Fonte: Il Mattino di Padova 05.02.09

Aurora come Antigone

di Ernesto Milanesi

5 / 2 / 2009

{Aurora D’Agostino, non solo dal suo punto di vista, ha fatto davvero bene. Lo spinello (falso) acceso nell’aula di palazzo Moroni è molto più di una provocazione politica. Un po’ come Antigone, l’avvocata dei Verdi ha mostrato pubblicamente la stridente contraddizione fra la legge del Comune e la legge che il resto d’Italia ha in comune. Di più: da rappresentante dei padovani che l’hanno scelta democraticamente, ha acceso la spia sul potere delle decisioni «per delega ricevuta».}


La D’Agostino sfida l’ipocrisia

Il falso spinello contro l’immagine del sindaco-sceriffo

Aurora D’Agostino ha fatto davvero bene, non soltanto dal suo punto di vista.
Lo spinello (falso) acceso nell’aula di palazzo Moroni accende molto più di una provocazione politica.
Un po’ come Antigone, l’avvocata dei Verdi ha mostrato pubblicamente la stridente contraddizione fra la legge del Comune e la legge che il resto d’Italia ha in comune. Di più: da rappresentante dei padovani che l’hanno scelta democraticamente ha acceso la spia sul potere delle decisioni «per delega ricevuta». Ancora: la clamorosa contestazione fa il paio con l’imbarazzo di chi accenna critiche a mezza bocca, ma non prende mai con nettezza le distanze da scelte che considera sbagliate.
In punta di legalità, l’ordinanza di Zanonato ha già subito le opportune riscritture da parte del prefetto e alimenta legittimi dubbi perfino fra le forze dell’ordine.
Nella sostanza, tutti sappiamo che è una mera foglia di fico: la maxi-multa non scalfisce il narcotraffico che fa correre i “cavalli” in bicicletta né darà mai pensiero alla “bella gente” della Padova bene che consuma nelle auto di grossa cilindrata in divieto di sosta o nei bagni dei locali alla moda. Semplicemente, aiuta l’immagine del «sindaco-sceriffo» e alimenta la sicurezza virtualmente percepita.
C’è una buona dose di ipocrisia, tipicamente padovana, nello scandalo di fronte alla “canna” in consiglio comunale. Ed esattamente come nel recente passato, nessuno punta il dito quando il re nudo smarrisce il sano principio di realtà.
Qualcuno ragiona a voce alta sull’economia marcia? Esistono inchieste della Procura sulle nicchie di illegalità? Dove si sanziona la responsabilità di drogare gli interessi di pochi? Quando lo spoil system delle urne contrassegnerà una vera differenza nella gestione del patrimonio pubblico (alienato o privatizzato da destra come da sinistra)?
Aurora D’Agostino, magari, sarà più che antipatica alla maggioranza dei benpensanti di Padova. Ma ha fatto davvero bene.
Tanto più che nel 2004 aveva manifestamente contribuito alla rivincita di Flavio Zanonato su Giustina Destro.
Da avvocata, difende il sacrosanto diritto a mettere sul piatto della giustizia anche l’ordinanza del sindaco.
Da capogruppo, rappresenta la libertà di critica che resta intangibile (fino a prova contraria) anche dentro palazzo Moroni.
Da padovana, non si accontenta più di un (ex) «marocchino bianco» ormai folgorato sulla via di Gerusalemme.