Canale di Sicilia - Un mare di stragi. E i governi rimangono a guardare

30 morti nel Mar Mediterraneo, 5.000 persone arrivate in poco più di 48 ore

1 / 7 / 2014

Altri trenta corpi recuperati. Questa volta morti su un natante dove a bordo altre 590 anime hanno sfidato la morte. Ancora vite spezzate dal confine. Migliaia di persone in poche ore approdate sulle coste italiane. Intanto i governi europei hanno definitivamente sancito la fine di quella crisi di legittimità delle politiche europee in materia di immigrazione che la strage del 3 ottobre sembrava aver aperto. Per mesi è regnata la confusione. Dopo la il naufragio di Lampedusa sembrava però essersi aperto uno spazio di possibile mutamento, magari opportunista, magari strumentale, di alcune ricette ormai consolidate che per la prima volta venivano messe in discussione. Il discorso sui "canali umanitari", la negoziazione sulle frontiere interne, la necessitò di un sistema di accoglienza condiviso, sono tramontati tutti insieme durante l’ultimo Consiglio europeo del 26 e 27 giugno, quando per l’ennesima volta, di fronte agli egoismi nazionali e con una buona dose di real politik, per far fronte all’avanzata delle forze anti-immigrazione, i capi di stato dei paesi UE hanno riproposto come univa via di uscita il potenziamento di Frontex, nuove e più serrate operazioni di pattugliamento delle frontiere, nuovi processi di esternalizzazione dei confini.

E nulla più di quei trenta corpi recuperati nella notte è in grado di fotografare la brutalità di questa scelta.
Gli inchinim le lacrime, le parole di comiato, sono acqua passata. Oggi la governance dell’Europa è alle prese con il tentativo di ristabilire la supremazia delle frontiere sulle vite umane, certo, condita di retorica, e non c’è spazio per ripensamenti.

Intanto i governi stessi si preparano alle trattative di confine. Si tratta delle negoziazioni con i governi dei paesi di partenza. Nella realtà si tratta di uan contrattazione ombrosa con le stesse autorità che con la faccia pulita si presentano agli incontri istituzionali e con l’altra, quella che da sempre lavora nell’ombra, organizzano il traffico di esseri umani a cui le navi di Mare Nostrum, unica risposta a ciò che è avvenuto, concedono l’ultimo prezzo di tragitto in sicurezza, sembra che vengano raggiunte.

Come a dire, chi deve morire lo faccia, possibilmente non di fronte ai nostri occhi.