Bologna 14N: Toma la huelga!

8 / 11 / 2012

Il 14 Novembre abbiamo un'occasione importante da cogliere e da rilanciare. 
Per la prima volta abbiamo la possibilità di costruire una giornata di mobilitazione europea e incidere in maniera determinante contro le politiche di austerity, contro la dismissione della scuola e dell'università, contro la riforma Fornero, contro il DDL Aprea, per riprenderci il diritto di scegliere sulle nostre vite, per riappropriarci di ciò che ci spetta.

Il 14 novembre la CES (Confederazione Europea dei Sindacati) ha lanciato uno sciopero europeo dalla Spagna alla Grecia, dal Portogallo all'Italia. La CGIL, con difficoltà e tentennamenti, dopo la scelta dei movimenti di puntare su quella giornata, ha proclamato uno sciopero di sole 4 ore. Secondo noi è insufficiente manifestare con queste modalità il proprio dissenso alle politiche del governo Monti, dettate da banche e da BCE.
Noi il 14 novembre vogliamo fare un passo in più, vogliamo provare ad agire in maniera conflittuale all'interno dello scenario complesso in cui siamo immersi.
Dall'1 al 4 novembre siamo stati a Madrid, abbiamo costruito in continuità con Blockupy Frankfurt il meeting europeo Agora99, in cui movimenti sociali di tutta Europa, con lessico comune di critica della crisi e con la volontà di immaginare campagne comuni in maniera federativa, hanno lanciato la data del 14 novembre come appuntamento centrale su cui scommettere insieme, connettendo le lotte, provando a fare del 14 una prima tappa contro austerità e crisi verso la costruzione di uno spazio costituente europeo.

Da Madrid diciamo che il 14 novembre vogliamo "tomar la huelga", ovvero riprenderci lo sciopero, che vogliamo europeo, generalizzato, con blocchi, azioni, riappropriazioni.

Vogliamo riprenderci le strade di Bologna, aprire spazi in cui connettere quella generazione "no future" che si è stancata di sopravvivere, che è così "choosy" che ha deciso di riprendersi le proprie vite, costruirsi il proprio futuro, sperimentando insieme pratiche, linguaggi, nuovo modo di vivere le città in maniera libera e senza divieti, trovare punti di incontro, di condivisione, di complicità, ricercare insieme un nuovo modo di produrre sapere, dentro e fuori le università, riprendersi la ricchezza socialmente prodotta, riappropriarsene, denunciare (se ancora una volta ce ne fosse bisogno) l'assenza sempre più forte di diritti e democrazia in questa Europa, dove i cittadini vengono esclusi da qualsiasi decisione, affermare chiaramente che i diritti non si possono cancellare con la scusa della crisi e con i ricatti, ma devono essere estesi a tutti coloro ai quali non vengono riconosciuti. 

Vogliamo "riprenderci lo sciopero" partendo da quelle generazioni che, non solo non riescono a viversi il loro presente in maniera dignitosa, ma che si vedono negato il loro futuro: da quegli studenti universitari, che non sono solo studenti ma che sono soggetti che vivono la crisi, che non riescono a pagare l'affitto di una stanza, che hanno sempre più difficoltà ad esprimere le proprie esigenze materiali, che non sono per nulla garantiti da un sistema di welfare, e che devono fare affidamento su un welfare familistico che ormai neanche regge più; da quegli studenti medi che studiano in scuole in macerie, che finite le scuole superiori hanno difficoltà ad iscriversi all'università; da quell'infinità di laureati che per sopravvivere si vedono costretti ad accettare ricatti, precarietà, che non troveranno mai un lavoro adeguato al loro livello di formazione, che si reinventano per provare a far fronte alla crisi.

Insieme scendiamo per le strade di Bologna, costruiamo in maniera determinata lo sciopero generale europeo, scommettiamoci, lanciamo la sfida alla città.
 
We should be choosy relating their power; we could be free and sexy for and with all the precarious european People!

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Làbas

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