Consegnata una maxi bolletta al consiglio di amministrazione: "I debiti pagateli voi!"

Belluno - Verso la manifestazione del 26 marzo

Presidio del Comitato Bellunese Acqua Bene Comune

14 / 3 / 2011

Per chiedere le dimissioni dei vertici societari di Bim GSP, la società che gestisce il servizio idrico a Belluno.

Sabato mattina, un centinaio di persone hanno dato vita ad un presidio davanti alla sede della Bim GSP, la società “in house” che gestisce il servizio idrico integrato della provincia di Belluno. Il presidio, promosso dal Comitato Bellunese Acqua Bene Comune, aveva lo scopo di chiedere le dimissioni dei vertici societari responsabili di un buco di bilancio di decine di milioni di euro. Un’esposizione finanziaria di 51 milioni di euro verso le banche, maturata nonostante l’aumento delle tariffe del 36% in sei anni e della realizzazione soltanto del 25% delle opere previste.  Inoltre, il COVIRI (comitato vigilanza risorse idriche) ha calcolato che la dispersione idrica della rete è pari al 65%, una quantità di acqua superiore a quella che giunge a destinazione. Ma ciò che più sconcerta è la mancata trasparenza nei confronti dei cittadini rimasti allo scuro della situazione e ai quali si chiedono nuovi sacrifici, vi è in previsione, infatti,  un'ulteriore aumento delle bollette allo scopo di appianare i debiti. Per questo motivo gli attivisti del comitato hanno consegnato alla società una maxi bolletta intestata al consiglio di amministrazione, come diffida a intraprendere qualsiasi percorso volto a scaricare sui cittadini i costi di una gestione vergognosa del servizio. “Era prevedibile che finisse così” dichiara il comitato “ la gestione privatistica della “in house” porta a questi risultati e se poi si aggiunge l’incapacità dei vertici societari e il mancato controllo da parte dell’Ato, non ci si poteva aspettare nulla di meglio. Da sempre diciamo che “l’in house” è il cavallo di troia per l’ingresso definitivo dei privati e non è un caso, infatti, che il presidente del Bim Gsp Roccon si sia più volte schierato contro la campagna referendaria in difesa dell’acqua pubblica. Per mandare a casa questi pessimi amministratori sarà fondamentale vincere il referendum e far approvare la legge d’iniziativa popolare che giace nei cassetti parlamentari e che prevede l’organizzazione di una gestione interamente pubblica, trasparente e partecipata del servizio. Un passo verso la difesa di un bene comune che non può essere considerato una merce."

Intervista a Valter Bonan del comitato bellunese acqua bene comune

Foto del presidio