Sarebbero come al solito inesistenti motivi di ordine pubblico a
giustificare l’ennesima operazione di polizia degna dell’arresto dei
peggiori boss mafiosi, con cui si intenderebbe eseguire nelle prossime
settimane lo sgombero del Centro Sociale SOS Fornace di Rho, per poi
radere al suolo i capannoni, dismessi da decenni, in cui dal 2005
abbiamo fatto vivere uno spazio sociale, di aggregazione e di
produzione culturale alternativo al nulla che offre la città vetrina di
Expo 2015. Ne abbiamo la certezza, sebbene non sia ancora stata resa
pubblica la Dichiarazione di Inizio Attività, come sarebbe obbligatorio
fare per legge, ma non ci stupirebbe che il Comune facesse un illecito
in nome del falso principio di legalità cui si appella.
Il Centro Sociale SOS Fornace rappresenta per questa amministrazione,
che bada solo agli interessi propri e a quelli di Fiera e Compagnia
delle Grandi Opere, una spina nel fianco, come dimostra la vertenza
aperta con i pendolari di Rho per riconquistare la fermata dei treni
Milano Torino, scippata dalla Fiera, cui da gennaio si aggiungerà il
tentativo di Regione Lombardia di abbassare le tariffe dalla stazione
della Fiera senza ritoccare quelle della fermata di Rho città.
Ma oltre alla questione dei pendolari, la Fornace rappresenta un
problema di “ordine pubblico” perché ha iniziato a denunciare le
nefandezze del Piano di Governo del Territorio, che dovrà essere
approvato nei prossimi mesi, che prevede la cancellazione di migliaia
di posti di lavoro nell’area industriale di Mazzo, dove le aziende
chiuderanno per lasciare spazio a centri commerciali e alberghi, che
prevede la costruzione del nuovo liceo Rebora sui terreni agricoli di
proprietà del Sindaco e dei suoi famigliari, che prevede la
cementificazione del 5% delle aree verdi rimaste e permetterà di
costruire nuovi alberghi su almeno 13 aree all’interno della città di
Rho. Non da ultimo ricordiamo che il terreno agricolo adiacente al
centro sociale Fornace, di fronte alle scuole di via Tevere è di
proprietà di Zucchetti e dei suoi famigliari e con il PGT, votato in
Giunta dallo stesso Sindaco, si trasformerà in terreno edificabile.
Le manifestazioni degli ultimi mesi costruite con i pendolari, con gli
studenti e con i lavoratori hanno palesato che la presenza del Centro
Sociale SOS Fornace è il fulcro dell’opposizione sociale che mette il
bastone tra le ruote agli affari di chi su questo territorio si prepara
ad un lauto banchetto, mascherandosi meschinamente dietro lo slogano
filantropico di “nutrire il pianeta”.
Da oggi partirà dunque la campagna contro lo sgombero della Fornace,
una petizione in stazione, nelle scuole, nei luoghi di lavoro e in
città per chiedere che i locali attualmente occupati, che la proprietà
dovrebbe cedere a breve al Comune di Rho nell’ambito di un Piano di
Intervento Integrato, siano ceduti senza che avvenga lo sgombero e
successivamente assegnati alla Fornace.
Qualora avvenisse lo sgombero, ci troveremmo di fronte ad un atto che
non mira solo a cancellare uno spazio fisico, ma anche uno spazio di
agibilità democratica nel territorio, che provocherà pertanto una
risposta proporzionata alla gravità di tale situazione ed un conflitto
acceso, come mai prima si è visto nella nostra città. Non accetteremo
una soluzione di forza, alla quale reagiremo con determinazione e
radicalità.
Non accetteremo una soluzione di forza, alla quale reagiremo con determinazione e radicalità.
Centro Sociale SoS Fornace sotto sgombero!
Abbattere i capannoni per cancellare l’opposizione sociale.
15 / 12 / 2009