Il reportage sulla manifestazione conclusiva nella capitale tedesca della finanza

Blockupy Frankfurt: trentamila al corteo conclusivo, cinque ore di braccio di ferro con la polizia.

L'altra Europa è già in cammino, ma deve ancora comprendere come rompere le gabbie legalitarie della governance.

2 / 6 / 2013

E' durato cinque ore il duro braccio di ferro tra i manifestanti di Blockupy e la polizia tedesca. E si è concluso con una clamorosa figuraccia per il governo federale. 

Intorno alle tredici infatti, quando il corteo conclusivo della due giorni di iniziative contro le politiche della Troika e della Banca Centrale Europea partito dalla Baseler Platz, era arrivato dopo la prima ora di cammino alle spalle del teatro dell'Opera, di nuovo sotto l'Eurotower sede della BCE, è scattata la provocazione. Con il pretesto che alcuni manifestanti sarebbero stati "mascherati e con armi improprie", plotoni di agenti in assetto antisommossa si sono infilati in mezzo al corteo provocando un paio di feriti, nel tentativo di isolare il "blocco anticapitalista" dal resto dei partecipanti. Nel mirino uno spezzone composto da oltre duemila attivisti, tedeschi della Interventionistische Linke e degli Autonome Antifa, italiani dei Centri sociali in coalizione per Blockupy, belgi e francesi dei collettivi di precari e spagnoli di 15M, la parte più giovane e combattiva di un corteo di quasi trentamila persone e che sfilava per prima subito dopo una rappresentanza dei diversi movimenti, gruppi e organizzazioni della coalizione internazionale.

La reazione dei manifestanti è stata determinata: quelli del blocco radicale, circondati dai reparti della polizia, hanno subito serrato le fila dei loro cordoni, proteggendosi dalle incursioni degli agenti con i "book block", gli scudi di invenzione italiana al loro debutto in Germania.

Ma immediata è stata la solidarietà di tutto il corteo: sia la testa che la coda, rimasta tagliata fuori dall'intervento della polizia, hanno deciso di fermarsi senza proseguire lungo il percorso autorizzato e sindacalisti dell'organizzazione indipendente Ver.di. e femministe, così come esponenti cattolici della cooperazione internazionale e militanti dei partiti della sinistra, hanno cominciato a protestare vigorosamente per l'atteggiamento dell'apparato di sicurezza.

Così la polizia si è ritrovata a sua volta circondata da migliaia di persone urlanti e l'intero centro città di Francoforte bloccato da un corteo che si è trasformato in un gigantesco "occupy" delle piazze, dei giardini e delle strade intorno al grattacielo della Banca Centrale.

La pretesa degli agenti era quella di sciogliere la manifestazione e di perquisire e identificare tutti i partecipanti al "blocco anticapitalista". E' cominciata una snervante trattativa tra il gruppo di contatto composto da dirigenti sindacali, parlamentari della Linke, ed eletti locali anche di Verdi e Piraten, e le autorità: il sindaco socialdemocratico Feldmann si dichiarava impotente ad agire e l'infelice gestione dell'ordine pubblico era nelle mani del ministro dell'Interno del Land Assia, Boris Rhein della CDU.

Il maldestro tentativo del governo di consumare la propria vendetta contro quanti avevano osato bloccare, con successo venerdì, le normali attività della BCE e di riaffermare brutalmente il proprio controllo sull'ordine pubblico nella capitale della finanza europeo, portava dritto il dispositivo poliziesco in un vero "cul de sac", una situazione senza uscita onorevole.

Mentre dalle finestre del teatro dell'Opera artisti e impiegati solidarizzavano con i manifestanti circondati, calando dall'alto bottiglie d'acqua e generi di conforto, tutti i partecipanti alla piazza davano vita a decine di assemblee spontanee, un unico grande spazio pubblico di azione e di discussione politica sulla necessità e la possibilità di cambiare radicalmente questa Europa.

Un'Europa, quella della cancelliera Merkel e del presidente BCE Mario Draghi, che stava mostrando proprio il suo volto peggiore: quello del tentativo di impedire il libero svolgimento della protesta di migliaia di cittadini europei (e non solo), la rappresentazione plastica di una governance che ha messo "sotto tutela" anche le istituzioni della democrazia rappresentativa e che pare non tollerare l'espressione di massa di una reale democrazia, che "dal basso" rivendica diritti, beni comuni e reddito. E, appunto, solo intorno alle 18 la polizia si è decisa ad intervenire. Il tutto documentato da una lunga diretta streaming di globalproject.info.

Prima allontanando il gruppo di contatto istituzionale, poi strappando uno ad uno i manifestanti dai cordoni del blocco. Un'operazione lentissima, perché centinaia erano le persone da portare via e perché gran parte degli attivisti resisteva, passivamente e attivamente. Un'operazione che ha coperto di ridicolo la polizia federale e di vergogna chi ha la responsabilità politica di guidarla. Un'operazione oltretutto inutile, dal momento che tutti i manifestanti fermati, a cui è stata comunicata l'intimazione a tenersi lontani dal centro storico di Francoforte, sono stati tutti già rilasciati, molti di loro hanno partecipato ad un corteo non autorizzato che in serata ha raggiunto la Stazione centrale e si sono infine ritrovati in assemblea al campeggio autogestito di Rebstock.

La reazione corale alla stupidità poliziesca del governo Merkel ha invece dimostrato l'esistenza di uno spazio sociale e politico di tanti e differenti che esprimono già un'altra Europa in cammino, decisa a ricostruirsi nei conflitti a partire dalle macerie lasciate dietro di sé dalle oligarchie economiche e istituzionali che hanno governato il continente negli ultimi anni.

Al tempo stesso però la giornata di ieri pone il problema, a quanti intendano essere parte del processo costituente di quest'altra Europa, di come rompere le gabbie legalitarie imposte e contrastare efficacemente una governance che si palesa sempre più in forme ottusamente brutali, come quelle viste a Francoforte.

(Testo parzialmente pubblicato anche dal quotidiano il manifesto del 2 giugno 2013)