Anonymous attacca il sito del Ministero Ambiente

L'operazione è stata ribattezzata "Green Rights" ed è stata messa in opera come forma di protesta per "mille altri problemi" ambientali che negli anni si sono moltiplicati in Italia

5 / 8 / 2013

 Il collettivo italiano di hacker Anonymous ha violato i server del sito web del Ministero dell'Ambiente.

L'operazione è stata ribattezzata "Green Rights" ed è stata messa in opera come forma di protesta per "mille altri problemi" ambientali che negli anni si sono moltiplicati in Italia perchè "l'azione delle istituzioni, in primis il Ministero dell'Ambiente, è stata insufficente o inesistente": dall'arsenico nell'acqua potabile nel basso Lazio ai rigassificatori, dallo smaltimento dei rifiuti urbani all'inquinamento dei mari, dallo smaltimento dei rifiuti industriali tossici alla proliferazione degli eco-mostri, dallo smaltimento delle scorie radioattive provenienti dalle centrali nucleari italiane ora dismesse alla cementificazione, dall'inquinamento industriale al fatto che "spesso aziende di Stato (come l'Enel) sviluppano i loro progetti a nome dei cittadini italiani e sovvenzionate da questi distruggono l'ambiente e devastano le culture di popoli antichi e pacifici che vivono a migliaia di chilometri dall'Italia".

"Ribadendo la natura pacifica della nostra protesta che è da considerarsi affine a flashmob o al sit-in intendiamo tuttavia dar voce a tutti coloro i quali, indignati dalla breve lista su esposta, vogliono rivendicare il proprio diritto al dissenso. Inoltre è evidente che se questi e mille altri problemi si sono accatastati nel corso degli anni è perchè effettivamente l'azione delle istituzioni, in primis il Minsitero dell'Ambiente, è stata insufficente o inesistente".

"Replichiamo alle parole rivolteci dai membri del ministero sul loro sito che i disservizi arrecati e la presunta lesione dei diritti degli utenti, non possono portare alla condanna morale delle nostre azioni. I disservizi (e la presunta lesione del diritto degli utenti) sono anche propri di altre forme di manifestazione di dissenso come ad esempio lo sciopero, che quindi sarebbe anch'esso da condannare. Al contrario il diritto di sciopero è sancito dalla costituzione. Cancellare questo diritto sarebbe assolutamente antidemocratico".