Cologna Veneta. Capita che lavoratrici migranti entrino in sciopero...

Il tempo diviso del Nordest. Tempo del delirio razzista e dell'autodeterminazione, del silenzio e della presa di parola

20 / 12 / 2010

Questa vicenda racconta che cos'è il Nordest. Chiaramente, almeno, quanto potrebbe farlo il racconto della penetrazione della camorra al Nord. Nordest dell'efficienza e dell'imprenditorialità autonoma. Nordest del lavoro schiavile e delle nuove servitù.

Donne, marocchine e in nero. Quale altro reagente può far emergere con più nitida chiarezza cosa è il lavoro precario, oggi, in Italia?

Capita che dieci donne vengano licenziate in tronco perché pretendono gli stipendi non pagati. Capita che queste donne le si voglia liquidare con buste paga che le accreditano di quattro ore di lavoro al giorno, quando esse lavorano per più di dodici ore nei campi. Capita, che a queste donne - migranti e straniere, supplemento di razza interno ed irregolare del mercato del lavoro - vengano letteralmente rubati almeno 1000 euro al mese di paga base.

Questo è il miracolo del Nordest. La sua straordinaria capacità di rovesciare il flusso del tempo; di reinstallarci in altri tempi dell'accumulazione capiitalistica. Di far retrocedere la storia.

Oppure, viceversa, di sintonizzarsi sull'onda della transizione che sincronizza tempi diversi del capitale in molti paesi dell'ex terzo mondo. Posti, come la Cina, il cui balzo nella storia è fatto di lavoro contadino migrante, autoimprenditorialità e autosfruttamento, fordismo, postfordismo e preistoria del capitalismo…

Capita che quelle donne, marocchine e in nero, aggancino altre temporalità  del Nordest. Che conoscano la soggettività della presa di parola. Che conoscano le pratiche di cittadinanza, di autorganizzazione e di sindacalismo selvaggio e dal basso degli invisibili e dei migranti.

Capita, che entrino in sciopero contro chi ne ha sfruttato il lavoro e calpestato la dignità e i diritti. Esattamente come hanno fatto - in migliaia di casi, in Veneto - commercialisti e avvocati, sedicenti mediatori e sindacalisti , lucrando sulla pelle dei migranti il prezzo della recente sanatoria  per le badanti.

Queste donne, le loro storie, ci dicono cos'è oggi il Nordest. Un tempo diviso. Un tempo multiplo e polare. Tempo della ipermodernità e della servitù. Tempo del delirio razzista e dell'autodeterminazione. Tempo del silenzio e tempo della presa di parola.

Piaccia o no. Questo è il nostro tempo. E comincia adesso.