Car* opera*, siamo parte degli studenti e studentesse che si stanno mobilitando da mesi, anzi da anni, contro la sistematica erosione di diritti e contro le politiche che cercano di smantellare il sistema di formazione pubblica nel nostro paese. Non viviamo la realtà del lavoro in fabbrica ma conosciamo il lavoro in nero e sottopagato dei ristoranti e dei callcenter; il ricatto dei contratti a tempo, a chiamata, a progetto, degli stage gratuiti, l'angoscia della disoccupazione. La nostra generazione non sa cosa vuol dire avere un lavoro stabile e una continuità di reddito, ma conosce l'orizzonte infinito della precarietà.
La
condizione entro cui siamo costretti a vivere oggi parla di un presente
totalmente precario, senza garanzie e tutele, e un futuro che ci appare
tetro e privo di prospettive; tuttavia non vogliamo arrenderci a questo
stato di cose e stiamo imparando che si può uscire da questo ricatto:
lo vediamo nelle lotte e nei tumulti che percorrono e percuotono ormai
tutta l'Europa e il Mediterraneo. Crediamo di vivere, nella diversità
dei casi, la vostra medesima condizione di ricattati e sfruttati, siamo
convinti perciò che dobbiamo condividere il desiderio di ribaltare il
piano, la volontà di darsi una mano, lo sforzo di immaginare
un'alternativa.
La riforma Gelmini e il diktat di Marchionne,
calpestando la nostra dignità e comprimendo i diritti, hanno in fondo la
stessa aspirazione: ridurre il lavoro, come il sapere, a merce senza
qualità, i lavoratori e gli studenti a macchine senza soggettività,
utili e spendibili a proprio piacimento. Vi scriviamo questa lettera per
comunicarvi la nostra vicinanza e solidarietà, perchè sappiamo che per
voi è un momento molto delicato, perchè tramite un ricatto vergognoso vi
si impone una scelta tra lavoro e diritti, tra lavoro e salute, tra
lavoro e dignità.
Quando un infame accordo, come quello che vi
sottopongono, mette in gioco la dignità, i diritti, la democrazia, la
mette in gioco per tutti quanti, ed è per questo che venerdì 28 gennaio
saremo in piazza al fianco di chi non ci sta a sottomettersi a questo
sporco gioco. Vi scriviamo questa lettera per darvi la nostra
disponibilità a lottare insieme per un lavoro dignitoso, per dei diritti
inalienabili, per progettare un paese più giusto e conquistare un
futuro migliore
Quando le difficoltà, i problemi, i ricatti si
accumulano è il momento di metterli in comune per poterli affrontare; è
il momento di scegliere di lottare per poter vivere dignitosamente.
Vi scriviamo questa lettera per dichiararci complici di chi non abbasserà la testa.
Student* e precar* della Sapienza in mobilitazione.