#22F - Gli attivisti si sono riuniti in assemblea all'interno della Stazione di Belluno

Belluno - Scritto il 1° capitolo della Carta della mobilità sostenibile di montagna

23 / 2 / 2014

Ieri, sabato 22 febbraio, è stato scritto il primo capitolo della carta della mobilità sostenibile di montagna.

Lo si è fatto con una iniziativa di riappropriazione di uno spazio pubblico, la stazione dei treni di Belluno. Un atto simbolico attraverso il quale si è voluto lanciare, alle istituzioni regionali e locali, un messaggio chiaro: il diritto alla mobilità deve essere garantito migliorando le condizioni del servizio pubblico locale e allo stesso tempo deve essere ripensata interamente la politica dei trasporti in questo territorio, verso un modello sostenibile e a vocazione turistica.

Questo è il focus su cui si è incentrato il dibattito dell’assemblea di ieri che si è aperta esprimendo massima solidarietà e vicinanza ai No Tav e a tutti gli attivisti che lottano in difesa dei propri territori colpiti da un’indegna repressione.

Si sono susseguiti poi, i vari interventi delle diverse realtà presenti che hanno fatto emergere i contenuti di questo primo capitolo, ovvero gli enormi problemi che caratterizzano la mobilità di questo territorio: dall’elevato costo degli abbonamenti per gli studenti, alla mancanza di integrazione tra il trasporto pubblico su gomma e quello su rotaia, al costante e progressivo peggioramento delle qualità dei servizi attraverso la diminuzione delle corse, i ritardi cronici fino al rischio di chiusura definitiva delle tratte ferroviarie come la Ponte nelle Alpi-Calalzo in questo momento inagibile per lavori. Il tutto, mentre rimane ancora aperta la partita relativa alla possibilità che venga realizzato il prolungamento dell’A27, un progetto dall’impatto devastante e inutile per questo territorio, attraverso quel sistema economicamente insostenibile del project financing.

Una discussione vera quindi, nella quale si è descritta efficacemente una situazione oramai non più tollerabile. Una consapevolezza che impone agli attivisti e alle attiviste di questo territorio di costruire un percorso di lotta unitario capace di incedere e di valorizzare le conoscenze dei tanti e tante che in questi anni si sono già attivati su questi temi.

Non si parte da zero, quindi.
La ricchezza di contenuti e di forze emersa ieri, infatti, è un patrimonio su cui fondare questo nuovo percorso.

Ora è necessario iniziare a scrivere il secondo capitolo di questa carta, ovvero le alternative. Capitolo che non può che essere prodotto sullo stesso stile di ieri, cioè a partire da dalle mobilitazioni capaci di rendere visibile il problema e attraverso le quali ridisegnare una nuova mobilità per questo territorio.

La prima occasione potrebbe essere il 7 marzo, ovvero quel “Tavolo provinciale sulla mobilità” convocato puntualmente dal Comune di Ponte nelle Alpi dove sono stati invitati tutti i Sindaci della provincia, i Parlamentari bellunesi e i Consiglieri regionali.
Un appuntamento nel quale si capiranno le vere intenzioni degli amministratori di questo territorio rispetto ad un problematica che necessità di soluzioni non più rimandabili.