"Cambiare il sistema, non il clima" - Verso Cancun

14 / 9 / 2010

11 settembre 2010  - Vicenza, Festival No Dal Molin. 
Assemblea Nazionale della Rete Italiana per la Giustizia Ambientale e Sociale.


Il contesto non è casuale. La battaglia dei no dal Molin ha insegnato molte cose. Ha messo insieme soggettività diverse, ha saputo costruire consenso e attenzione e allo stesso tempo ha saputo trovare e condividere linguaggio e pratiche comuni di lotta. Ha messo il dito nelle piaghe più recondite del progetto di costruzione della base militare: esplicitando cosa significa oggi parlare di guerra – vista come attacco alla sfera biopolitica di ogni individuo, di tradurre nella pratica cos'è democrazia – come possibilità di incidere e di opporsi a soprusi e ingiustizie, di coniugare il piano locale con la dimensione globale – un esempio emblematico: i lavori di costruzione della nuova base stanno danneggiando la falda acquifera sottostante, una delle più  importanti del nord Italia. La base stessa, nella ipotesi dei suoi sostenitori, dovrebbe diventare osservatorio dei fenomeni migratori dell'Africa. Migrazioni, queste, causate soprattutto da disastri ambientali, in primis dovuti alla mancanza di acqua. 

Dai No dal Molin quindi a RIGAS.
I nodi cruciali che emergono dai diversi interventi che si susseguono riguardano la lettura della crisi come crisi sistemica che è quindi insieme economica, finanziaria, sociale, ambientale e climatica e la consapevolezza che per uscirne è necessario tenere uniti i due assi della giustizia sociale e quello della giustizia ambientale. La consapevolezza che solo se i due ambiti vengono tenuti insieme, come parti di una stessa analisi e come costruzione di un nuovo paradigma di sviluppo, è possibile uscire da questa crisi. 

Da RIGAS a Cancun.
Il dibattito che si apre guarda al COP 16 (Conference of the Parties) delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici che si svolgerà a Cancun in Messico alla fine di novembre e per costruire la delegazione italiana che partirà per Cancun. Da tutto il mondo, infatti, i movimenti ambientali, sociali, le reti ed organizzazioni internazionali confluiranno in Messico per dare voce alla richiesta generale che si prendano decisioni vincolanti per il futuro dell'ambiente e dell'umanità. E soprattutto per sostenere modelli di sviluppo etico e ribellarsi a chi vuole fare sopravvivere un sistema selvaggio che si basa su depredazioni e saccheggi.

Dal Messico a Vicenza.
Dal capannone del No Dal Molin il collegamento in diretta con Andres Barreda della Asemblea de Los Afectados Ambientales Mexico, protagonisti, nello stesso momento, della preparazione delle giornate di azione e discussione a Cancun. La voce, dall'altra parte dell'Oceano, invita a costruire dieci, cento, mille Cancun durante le giornate del vertice: di costruire, cioè,  nelle giornate del vertice, mobilitazioni continue per cambiare il sistema e non il clima.

Mentre comitati associazioni, movimenti e singoli intervengono sembrano scorrere in sottofondo le immagini di Vivaro, provincia di Pordenone, quando centinaia di attivisti in tuta bianca hanno distrutto il campo di mais ogm, coltivazione illegale, con un gesto semplice, calpestando le piante coltivate. Le immagini delle miglia di profughi climatici, quasi l'80% della popolazione migrante africana è infatti in fuga da devastazioni ambientali. Le voci di uomini e donne che stanno lottando contro la costruzione delle centrali nucleari perché nocive ed espressione di comando/controllo delle fonti di energia e quindi di ingiustizia. Sembrano scorrere le immagini delle battaglie contro la privatizzazione dell'acqua che stanno accomunando uomini e donne di ogni parte del mondo.
Da Vicenza a Cancun  (passando per l'Aquila, Roma, Bari, il Nord-Est...) la costruzione di un movimento globale che lotta per una giustizia climatica, ecologica e sociale.

articolo tratto da Terra! - Quotidiano Ecologista del 14 settembre 2010