Martedì 14 luglio ore 21.00_Casa Cantoniera via Mantova 24_Parma

Aspettando l’onda perfetta!

Note sulla crisi verso un nuovo autunno in movimento

14 / 7 / 2009

Luglio è da sempre un mese particolarmente caldo, l’estate torrida che attanaglia i paesi baciati dal Mediterraneo inizia sempre in questo periodo. Quest’anno però la temperatura è più alta. Quella indicata dal mercurio dei nostri termometri, ma soprattutto quella che si percepisce nelle strade e nelle piazze delle nostre città, nelle aule universitarie così stranamente in fermento in questo momento dell’anno.

Sempre così calda, mai così bollente!

Soprattutto dopo che, da  un’aula della procura di Torino il 5 luglio sono partiti gli ordini di cattura per 21 ragazzi dell’Onda coinvolti nelle stupende giornate contro il G8 dell’Università. La Gran Torino, così ribattezzata da qualcuno, che ha contrapposto la passione triste di una governance universitaria europea ridotta a spartirsi le ultime briciole di fondi pubblici per la formazione, e la passione intensa di quelli che  da mesi sperimentano la costruzione autonoma del sapere.

Ma è anche l’estate in cui, dalle alture aquilane, echeggia la fine di un’epoca.

Gli otto grandi del mondo non sono mai stati così piccoli, a tal punto che loro stessi si sono definiti incapaci di gestire da soli un mondo costretto in ginocchio da una crisi epocale.

Quel sisma che ha  determinato , a partire dalla crisi del credito negli Usa, la perdita di migliaia di posti di lavoro, e l’impoverimento di fette ampissime della popolazione mondiale.

Quel processo che nell’arco di pochi mesi ha palesato la fragilità di un sistema basato sulla rapina e la cattura della cooperazione sociale.

Ma è anche la crisi delle forme tradizionali di comando che impongono meccanismi di controllo sulla vita sempre più coercitivi. L’allarme sicurezza e il governo violento delle migrazioni, sono gli strumenti con cui si vorrebbero arginare le spinte di cambiamento provenienti dal basso.

E’ per tutto ciò che abbiamo il desiderio di interrogarci. Perché la crisi è anche il prodotto di quelle insorgenze sociali che si rendono ingovernabili, di quelle donne e uomini che partendo dai propri territori  praticano forme di autogoverno; di quelli che, con le lotte, stanno costruendo  la possibilità di vivere una vita più degna, autonoma e indipendente.



Ne parleremo con:

- Silvia Federici, ha insegnato alla Hofstra University(Stati uniti). Militante di collettivi femministi radicali, è tra le fondatrici di Committee for Academic Freedom in Africa e fa parte di Midnight Notes Collective
- George Caffentzis, insegna nel dipartimento di Filosofia della University of Southern Maine(Stati Uniti). Studioso militante, è coordinatore del Committee for Academic Freedom in Africa e fa parte del Midnight Notes Collective.
- Gigi Roggero, Dottore di ricerca in Sociologia dei Processi Economici e del Lavoro.    Ricercatore presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna. Collaboratore de “Il Manifesto”, partecipa all’esperienza di Uninomade e fa parte del collettivo editoriale del progetto transnazionale Edu-Factory.