Ancona - Respinte 18 persone al porto

Continua la violazione delle norme di accoglienza al porto di Ancona

8 / 1 / 2013

Abbiamo appreso – fonte ANSA – che questa mattina la Guardia di Finanza ha trovato 18 persone all’interno di un autoarticolato sbarcato da una motonave nel porto. Si tratta di persone “in pessime condizioni igienico-sanitarie”che però sono state poco dopo riammesse in Grecia. Non era specificata età, sesso e provenienza di queste persone, ma supponiamo, per buon senso e per l’esperienza maturata in anni sul tema dell’immigrazione, che si trattasse di potenziali richiedenti asilo.

Sono infatti anni che i percorsi di questi migranti che giungono nella nostra città iniziano da paesi quali l'Afghanistan, la Palestina, l’Iraq e da tutti quei territori del Medio Oriente e dell’Africa sub-sahariana attanagliati da guerre e dittature decennali. I mass media e le istituzioni continuano a chiamare queste persone clandestini.

Per noi il termine clandestino ha un unico significato: che si nasconde.

 Ed è vero, l’abbiamo davanti ai nostri occhi la spiegazione. A questi uomini e donne, giovani ed adulti, in fuga da guerre non viene data spesso neanche la possibilità di far richiesta di asilo, uno dei diritti fondamentali sanciti da convenzioni nazionali ed internazionali. Chiamare queste persone clandestini ha lo scopo di spersonalizzarle, disumanizzarle, equipararle a criminali e quindi privarle dei loro diritti.

 Chiamando persone in fuga da guerre “clandestini” assistiamo complici ad un sistema politico e di (in)giustizia che creano una reazione a catena: non si affrontano i problemi socio-politici legati alle migrazioni e alla loro accoglienza, contribuendo alla formazione di un sistema sociale basato sull'ingiustizia e sull'occultamento della complessità del reale.

Rimandare queste persone in Grecia significa rimandarle a morire. Lo abbiamo già detto tante volte e lo ribadiamo: La Grecia è stata più volte denunciata dall’UNHCR e dalla comunità europea poiché viola le norme sull’accoglienza non riconoscendo praticamente a nessuno l’asilo politico (vengono accolte solo lo 0.04% delle domande presentate), per non parlare delle violenze neofasciste che gli stessi migranti sono costretti a subire quotidianamente nelle città elleniche.

Chi erano queste persone? Come si chiamavano?

Chiediamo alle istituzioni locali, comune e regione, di prendere posizione rispetto a fatti come questi. 

Chiediamo ancora una volta che non vengano più riammesse in Grecia persone trovate nei traghetti senza documenti e che venga data loro la possibilità di avere un accoglienza dignitosa, che sia dato agli operatori del GUS più tempo per valutare ogni singola richiesta e non solo le poche ore che separano l'arrivo dalla partenza della stessa nave, che gli stessi possano valutare con più serenità e magari il sostegno di altre organizzazioni la possibilità di un accoglienza più umana.

Chiediamo un sistema in grado di affrontare la complessità, con giustizia e garanzia del diritto ad una vita dignitosa per tutti.

Ambasciata dei Diritti Ancona