgo

Da stamattina la piattaforma NoG20 inizierà la sua due giorni di mobilitazione in contemporanea alle discussioni dei venti potenti. L’atteggiamento criminale e liberticida della polizia non ha in alcun modo sortito l’effetto desiderato: far desistere le persone dallo scendere in piazza e diffondere un terrorismo politico contro ogni forma di conflitto. Se è una città senza democrazia che vogliono per il G20, in questi giorni hanno ottenuto l’esatto contrario: Amburgo è una città dove l’attivismo a protezione della democrazia dei più deboli è più forte della loro paura.