Fonte: Terra del 26.10.2010

Buone pratiche a Trento

di Beatrice Barzaghi

27 / 10 / 2010

MOBILITAZIONI. Sabato è prevista una nuova manifestazione contro l’inceneritore e per un ciclo dei rifiuti sostenibile.

Chiudere il ciclo dei rifiuti senza realizzare un nuovo inceneritore: in Trentino si può. E' quanto sostengono gli organizzatori della manifestazione che riempirà le strade di Trento sabato 30 ottobre a partire dalle 9.30 (appuntamento in piazzale San Severino).  

Gli agricoltori della piana Rotaliana con il coordinamento Trentino Pulito, le mamme BioNike, l’Associazione Ya Basta Trento, il Centro sociale Bruno, il Coordinamento dei collettivi studenteschi, l’Aula 13 liberata di Sociologia e decine di trattori arriveranno fin sotto la sede della Provincia Autonoma di Trento per ribadire il proprio no all’inceneritore, presentando invece le proposte alternative condivise dalle comunità locali per risolvere in modo più sostenibile lo smaltimento dei rifiuti.  

«Sono tre le nostre principali richieste: fermare il bando per la realizzazione e la gestione dell’inceneritore, che dovrebbe partire entro fine anno promosso da Comune e Provincia; aggiornare il piano di provinciale dei rifiuti puntando alla riduzione e al riciclo e valutare le possibili alternative di minore impatto ambientale, così come chiesto anche da quattro comuni della Piana Rotaliana (Lavis, Zambana, Mezzocorona e Mezzolombardo) che hanno commissionato uno studio - svolto da Massimo Cerani -  per promuovere metodi di smaltimento alternativi all’inceneritore» spiega Cristiana Chiarani del gruppo Mamme BioNike, nato in città un paio di anni fa dopo un corso pre-parto e sviluppatosi grazie al passaparola e ai social network con l’obiettivo di difendere i diritti dei bambini partendo da ambiente e salute.  

Sabato per la prima volta ci saranno i trattori ad animare le strade di Trento: scenderanno dalla piana perché è qui che le ceneri residue dell’eventuale impianto inceneritore potrebbero ricadere maggiormente, sopra terreni in cui si produce Teroldego doc o gli asparagi di Zambana, per citare solo alcune tipicità.

I cittadini di Trento, oggi ai primi posti nella classifica sull’Ecosistema Urbano di Legambiente e Sole 24ore, in questo periodo bollente e fitto di proteste che appaiono lontane sul piano geografico – pensiamo ovviamente alla Campania - ma che partono dalla medesima volontà di autodeterminazione, dimostrano anche uno spiccato interesse ai temi globali che riguardano i cambiamenti climatici.

Associazione Ya Basta e Centro sociale Bruno ricordano nel loro appello che «è necessario intrecciare i movimenti delle comunità territoriali per la difesa dell’acqua, dell’aria, dei beni comuni in uno spazio pubblico condiviso che in Italia prepari l’appuntamento di Cancun (mobilitazioni intorno al vertice Cop 16 di fine novembre, all’insegna del “cambiamo il sistema, non il clima”) costruendo una rete di azioni comuni e una lotta condivisa per la giustizia climatica».  

L’associazione Nimby, che da diversi anni conduce la battaglia contro la costruzione dell’inceneritore di Ischia Podetti, scrive sul sito ecceterra.org: «La domanda fondamentale è: se non si conosce quanto residua dal riciclo della raccolta differenziata, come si fa a dimensionare l’inceneritore? Quello che è certo oggi è che i fumi di circa il 95% di quelle previste 103.000 tonnellate di rifiuti, non riciclati, verrebbero dispersi nelle campagne dove si coltiva ciò che mangiamo e beviamo e nell’aria che respiriamo».  

Riutilizzare, riciclare, ridurre: come bandiere, le famose 3R saranno portate in piazza sabato, per promuovere buone pratiche e reali cambiamenti promossi dall’interno delle comunità. Ci sarà anche un trattore allestito per ospitare i bimbi in tutta sicurezza, cosicché in qualche modo anche loro possano prendere parte all’iniziativa assieme ai loro genitori, preoccupati per l’aria che si respirerà in futuro.