Le scaramucce e i contrasti tra giovani, tra fighetti e alternativi, fra un quartiere e l'altro, tra i "Bolobene" e i "Bolofeccia" di turno sono sempre esistiti e sempre esisteranno.
Sia chiaro, non ci piace quello che è successo ai giardini Margherita: un appuntamento lanciato su social network, una rissa (che ha coinvolto solo qualche ragazzo) e tanti, troppi a fare da ultras.
Questa, insieme a molti altri esempi, sono dinamiche giovanili che giornali non sembrano in grado di analizzare e le politiche sociali non sono in grado di risolvere in maniera sana, laica e vera.
Quello che è accaduto ai giardini Margherita non giustifica la repressione che Comune e Questura vogliono attuare.
Apprendiamo solamente dai giornali che la strategia d'azione di Merola and friends è fatta di telecamere e polizia.
Noi crediamo invece in una socialità diversa, vogliamo che i giardini, i parchi, le piazze della nostra città siano liberi da occhi elettronici indiscreti (ed inutili) e divise che poco hanno a che fare con i giovani ed i loro problemi.
Pretendiamo di poter prendere parola, come studenti e giovani cittadini, su temi che ci riguardano in prima persona. Non vogliamo lasciare in mano le nostre vita a Sindaco e Questore.
I Giardini sono sempre stati luogo di socialità, crescita, confronto ed educazione fra pari. E così vogliamo che rimangano.
Siamo stufi di essere trattati come problema di ordine pubblico o come marionette per qualche partituccio in crisi, siamo delle teste pensanti e vogliamo dire la nostra.
Per questo motivo continueremo a vivere gli spazi della città come i giardini Margherita in maniera diversa da come vorrebbero giornalisti e politici benpensanti: come luoghi liberi, che non contemplano telecamere o poliziotti.
Con i nostri limiti, con la nostra fantasia, aperti ad ogni tipo di confronto.
Ci si vede ai Giardini....