Ancona - Un migliaio alla mobilitazione antifascista

"Chiudere la sede di casapound" un grande corteo meticcio che ha attraversato la città

8 / 10 / 2018

Un migliaio di persone sabato ha dato vita a una grande manifestazione antifascista contro l'apertura di una sede di casapound nel quartiere Piano del capoluogo marchigiano.

"Il ghetto in marcia" questo lo slogan del corteo che ha dato espressione al carattere meticcio che contraddistingue il quartiere. Un 'kidz bloc' in apertura e tanti gli abitanti che sono scesi in piazza lungo il percorso ingrossando sempre più la manifestazione.

Il segnale del rifiuto della città alla presenza neofascista: 'I fascisti non li vogliamo. Chiuderemo la sede di casapound'.

- Il comunicato post-mobilitazione

 AGIRE CONTRO IL RAZZISMO È LA NOSTRA SOLIDARIETÀ

Mentre i media inseguono e si soffermano sui personaggi pubblici e sulle grandi sigle che cercano di erigersi a paladine dell’antirazzismo, dopo aver disertato e boicottato la manifestazione di Macerata in risposta all’attentato fascista di Luca Traini, in molte piazze d’Italia realtà attive quotidianamente nei territori dichiarano guerra al razzismo del governo giallo-verde indicando chiaramente chi sarà al loro fianco in questa nuova stagione di lotte.

 Ad Ancona un corteo meticcio in risposta all’apertura di una sede dei fascisti del terzo millennio diventa una vera e proprio giornata di lotta all’odio e a quella guerra tra poveri, incalzata tanto dalle politiche neoliberali del PD quanto fomentata dalla xenofobia di Matteo Salvini. Anche in una realtà provinciale come Ancona è apparsa per la prima volta una consapevolezza politica e sociale delle comunità migranti e dei giovani di seconda generazione che avevamo visto solo nelle grandi metropoli.

Tutto questo è successo poco dopo che diecimila persone attraversassero le strade di Riace per portare la loro solidarietà al sindaco Domenico Lucano (Mimmo), arrestato per aver dimostrato al mondo che è possibile creare un modello di accoglienza senza il bisogno di lager in Libia e CPR del caro Minniti.

Mentre chi pratica l’antirazzismo ogni giorno viene considerato un criminale, ai fascisti di Casapound  viene ancora permesso di usare violenza, odio e discriminazione come metodo di lotta politica e di continuare a radicarsi nei nostri territori.

Dobbiamo schierarci contro la deriva razzista, costruire percorsi di lotta.

E’  necessario uscire dagli spazi e vivere la strada, incontrare i migranti nei quartieri popolari, le fasce sociali più deboli, le donne, parlare e confrontarsi con loro, perché se non viviamo le strade delle nostre città non siamo diversi da chi la politica la fa sui media o sui social e una volta l’anno in piazza. In piazza dobbiamo scenderci ogni giorno, con i nostri corpi  camminare per le vie più difficili, entrare in contatto con quella che è la vera realtà dei nostri territori. 

In questo dobbiamo distinguerci da chi la politica la fa per metà, da chi mette sempre il piede su due staffe, da chi non prende mai una posizione, da chi la politica la fa nei palazzi o su libri antiquati.

Noi sappiamo chi sarà al nostro fianco nelle lotte future e vogliamo che i nostri cortei diventino sempre più meticci, che rappresentino la realtà delle nostre città. 

Abbiamo sempre deciso di non delegare la nostra voce a nessuno, ora dobbiamo sforzarci a far in modo che tutte le persone in difficoltà, che tutte le donne, che tutti i migranti, che tutti coloro che vivono nei quartieri popolari più difficili trovino il coraggio di far sentire la loro.  

In una situazione come quella attuale in cui il degrado, lo sconveniente e lo spiacevole vengono nascosti sotto un tappeto o condannati attraverso i Daspi urbani, in cui la narrazione politica è una soltanto, in cui non c’è una vera opposizione al governo ma solo un crescente consenso abbiamo bisogno di voci nuove per ribaltare questa narrazione tossica. 

Se da una parte c’è chi preferisce rivolgersi ai palazzi, alle sale comunali, chi cerca di esprimere in una sola persona le voci diverse di tanti non rappresentandone neanche una, dall’altra dobbiamo esserci noi che ci rivolgiamo ai quartieri e alle città, alle donne e agli uomini, ai poveri e ai migranti, cercando di esprimere con tanti voci un unico e semplice concetto, quello della solidarietà, del rispetto e dell’antirazzismo. 

Oggi più che mai è necessario reinventarsi, sperimentare, seguire il modello Riace, ribellarsi alle politiche razziste e di esclusione sociale, disobbedire al decreto Minniti.

Rilanciamo l’assemblea del 14 Ottobre a Roma (10.30 Locanda Atlantide) per organizzare una mobilitazione nazionale in risposta al Decreto Salvini che mira ad eliminare accoglienza e protezione umanitaria, la nostra solidarietà si dà lottando!

Il comunicato del Csa Asilo Politico

Il comunicato dell'Ambasciata dei Diritti - Ancona