Inizia il processo della famosa operazione "fumo negli occhi"

Basta con la retorica su sicurezza e legalitá, pretendiamo giustizia, libertá e dignità

Martedí 16 marzo - Gorizia - Tribunale "disagiato" ore 12

Utente: luciano
15 / 3 / 2010


Martedì 16 marzo andrà in scena l'udienza preliminare per la
denominata “Operazione Blu”.
Sono 19 gli imputati coinvolti personalmente da un'operazione
mediatico-inquisitoria che, in più di due anni di indagini, ha visto
utilizzare strumentazioni tecniche di indagine ultratecnologiche e
ultracostose in pieno stile americano da telefilm “CSI”. Un'operazione
che ha indirettamente coinvolto altre decine e decine di giovani che
per parecchi mesi hanno dovuto subire convocazioni volanti da parte
degli inquirenti, telefonate minatorie sui propri cellulari e tutta
una serie di violazioni palesi e violente di qualsiasi codice di
procedura, oltre che di qualsiasi regola etica e professionale.

Sarebbe semplice anche in questo caso usare l'arma dell'ironia per
nascondere il consueto sdegno e la rabbia per il malfunzionamento (o
il “funzionamento deviato”, come dice qualcuno) degli organi dello
Stato. Ma in questo processo non si può scherzare.
In primo luogo perché, in ogni caso, le pene previste per il tipo di
reato contestato vanno dai 6 ai 20 anni di reclusione. In secondo
luogo perché quanto accaduto ai 19 imputati continua ad accadere ad
altre decine e decine di normali cittadini, indagati sulla parola di
confidenti palesemente non attendibili, minacciati, intercettati,
perquisiti e poi gettati in pasto alla gogna pubblica, come accaduto
ai giovani fatti sfilare al pronto soccorso alcune settimane fa.
All'interno di questo quadro - indipendentemente dal ritenerla una
vergogna o giustificarlo sulla base di convinzioni dogmatiche ed
ideologiche - rimane una domanda che dovrebbero porsi tutti i
cittadini di questa provincia. Una domanda pesante come un macigno:
non è dato capire, infatti, come mai in un territorio, dove risiede il
potere giudiziario più disagiato e disastrato di tutto il Nord Italia,
si trovino tempo, soldi e personale sempre a disposizione nel fare
mega retate per le quali lo sforzo e la spesa sono rilevanti (così
come le esposizioni mediatiche e retoriche), ma i cui risultati sono
nulli, se non addirittura controproducenti, in termini della pretesa
lotta al narcotraffico.

Ed è questa la vera indignazione che ci porta a volere manifestare
pubblicamente in concomitanza di questa udienza preliminare.
Infatti se è vero che da un lato si attacca in maniera deliberata,
cosciente e smodata le vite private degli studenti, delle famiglie e
di normali cittadini, dall'altro è anche pubblicamente sancita la non
volontà del potere giudiziario di affrontare le vere e tragiche
emergenze che questo territorio soffre.
Amianto e inquinamento, il sistema degli appalti del mondo del lavoro,
la speculazione edilizia e gli affitti in nero, le emergenze
ambientali, la corruzione e le truffe ai danni dei migranti. Cancri
che esistono nel nostro territorio e che tutti conoscono, ma per i
quali le indagini non arrivano mai – o non vengono mai portate – a
conclusioni significative e risolutive.
Siamo stati sempre convinti, e dopo la “retata del nulla” di alcune
settimane fa lo siamo ancora di più, che in realtà tali tendenze
rientrino in una strategia complessiva di criminalizzazione di aree
sempre maggiori di popolazione, basata sulla volontà di invadere le
vite dei giovani e delle loro famiglie, con l’obiettivo dichiarato di
tenere in stato di ansia perenne e paura un territorio intero: infatti
alla retorica della legalità e sicurezza, oggi si aggiunge anche la
prevenzione (?) del crimine e dell'educazione ai giovani fatta dai
carabinieri.
Martedì 16 marzo manifesteremo non solo per continuare a resistere a
questo delirio securitario, ma anche per lanciare un messaggio chiaro
ad un territorio che ormai sembra arreso all'evidenza della deriva,
sia della politica che del “corpo giudiziario”.
E' giusto e sacrosanto pretendere giustizia come anche è giusto
riprendersi libertà e dignità.

Esattamente come ci hanno insegnato le vedove dell'amianto, i
cassaintegrati che salgono sui silos per non venir truffati dalle
multinazionali, e i precari che continuano ad occupare le case sfitte
dell' Ater, non ci arrendiamo allo stato di cose e all'arroganza
delle caste, ma rivendichiamo con forza quello che siamo, quello che
pensiamo e quello che abbiamo fatto in anni di lotte sociali a fianco
degli ultimi e dei dimenticati di questo territorio.
Non pretendiamo giustizia da un sistema di “mele marce”, come
ciclicamente emerge, ma la vera giustizia la vogliamo costruire ancora
assieme agli sfruttati e alle vere vittime della “legalità e della
sicurezza” che questi poteri deviati ci vorrebbero imporre.

Appuntamento martedì 16 marzo ore 12 -Tribunale “disagiato” di Gorizia.

OPERAZIONE BLU IN ACTION