Carrara - Non abbandonare la città

Sabato 22 novembre manifestazione cittadina

19 / 11 / 2014

La rabbia e il senso di importanza nasce da quasi vent'anni di progressivo smantellamento di Carrara , da qui l'idea di rilanciare uno slogan di per sé già famoso: “Non abbandonare la città” riprendendo le parole di Francesca Rolla ­ una staffetta Partigiana che il 7 luglio del 1944 da piazza delle erbe di Carrara organizzò la rivolta delle donne carraresi contro lo sfollamento della città da parte dell'invasore ­ prima di morire.

Una città, la nostra, che se da una parte vanta il famoso marmo bianco delle Alpi Apuane – ricercato in tutto il mondo – dall'altra vede un lento e duraturo degrado che investe Carrara nella maggior parte delle sue strutture: basti pensare che tanti luoghi di aggregazione sono stati fatti cadere a pezzi oppure sono chiusi da anni per ristrutturazione.

L'alluvione del 5 novembre è la quinta che si abbatte sulla nostra città.

Come si evince dalla cronaca locala ma molto più banalmente dai fatti è palese che lavori di messa in sicurezza dell'alveo e degli argini del fiume Carrione siano stati fatti con criteri sbagliati dato che, dopo due anni dai lavori, hanno ceduto nuovamente.

La città si è unita accantonando i colori politici e mettendosi a disposizione di tutte quelle persone colpite dalla forza dell'acqua, perdendo tanto della loro vita fatta di sacrifici.

Eravamo angeli del fango? No eravamo vicini di casa, amici, conoscenti persone che non si sopportavano fino al giorno prima e che ci siamo uniti per il bene comune.

Il sabato successivo all'alluvione dopo un tam tam sulla rete ci siamo ritrovati in 4000 sotto il comune di Carrara per chiedere le dimissioni del sindaco poiché non ha vigilato e non ha saputo mettere in sicurezza la vita di tutti i cittadini di Carrara dalle piene che in questi anni si stanno abbattendo sul nostro territorio.

Quando abbiamo capito di essere in tanti e con numerose cose da dire, abbiamo chiesto un incontro con il sindaco, che si è presentato accerchiato dalle forze dell'ordine ma ciò che è stato sconvolgente è stata la facilità con cui se n'è lavato le mani dichiarando: “Ne io ne la giunta comunale siamo responsabili”. Lo sconforto e la rabbia hanno mosso tutti quei soggetti determinati a chiedere giustizia rispetto alla vicenda e dopo pochi minuti di contatto con le forze dell'ordine si è riusciti ad occupare la sede del comune di Carrara.

Abbiamo iniziato un'assemblea spontanea facendo parlare tutti coloro che avevano voglia di dire qualcosa, e ci siamo accorti che tutti abbiamo voglia di cambiare la nostra città.

Sè la difficoltà iniziale è stata quella di trovare un punto di raccordo tra le diverse realtà e sensibilità politiche che si sono trovate lì – Anarchici , Popolo della sinistra, M5S ,ambientalisti, comitati locali­ ciò che alla fine è prevalso è la voglia di determinare un cambiamento reale che partisse dal basso.

Abbiamo immediatamente organizzato una raccolta di beni di prima necessità: acqua , medicine , vestiario , materassi, detersivi; abbiamo creato delle squadre di idraulici, elettricisti e muratori che si sono messi a disposizione per dare una mano alle persone colpite.

Da ormai dieci giorni stiamo chiedendo la dimissione della giunta e stiamo presidiando costantemente la sala di rappresentanza del comune – che oltretutto è dedicata alla Resistenza contro il fascismo­.

Chiediamo che, una volta che la giunta comunale se ne andrà, di entrare nei tavoli di decisione dell'amministrazione comunale e controllare come vengono spesi i nostri soldi e che venga rivisto tutto l'indotto del marmo, rivisto il piano di cementificazione delle aree verdi del comune e che ci sia una partecipazione attiva della popolazione nelle istituzioni.

Per sabato 22 novembre lanciamo una manifestazione che va dall'argine crollato del fiume alla zona più colpita dall'alluvione e arrivati lì proponiamo un'assemblea per star vicino alle persone che adesso più che mai hanno bisogno di vicinanza e solidarietà.