Appesi alcuni striscioni oggi, in alcuni punti nevralgici della città

Anche a Rimini. Con la rivoluzione egiziana!

2 / 2 / 2011

Abbiamo accolto totalmente l'appello dei centri sociali del Nord Est, per organizzare, nella giornata di oggi, iniziative a favore della rivoluzione egiziana. 

Non un semplice esercizio di solidarietà, ma il totale sostegno ad un popolo che sta dimostrando come il terreno comune della cooperazione, dell'autonomia dalle istituzioni, della rottura radicale dei piani repressivi di normazione/confinamento dei corpi, insieme alla trasversalità della composizione moltitudinaria presente nelle piazze del Cairo come in altre città, rappresentano qualcosa di estremamente importante per il futuro dell'Egitto, di tutti i paesi del Magreb, per l'Europa e per il mondo intero. 

Abbiamo incontrato in questi anni attraverso lo sportello migranti tanti fratelli e sorelle nordafricani, egiziani, tunisini, titubanti nel parlare delle dittature/autarchie e dei governi corrotti nei loro paesi, una titubanza scaturita non da un allineamento con le politiche di questi despoti, che sono stati semmai la causa maggiore della loro emigrazione. Era la paura, la paura del controllo poliziesco, della repressione fisica che poteva colpire i familiari in patria, anche se si era qui in Italia e si parlava male di Mubarak o di Ben Alì. 

Le lotte che si stanno dispiegando in questo periodo in tutto il Nord Africa, ci rimandano un'immagine completamente diversa di chi, in Italia e in Europa viene esclusivamente confinato all'interno degli stereotipi magrebino=spacciatore=ladro=sbandato=estremista islamico. 

Ci permettono anche di affrontare il terreno dell'immigrazione in un modo nuovo che eccede i confini dello Stato/Nazione, Italia, Egitto, Tunisia, per divenire immediatamente una questione globale, collegata all'erosione dei diritti, alla globalizzazione, alla crisi economica. Queste rivolte ci permettono di uscire fuori da una visione settaria dei migranti, come se il loro problema fosse solo il permesso, contratto di soggiorno ecc... e non anche tutto quello che c'è alle loro spalle.

Allo stesso modo la potenza della rete ci permette di vedere in diretta ciò che sta accadendo: di sentire gli interventi dalle piazze, di leggere i manifesti, di vedere le donne tante donne, in Egitto come in Tunisia chiedere le stesse cose che i movimenti femministi chiedono anche in Italia. Di vedere in diretta in questo momento come agiscono i gruppi "pro Mubarak", persone che dalle voci rotte e agitate dalla piazza Tahrir sono reclutate, pagate dal regime insieme ad agenti delle forze di polizia in borghese.

E allora la retorica falsa delle infiltrazioni islamiche, dei legami con Bin Laden, della ricostruzione storica falsata, rispetto ad una rivoluzione e rivolta che in Egitto si esprime attraverso la costituente di un nuovo potere, Comune, non può passare, non passerà. 

Per questo dobbiamo continuare a sostenere il popolo egiziano, i popoli nordafricani: le lore parole, sono le nostre, le loro lotte sono le nostre.

Lab. Paz Project - Ass. Rumori sinistri

Solidarietà al popolo egiziano