da adlcobas.it

Cesena – Blocco al Magazzino Artoni dopo l’aggressione ad un lavoratore dell’ADL

Ottenuta la sospensione del crumiro!

29 / 11 / 2014

Intorno all’una circa di questa mattina i lavoratori della Stemi Logistica (Consorzio Carisma) tesserati dell’Associazione Diritti Lavoratori hanno bloccato la produzione e successivamente i cancelli del Magazzino Artoni.

Presente una delle delegate sindacali, giunta sul posto dopo essere stata informata che la Stemi Logistica, con una scelta incomprensibile – se non quella di alimentare la guerra fra i poveri ovvero fra gli stessi lavoratori che da marzo hanno subito una notevole riduzione dell’orario di lavoro, che non è corrisposta a una riduzione del carico delle merci movimentate all’interno del cantiere – non ha allontanato il crumiro responsabile dell’aggressione ad un nostro lavoratore avvenuta alle due e trenta di mattina di venerdì 28 novembre. Dopo circa tre quarti d’ora sono arrivati anche altri delegati da Rimini per sostenere il blocco.

Rispetto al fatto riteniamo che esso evidenzi come la crisi di crisi, sia usata anche in questo settore e in questo magazzino per favorire un maggiore governo biopolitico della/sulla forza lavoroRitmi produttivi incessanti, salari decurtati grazie alla riduzione dell’orario, nocività del luogo di lavoro e mancato rispetto delle norme sulla sicurezza, infortuni sono solo alcuni degli aspetti che caratterizzano la situazione in Artoni.

In questo contesto i lavoratori hanno subito intimidazioni, ricatti, pressioni fortissime che hanno fatto leva sui bisogni reali e sulle difficoltà prodotte dalla riduzione dell’orario di lavoro (alias riduzione del salario). In questo contesto alcuni lavoratori hanno deciso di rinunciare alla loro tessera, in cambio della promessa di essere favoriti rispetto a tutti gli altri lavoratori dell’ADL Cobas.  Le disdette sono state compilate nel magazzino, così come le buste delle raccomandate.

La determinazione dei facchini in lotta ha permesso, però, di ricucire i rapporti con alcuni lavoratori che avevano disdetto la tessera, e lo scorso mercoledì si è tenuta pressa la sede dello Sportello, un’assemblea che ha messo a fuoco tutte le criticità di questi episodi ma anche la necessità di implementare i rapporti e le relazioni in essere fra i facchini, affinché nessuno possa sentirsi solo e umiliato, nonché ricattato vilmente. Insomma non solo su un piano meramente sindacale e vertenziale ma anche sociale.

Le comunicazioni via pec dei “nuovi” tesseramenti non hanno di sicuro fatto piacere alla Stemi Logistica.

Così che le provocazioni si sono mostrate con tutta la loro forza.

Infatti, giovedì mattina uno dei lavoratori che ha scelto di ritesserarsi è stato chiamato al telefono da uno dei responsabili del magazzino che ha chiesto spiegazioni in merito criticando l’operato del lavoratore, mentre venerdì mattina alle 2.30 circa nel turno di notte, uno dei nostri lavoratori è stato aggredito da un crumiro della Stemi, uno di quelli che ha ceduto ai ricatti per un puro tornaconto personale, e che non ha avuto il coraggio di riconoscere questa sua debolezza come fatto invece da altri.

Ciò testimonia che i padroni (così come alcune forze politiche vedi la Lega Nord) usano il conflitto in direzione opposta a quello che noi produciamo, ovvero favorire e alimentare una guerra fra poveri, fra chi pensa che i diritti siano di tutti e tutte e per questo lotta insieme a chi vive la stessa condizione e chi invece pensa che i diritti siano dei privilegi da comprare o barattare in cambio di rinunciare alla lealtà, all’etica, alla dignità verso i propri compagni di lavoro.

Sui fatti sopra denunciati ci riserviamo di analizzarli solo dopo l’assemblea con i lavoratori di Stemi Logistica che si terrà domani in occasione dell’inaugurazione della “Scuola di Italiano per cittadini e cittadine migranti” presso un bellissimo spazio di aggregazione come il Magazzino Parallelo, assemblea dove decideremo come muoverci collettivamente intorno alla vicenda.

Sta di fatto che il blocco di ieri notte ha evidenziato alcuni importanti aspetti.

Il primo è che la concretezza della piattaforma di lotta dello Sciopero Generale della Logistica del 16 ottobre ha favorito una crescita di consapevolezza fra i facchini della provincia rispètto alla loro condizione di subalternità dal sistema di sfruttamento delle Cooperative.

La seconda è che gli elementi di analisi e le rivendicazioni dello Sciopero Sociale del 14 novembre hanno arricchito il lessico delle rivendicazioni e le parole salario minimo, diritto alla città, sono ora patrimonio comune di tanti e tante e ricche di significato e potenza.

La terza è legata alle pratiche e alla tensione del divenire comune delle lotte.

Tutti questi aspetti hanno permesso nonostante l’orario, la condizione di ricattabilità e di estrema vulnerabilità dei lavoratori, di bloccare per circa due ore i cancelli del magazzino (una dozzina i tir fermi) e di ottenere che il crumiro che ha aggredito uno dei nostri lavoratori fosse allontanato dal cantiere.

Solo così è ripresa la produzione.

Non sono mancati gli immancabili carabinieri del comando locale che ci hanno ricordato che non si può bloccare il traffico e per fare delle manifestazioni servono delle precise autorizzazioni.

Il tempo della legalità (morale) non è – evidentemente – il tempo delle lotte (etica).  E’ stato un po’ nel piccolo e senza averlo programmato,  il nostro #blackfriday!

Associazione Diritti Lavoratori E.R. – Lavoratori Artoni Cesena