Bologna - Primo marzo 2011. Per la libertà di scelta, indisponibili al ricatto

Martedì 1 marzo 2011 Presidio in Piazza Nettuno ore 15.30

24 / 2 / 2011

Stiamo vivendo in un’epoca che ci chiama ad agire e a prendere parola ogni giorno. Ad indignarci perché la crisi continuiamo a pagarla noi migranti, noi studenti, noi precari. La stiamo pagando con le nostre vite, messe sotto ricatto dal modello Marchionne, dalla legge Bossi Fini, dai tagli della riforma Gelmini e private di dignità da finte soluzioni come la sanatoria truffa o la lotteria del decreto flussi.

Lo scorso anno la giornata del primo marzo ha lanciato innanzitutto un monito: una giornata senza di noi.Il noi oggi si moltiplica e cambia di segno, diventa proposta di alternativa per costruire insieme la nostra uscita dalla crisi, nel solco delle tante mobilitazioni che stanno attraversando il paese, che dicono che le donne, i metalmeccanici, gli studenti, i migranti, i precari, sono indisponibili al ricatto di rinunciare ai diritti, ai sogni, al futuro.

Di fronte al razzismo che divide, alla precarietà come unica prospettiva di vita e lavoro, alla clandestinità come processo di messa al bando delle nostre esistenze, il primo marzo è un’occasione per tornare in piazza, per affermare il diritto di poter restare dove si è scelto di vivere, per il diritto a non migrare forzatamente, per ribadire la nostra indisponibilità al modello di società che si vuole affermare oggi che la crisi si rivela senza soluzione, senza sviluppo.

L’indisponibilità degli studenti e dei ricercatori ad una formazione dequalificata e ad un futuro precario, degli operai ad accettare l’annullamento di fatto del diritto del lavoro, dei migranti ad essere cacciati e perseguitati nei paesi di origine e di arrivo. L’indisponibilità a essere clandestini e sfruttati.

Questo ci sembra lo spirito per costruire un'altra ipotesi di futuro, dove la convivenza tra diversità si realizza ogni giorno conquistando insieme nuovi diritti e ribaltando l'idea che l'integrazione si raggiunge con test di italiano e punteggi, dove il welfare viene esteso e non compresso, dove la dignità, e non lo sfruttamento, sono garanzia di sviluppo, dove la regolarizzazione è permanente e per tutti e non sottoposta all'umiliazione di sanatorie e click day.

In questi giorni guardiamo anche alla forza e alla determinazione dei cittadini dell'Egitto, della Tunisia, della Libia e di altri paesi del sud del Mediterraneo che reclamano democrazia perché stanchi di vivere impoveriti e massacrati da regimi autoritari o di avere come unica alternativa quella di immettersi nella spirale infernale della migrazione verso la “ricca Europa”. Contro una politica italiana e comunitaria che trasforma la libertà dei cittadini del Maghreb in paura e che introduce nuove strategie di repressione aumentando i poteri della missione Frontex e nuove modalità di detenzione sigillando i migranti nel sud Italia, accogliamo l'appello dell'Assemblea di Uniti contro la crisi di Reggio Emilia ad affermare insieme e dal basso un diritto di asilo europeo contro le frontiere interne all'Europa che negano la libertà di scegliere dove stabilirsi.

I Villaggi della Solidarietà in progettazione in Sicilia, i Cara dove vengono contenuti e rispediti i migranti che sognano invece di poter circolare per l'Italia e l'Europa, così come i Cie dove sulle persone viene marchiata la clandestinità, sono i muri contro cui si infrangono gli ultimi brandelli di un diritto di asilo che nessun paese è interessato a rispettare ma che anzi si ritorce come un boomerang sui percorsi di vita e di liberazione dei migranti.

Di tutto questo parlerà il Primo Marzo.

E come lo scorso 27 gennaio a Bologna, di fronte alla crisi che separa e divide, invocheremo lo sciopero generale e generalizzato, tappa iniziale per una marcia comune per la democrazia, per la cittadinanza aperta ed includente, per un nuovo welfare, per un nuovo statuto dei diritti e per un Europa accogliente.

Per il diritto di poter scegliere

Centro Sociale TPO

Appuntamento in Piazza Nettuno, ore 15.30

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