Da Bologna alla Val di Susa

Bologna 1/03 - In migliaia bloccano la città: occupate tangenziale e autostrada

Circa duemila persone in corteo selvaggio fino a tarda sera, blocchi dei viali, occupata la tangenziale e l'A14

2 / 3 / 2012

Una grande giornata di blocchi in tutto il paese. Da Bologna a Napoli, da Padova ad Ancona, non è mancata la risposta all'appello a mobilitarsi che arriva dalla Val di Susa. Una valle che nella notte del primo marzo è stata ancora una volta attaccata, ma che ha resistito, ha trovato ancora una volta la dignità e la determinazione di continuare a lottare per difendere il proprio territorio.

Bologna ha raccolto l'appello della Val di Susa e ha deciso di scendere in piazza Maggiore: il presidio inizia alle ore 18. Tra i manifestanti c’erano anche tanti migranti, soprattutto dalla Libia, in piazza da questa mattina per la giornata dello sciopero migrante del 1 Marzo.
Durante il presidio dal palazzo del Comune viene calato un lungo striscione visibile su tutta la piazza che recita "No Tav".
Un primo marzo di diritti, contro la crisi e contro la legge Bossi-Fini, per la campagna "diritto di scelta" (lanciata dagli interventi in piazza e con la raccolta firme ai banchetti). Una giornata che parla di diritti e che quindi non può che parlare di quello che in questi giorni sta avvenendo in Val di Susa.
In piazza maggiore sventolano numerose bandiere No Tav, striscioni, sound, interventi che solidarizzano con la valsusa, cori, fumogeni.
Quando parte il corteo, più di cinquecento persone attraversano il centro della città, bloccano il traffico sotto le due torri, e da strada maggiore arrivano sui viali. Il corteo si ingrossa e paralizza l'intero traffico cittadino all'altezza di viale Ercolani e viale Filopanti con blocchi su entrambi i lati. Il passo si accelera sempre di più sui viali e sul ponte di via stalingrado più di mille persone corrono cantando "giù le mani dalla valsusa". 
Lo striscione d'apertura recita: "Blocchiamo tutto", che è l'intenzione annunciata già ieri notte dall'assemblea del comitato No Tav a Bussoleno.
Il corteo prosegue su via stalingrado tra cori, fumogeni e numerosi interventi che denunciano gli attacchi brutal alla valsusa, che dimostrano la determinazione nel voler bloccare i cantieri della tav, che chiedono l'immediata liberazione di tutti gli arrestati per i fatti del 3 luglio scorso, che si stringono attorno a Luca, che reclamano democrazia, diritti e libertà.
Duemila manifestanti invadono la tangenziale di Bologna intorno alle 20:15. Migliaia bloccano il traffico sulla tangenziale occupata in direzione San Lazzaro.
Durante il blocco sulla tangenziale viene appesa una bandiera No Tav sul pannello elettronico che indica "uscita obbligatoria causa manifestazione". Il guardrail viene scavalcato e anche l'A14 viene occupata. Va avanti per molto l'occupazione della tangenziale e dell'autostrada. Sui cartelli autostradali appare la scritta "chiusa per manifestazione".
Dopo due ore di blocchi in autostrada e tangenziale, il corteo alle 22:30 riparte verso il centro, passando dal quartiere San Donato, bloccando nuovamente i viali all'altezza di porta San donato, passando per via irnerio, e tornando nel centro della città, da via indipendenza fino a piazza San Francesco, dove il corteo si conclude.
La straordinaria manifestazione di oggi e le tante persone che applaudivano dai balconi, mentre dalle città di tutta Italia ci arrivavano notizie di cortei e di blocchi, dimostrano che ‘Siamo tutte e tutti NoTav’ non è solo uno slogan ma una realtà.

Abbiamo scelto di essere in piazza complici della popolazione della Val Susa che, nonostante le violenze delle forze dell’ordine, continua ad esprimere con determinazione e senza arrendersi il proprio rifiuto all’inutile opera che prevede la devastazione di un territorio.
Dopo le cariche, la caccia all’uomo, le intimidazioni messe in atto da polizia e carabinieri, burattini di un governo tecnico sordo alle richieste dei cittadini, l'intero paese ha reagito e si è alzato forte un segnale che vuole arrivare fino alla Valle, che vuole fare sentire il calore e la vicinanza a chi è stato ferito, arrestato e a tutti coloro che si stanno battendo per la democrazia e la salvaguardia della propria terra.

La nostra non è solo solidarietà, perchè siamo parte di questa battaglia, perché difendere la Val di Susa significa difendere i beni comuni e immaginare un nuovo modello di sviluppo. Siamo stati in Val di Susa e continueremo ad esserci. Lì abbiamo conosciuto la dignità di un popolo che vuole riprendersi la democrazia quando non esiste, che esprime una rabbia degna per conquistare una vita degna.
Con Luca, con la Valle che resiste, a difesa dei beni comuni, oggi abbiamo bloccato un'intera città. Si riparte da qui.

Tpo

Guarda il video della giornata da repubblica.it