Questa la lettera integrale di risposta della Sapienza a Saviano. La versione pubblicata oggi su Repubblica è leggermente tagliata, anche se il senso complessivo rimane intatto.
Caro Saviano, abbiamo letto con attenzione, ma anche con stupore la tua lettera pubblicata da Repubblica. In questi anni abbiamo apprezzato molte delle tue battaglie frutto di inchieste coraggiose costruite sul campo e capaci di dire verità scomode. Sappiamo il prezzo che stai pagando e che, come scrivi, ti impedisce di partecipare alle manifestazioni di questi giorni. Forse è questo grave problema che ha prodotto una grande distanza tra ciò che racconti e ciò che noi abbiamo visto e vissuto.
Proviamo noi a raccontare una verità scomoda per molti, e che siamo sicuri che saprai ascoltare.
Il
più grande corteo studentesco della storia del paese si è trovato di
fronte ancora una volta un potere impermeabile ben rappresentato da un
parlamento blindato e dall’ennesima violenta zona rossa. Il movimento
aveva deciso di violare i divieti per riportare la democrazia sotto i
palazzi di una politica sorda alla maggioranza dei cittadini contraria
alla riforma universitaria.
Appresa la notizia dell’ottenimento della fiducia da parte del governo a mezzo di una pratica corrotta e mafiosa (come altro definire la compravendita dei voti e non solo) la rabbia è diventata contagiosa. In Piazza del Popolo decine di migliaia di persone sono letteralmente esplose sorprendendo chiunque, come pochi giornalisti coraggiosi hanno raccontano.
Una rivolta sociale, un tumulto, non sappiamo descrivere altrimenti
ciò che è accaduto. Non è retorica o autoesaltazione, ma un dato di
fatto. Tutti professionisti della violenza? Black Bloc? Questo schema
proprio non regge.
Tutto è stato molto più complesso di vecchie
etichette. Oltre agli studenti in piazza c’era un paese nascosto dai
media, il paese di Terzigno, dell’Aquila, degli operai metalmeccanici,
dei precari. Un paese senza garanzie, diritti e futuro che interroga la
politica, i sindacati e gli intellettuali.
Ci sono due possibilità. Aprire un dibattito serio sulle ragioni di questa rivolta (europea) o ridurla a problema di ordine pubblico. Siamo sicuri che farai parte di questo dibattito, anche perché come avrai visto in quella giornata il tuo libro Gomorra, era in piazza ed era parte di quella rivolta.
Sapienza in mobilitazione