Cinquemila persone a Padova: no alla Legge Salvini e diritti per tutte/i!

Il corteo è stato organizzato dalla Rete contro il razzismo e l'esclusione sociale

18 / 3 / 2019

Cinquemila persone hanno invaso le strade di Padova domenica 17 marzo, nel corteo indetto dalla Rete cittadina contro il razzismo e l’esclusione sociale. La manifestazione è frutto di un percorso nato come risposta cittadina – solidale e dal basso - alla legge Salvini, cogliendo la spinta esercitata a livello nazionale dal corteo  #indivisibili, tenutosi lo scorso 10 novembre a Roma. Dopo un’assemblea partecipata da più di 300 persone, dopo la creazione di 10 tavoli tematici, la prima espressione di piazza della Rete ha affermato con forza che Padova è una città aperta che contrasterà con ogni mezzo necessario gli effetti di una legge che sta deturpando i diritti nel nostro Paese e istituzionalizzando l’esclusione sociale. Una sfida vinta a tutti i livelli. 

Centinaia i cartelli e gli striscioni contro la legge Salvini, le politiche razziste del governo giallo-verde, i confini interni ed esterni che connotano la società contemporanea, la guerra tra poveri innescata dalla governance neoliberale. Tantissimi i migranti in piazza, a testimonianza del carattere ampio e meticcio di questo percorso, frutto sia dell'intreccio di tante esperienze cittadine, sia risultato di un lavoro carsico quotidiano che unisce progettualità a istanze di libertà e giustizia sociale. 

Insieme alle tante voci di studenti, lavoratori e attivisti che si sono susseguite dal microfono, si sono svolte significative performance artistiche.

In piazza Mazzini è stato ricordato «il genocidio che si compie nel Mediterraneo e la criminalizzazione che subiscono le Ong impegnate nei soccorsi, rivendicando il diritto alla mobilità umana libera e sicura».

Padova

In piazza dei Signori c’è stata la sosta nei pressi dell'anagrafe per richiedere nuovamente al Comune la residenza per tutti e tutte e dare un segnale concreto di contrarietà a una delle misure contenute nella Legge sicurezza e immigrazione.
La manifestazione è terminata in piazza delle Erbe, al cui ingresso era stato installata una simbolica rete di filo spinato, valicata da tutte le cinquemila persone nello stesso modo in cui milioni di migranti rompono confini e barriere nel mondo.

Padova

Nella piazza finale è stato lasciato spazio a coloro che rendono Padova una città viva, aperta e antirazzista, a chi contrappone all'odio e alla violenza razziale una lotta costante per il diritto la casa, sui luoghi di lavoro, nello sport, per una formazione libera dalle discriminazioni. Sul selciato con le coperte termiche è stata scritta la parola "Libertà".

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