Boston - Roma mai state così vicine

Le Olimpiadi estive 2024 fra dubbi e proteste

21 / 1 / 2015

Il 2015 sarà l'anno nel quale conosceremo i nomi delle città candidate ufficialmente ad ospitare i giochi olimpici estivi del 2024 e ad oggi le uniche due certezze che abbiamo sono le candidature di Roma e di Boston e molto probabilmente quella di una città Sudafricana. Circolano tanti nomi di possibili città ospitanti, alcune di queste sono: Berlino, Baku, Parigi, Doha, Amburgo/Copenaghen, Casablanca. Hanno tempo un anno per presentare domanda e solo nel 2017 sapremo chi, secondo il Comitato Olimpico Internazionale (CIO), avrà la meglio tra tutte queste città, questi Paesi.

La candidatura di Roma è stata annunciata dal premier Renzi a metà dicembre scorso, bruciando i tempi e anticipando tutte le altre concorrenti. Abbiamo già scritto di quanto sia assurdo e provocatorio, in questo periodo storico, proporre Roma e l'Italia per ospitare i giochi estivi  (gli scandali sui Mondiali di nuoto 2009 e i relativi intrecci con 'Mafia Capitale' non sono ricordi lontani) e ancora più provocatorio è il fatto che con molta probabilità, a detta di Malagò, il presidente del comitato promotore sarà Montezemolo, il noto Luca Cordero di Montezemolo già stato presidente del comitato promotore dei mondiali di calcio del 1990 i cui debiti sono stati pagati fino al 2014.

Soldi pubblici utilizzati per costruire i famosi stadi “Delle Alpi” di Torino, abbattuto e ricostruito quattro anni fa, e “San Nicola” di Bari che oggi cade a pezzi perché ha costi di manutenzione altissimi che né comune di Bari né società sportiva riescono a coprire del tutto. A questi si aggiungono la “famosa” stazione ferroviaria romana di Farneto costata 15 miliardi delle vecchie lire e utilizzata per sole quattro volte e la grande e fatiscente struttura alberghiera, utilizzata solo durante la rassegna iridata a Milano e abbattuta qualche mese fa, costata 10 miliardi delle vecchie lire. Insomma, è sicuramente legittimo chiedersi se Montezemolo sia la persona giusta a cui affidare milioni di euro di soldi pubblici per il “rilancio” dello sport e di conseguenza anche dell'economia del Paese.

Il rischio di ospitare i grandi eventi sportivi è sempre altissimo soprattutto in tempi di crisi economica e sociale perché parte dei finanziamenti per costruire stadi e infrastrutture arrivano da soldi pubblici, come scritto sopra, a discapito dei tantissimi interventi che andrebbero fatti in altri settori più importanti per la crescita collettiva e individuale dei cittadini italiani come quello sanitario, scolastico, dei trasporti pubblici e perché no, anche per lo sport di base. Potrebbe sembrare un paradosso pensare di ospitare un grande evento sportivo di tale portata in un Paese dove la spaccatura fra nord e sud diventa sempre più evidente e problematica. Raggiungere le regioni e le città meridionali, in Italia, è diventata un'impresa, basti pensare alla nuova capitale europea della cultura,Matera, che non dispone di una stazione ferroviaria e dei dovuti collegamenti con le principali città più vicine ad essa e non possiamo pensare che la delocalizzazione di alcune gare in altre città possa essere una risoluzione ai problemi economici/organizzativi. Ha senso organizzare in Italia un grande evento sportivo e utilizzare soldi pubblici quando la disoccupazione giovanile supera il 43% e quella globale oscilla fra il 13% e il 14% ? Non sarebbe meglio investire quei soldi sul futuro (anche sportivo) dei giovani di questo Paese?

Alla candidatura italiana hanno risposto gli Stati Uniti d'America candidando Boston qualche giorno fa. Nella città americana si sono creati movimenti e comitati di protesta contro le Olimpiadi che rivendicano le proprie idee e le proprie perplessità ad ospitare i giochi. Abbiamo intervistato Aaron Leibowitz del comitato “No Boston Olympics” per capire e conoscere l'origine del “NBO” e le loro ragioni:

Quando e perché nasce il comitato No Boston Olympics?

“ Il comitato si è formato quasi un anno fa, una volta avuta la sicurezza che Boston rientrasse tra le città nordamericane finaliste per ospitare i giochi estivi del 2024. Nessuno aveva ancora messo in dubbio i vantaggi nell'ospitare le Olimpiadi anzi nessuno aveva ancora evidenziato gli eventuali svantaggi nell'ospitare i giochi. Analizzando le edizioni precedenti abbiamo riscontrato gli effetti devastanti che hanno i giochi olimpici nell'economia di un Paese e abbiamo messo a disposizione di tutti i cittadini i nostri studi e le informazioni da noi recuperate”.

Perché credete che Boston non possa ospitare le Olimpiadi estive del 2024? Pensate che il denaro “pubblico” debba essere speso in altri modi ?

I nostri politici e organizzatori dicono che ospitare le Olimpiadi renderebbe Boston una città di livello mondiale. Noi riteniamo che Boston sia già una città di livello mondiale e non ha bisogno di Olimpiadi per dimostrarlo. In questo momento Boston necessita di ben altri interventi da parte dei nostri funzionari pubblici: alloggi a prezzi accessibili, trovare sistemazione ai tantissimi “senzatetto”, costruzione di infrastrutture adeguate ai bisogni della cittadinanza e miglioramento del sistema scolastico. Ospitare le Olimpiadi costerebbe tanto tempo e denaro che oggi questa città non può, secondo noi, permettersi. Il popolo del Massachusetts ha bisogno di altri interventi. I giochi olimpici, dal 1960 in poi, sono costati sempre di più rispetto ai budget iniziali, finendo per pesare sui contribuenti. Gli organizzatori dei giochi e il sindaco Marty Walsh hanno assicurato che le Olimpiadi non andranno a pesare economicamente sulla gente ma noi a questo non crediamo perché non è stato mai possibile coprire tutti i costi con il solo intervento privato. Inoltre non possiamo avere fiducia negli organizzatori perché non rendono e non hanno voluto rendere pubblici i conti e i documenti di questa candidatura. Vogliamo che la gente sia protagonista delle decisioni che riguardano la propria città.

Mass-media e opinione pubblica come valutano la vostra campagna?

Abbiamo ricevuto feedback positivi da entrambi. Siamo soddisfatti della copertura mediatica che ha avuto il movimento e che ancora oggi ha e allo stesso tempo siamo soddisfatti della risposta positiva e di solidarietà che hanno dato i cittadini alla nostra campagna. Un recente sondaggio ha stabilito che il 61% dei cittadini del Massachusetts, oggi, non ospiterebbe i Giochi Olimpici nel 2024. Dopo avere svolto un lavoro informativo su eventuali costi di organizzazione e gestione delle Olimpiadi, vogliamo adesso dare voce a migliaia di persone che non vogliono che i giochi si facciano qui. Una possibilità che stiamo valutando è quella di indire un referendum che faccia decidere alle persone se usare o meno soldi pubblici per i Giochi.

Vi siete fatti un'idea sulla gestione politica, economica ed organizzativa dei grandi eventi sportivi degli ultimi trent'anni?

Vari studi indipendenti, statistici ed economici hanno dimostrato come sia ormai “perdente” la scelta di ospitare grandi eventi sportivi. Ad esempio nel nostro caso, il CIO costringe l'organizzazione a costruire uno stadio olimpico da sessanta mila posti nella città, stadio che poi verrebbe demolito perché a Boston esiste già uno stadio che basta e avanza per ospitare gli eventi sportivi locali; inoltre un altro problema frequente che si crea, e i mondiali di calcio brasiliani e sudafricani ne sono la dimostrazione, quando si ospitano grandi eventi sportivi è la cosiddetta 'gentrificazione' che costringe centina/migliaia di persone ad abbandonare i centri urbani abitati da anni per il solo piacere del CIO e dei turisti.”