Dalla rete, un commento sui rigurgiti razzisti di un quartiere del centro storico riminese

Borgo Marina, Rimini. Il seme dell’odio

11 / 9 / 2011

Fra le quotidiane miserie cui tocca assistere vivendo in questo buco del pianeta, ultimamente si ripropone ( in ogni senso, compreso quello del rigurgito esofageo…) il tema del degrado di Borgo Marina, quartiere di Rimini, Italia.

Tralasciamo l’ovvia strumentalità per cui politici perdenti alle elezioni, ora all’opposizione, virilmente levano alte le grida e mostrano coraggiosi il petto impavidi contro i negozi degli afroasiatici, guardandosi bene dall’aprir bocca contro il degrado e la devastazione della cementificazione che da sempre affligge questa terra. Ma quali coraggiose battaglie. La banalità del pensiero piccino, si sa, forti con i deboli e deboli coi forti: comunque mai da sottovalutare.

Perché altrettanto ovviamente si forma, si compatta e si arruola al seguito l’esercito dei rancorosi frustrati di ogni sesso ed età, che curiosamente per il solo fatto di essere nati in un determinato luogo persistono nel loro ostinato delirio secondo cui avrebbero l’autorità di accampare privilegi su altri nati altrove. Non diritti – perché quelli si discutono alla pari-, ma privilegi.

E veniamo all’oggetto del degrado. Leggendo e rileggendo – ci vuole un bello stomaco… - le rubriche delle lettere dei quotidiani locali, condottieri ed esercito di cui sopra si scatenano, ma di quale degrado parlino non è dato capire.

O meglio, sforzandosi, si capisce.

A Borgo Marina abitano, vivono e provano a campare africani ed asiatici, questo sembra sia in sintesi il degrado. Per la proprietà transitiva, africani e asiatici sono degrado.

Il crimine più efferato commesso da queste persone, consiste nel fatto che trovando la sala del centro islamico di via giovanni xxiii piena, alcuni fedeli musulmani si inginocchiano a pregare sul marciapiede antistante. A seguire, nella descrizione della turpe catena di reati immondi commessi, troviamo il fatto che “loschi figuri” ( sempre africani e asiatici, si sa ma non si dice, siamo gente aperta di idee e non razzista!…) sono soliti trascorrere il loro tempo a chiacchierare e “a fare chissà cos’altro” (!) sui marciapiedi di Borgo Marina. In ultimo, udite udite, riempiono i cassonetti con gli imballaggi delle loro attività commerciali…

Roba da bassifondi di Londra di fine ‘800, insomma.

Né scippi, né rapine, né furti, né stupri, nè spaccio, né violenze.

Giungiamo alla conclusione ovvia di tutto questo delirio: discriminazione razzista, chiamiamola con il suo nome.

Gli afroasiatici, secondo questo ennesimo episodio di discriminazione razzista:

  1. non dovrebbero esserci ( forse non dovrebbero neanche esistere?);
  2. perlomeno non si dovrebbero far vedere ( dovrebbero uscire a notte fonda, magari ben coperti?...);
  3. non dovrebbero stazionare sui marciapiedi ( quindi dovrebbero star ben rinchiusi in casa e nei negozi, magari intimoriti e battendo i denti, che non è mica casa loro, anche se pagano un affitto e parecchio caro!...);
  4. non dovrebbero essere riconoscibili ( potremmo suggerire loro di adottare un abbigliamento tradizionale locale, magari da playboy romagnolo, o a scelta Raoul Casadei, il Passatore per i nostalgici, Azdora o Bela Burdela in costume folkloristico…).

Un altro bell’effetto che l’insorgere ripetuto di questa discriminazione razzista otterrà, se ne può star certi, sarà quello di mobilitare prima o poi la solita esibizione nerboruta di nazifascisti che accorreranno a mostrare i muscoli e il braccio teso per Borgo Marina in difesa dell’ordine, della disciplina e del piccolo mondo antico ( esistito solo nei loro sogni, peraltro). L’esercito dei rancorosi impauriti, che adesso affolla di lettere le rubriche dei quotidiani locali, si può star altrettanto certi che quel giorno starà a casa ben barricato chiudendo la porta blindata a doppia mandata, godendo da dietro le tende delle finestre di casa come un voyeur dietro un parcheggio di coppie scambiste. Del conflitto che come sempre, e giustamente, seguirà ad opera degli antifascisti, tutta questa brava gente si laverà le mani; questa è gente che non ha mai responsabilità, il lavoro sporco lo fa fare ad altri. Sono “quelli che ben pensano”.

Tutto questo si chiama discriminazione razzista nei confronti di persone che vedo da 12 anni, perché lavoro a Borgo Marina. Persone che in qualche caso conosco e saluto per nome, persone che hanno negozi dove qualche volta sono entrato e sono stato trattato sempre con rispetto e gentilezza. Persone con cui condivido bar, caffè, caldo, neve, nebbia, ghiaccio. Persone che non voglio beatificare – e perché dovrei? - né vorrei trovarmi a dover difendere, perché è semplicemente odioso doverlo fare. Ma per quanto tempo e quante volte ancora sarà necessario, prima che la maledetta paura che inchioda l’esercito dei benpensanti rancorosi li abbandoni consentendogli di fare una tranquilla passeggiata per Borgo Marina?

Non mordono, provateci.

 Freddie

DEGRADO A BORGO MARNA - Parte il conto alla rovescia: «Risposte entro venti giorni altrimenti scatta la rivolta» dal Corriere Romagna del 11 sett. 2011