Comunicato di Adl Cobas sui fatti di ieri a Basiano(Mi)

Utente: Dinozer
12 / 6 / 2012

Nella mattinata di ieri, Lunedì 11 giugno, a Basiano (MI) un picchetto di lavoratori in sciopero davanti ai magazzini del Gigante, è stato attaccato dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa, il tutto per cercare di far entrare nell’azienda dei “lavoratori a chiamata” venuti dall’esterno per lavorare al loro posto. 

I lavoratori erano lì a difendere il loro posto di lavoro, perchè la cooperativa Alma Group ha deciso 89 licenziamenti, nell’ambito di un ennesimo cambio d’appalto. Gli operai, soprattutto pakistani ed egiziani, che protestavano da giovedì scorso, hanno cercato di resistere alla violenta carica a mani nude. La polizia e i carabinieri hanno manganellato e sparato lacrimogeni ad altezza uomo e hanno ferito una quindicina di persone, due delle quali in maniera grave e hanno arrestato e portato via uno dei delegati dei lavoratori in sciopero.

Sappiamo benissimo cosa significano i continui cambi di cooperativa: come ben abbiamo visto nei nostri territori, ogni qualvolta la ditta ha bisogno di recuperare denaro, questo avviene sempre a scapito dei diritti dei lavoratori e di ciò che è stato attraverso anche dure lotte conquistato.

Sempre più, la soluzione mafiosa e poliziesca cerca di configurarsi come ipotesi di risoluzione delle vertenze sul lavoro. Già da ieri, i delegati sindacali e i lavoratori si sono ritrovati in serata per decidere assieme le forme di lotta da adottare contro questa gravissima intimidazione e inaudita violenza. Hanno annunciato inoltre che davanti ai cancelli continuerà il presidio.

Comunicato ADL Cobas

I fatti successi davanti ai cancelli dei magazzini Gigante sono di una gravità inaudita e si vanno a sommare agli innumerevoli episodi che succedono nel mondo delle cooperative che operano all'interno del settore della logistica. Si tratta di un vero e proprio mondo a parte dove i diritti vengono calpestati tutti i giorni e dove le forme del rapporto assomigliano spesso alle modalità dello schiavismo. E' infatti innegabile che quello che è avvenuto a Basiano è frutto di una legislazione sugli appalti e sulle cooperative di facchinaggio che garantiscono il massimo della flessibilità della forza lavoro ed il minimo dei diritti. Quello che è avvenuto non sarebbe successo, se solo esistesse una clausola nel CCNL, così come esiste in quello del Multiservizi-Pulizie che prevede l'obbligo per la ditta subentrante ad assumere tutto il personale presente in quel determinato cantiere. E invece, i cambi di cooperativa sono diventati la modalità più efficace per i committenti e per le varie mafie che gestiscono gli appalti nella logistica – consorzi e cooperative - , da un lato per abbattere i costi del lavoro, mettendo in liquidazione le società, intestate a dei prestanome, e omettendo di pagare TFR, ferie, contributi e quant'altro; dall'altro riselezionando il personale e, quindi, lasciando a casa le persone scomode. Abbiamo a che fare con vere e proprie associazioni a delinquere, finalizzate a truffare i lavoratori e lo Stato, il tutto fuori da ogni controllo e legittimato da una normativa che, nonostante quello che sta succedendo, non viene messa in discussione da nessuno. A Basiano ci ha pensato la Polizia ad intervenire per garantire il “diritto” di questa forma moderna di criminalità organizzata di attuare , in combutta con la grande distribuzione, un cambio di appalto che escludeva dal nuovo appalto molti dei lavoratori, imponendo condizioni contrattuali e retributive peggiorative rispetto a quanto in essere con la precedente cooperativa.

A Verona e a Padova, a fronte di un cambio di appalto e della rivendicazione di un gruppo di lavoratori che operavano nei magazzini MTN per conto di una cooperativa, di vedersi riconosciuti, i livelli esistenti, l'anzianità e il TFR, la cooperativa gestita sicuramente da elementi legati alla mafia, hanno messo in atto una vera e propria azione squadristica per “dissuadere” questi lavoratori dall'intraprendere una azione sindacale, affiancata dalla scelta di MTN di chiudere letteralmente il magazzino di Verona, lasciando a casa venti lavoratori.

Due episodi distinti che fanno parte della stessa strategia, ma che stanno trovando, ormai in tutto il nord Italia, dal Friuli, al Veneto, alla Lombardia, all'Emilia Romagna, una sempre più forte determinazione tra i lavoratori, per lo più stranieri, a ribellarsi e a lottare per conquistare con la lotta nuovi diritti.

E' su questo terreno che, in tutte queste regioni vi sono esperienze di lotta vincenti che hanno fatto piegare anche colossi del calibro di TNT, Ceva, Bartolini, EsseLunga, Artoni, Mtn, ALI', Despar e molti altri.

Una esperienza sicuramente molto importante che segna l'avvio di un nuovo percorso, è la costituzione del Coordinamento di lotta dei delegati dei magazzini GLS di Padova, Verona, Piacenza e Bologna, che fanno riferimento a Si Cobas e a ADL Cobas, che ha portato ad alcune significative vittorie.

E' in linea con quanto sta già avvenendo che come ADL Cobas abbiamo indetto una assemblea a carattere regionale presso lo Sherwood Festival l'8 luglio, con partecipazione di delegazioni anche da altre regioni, per arrivare a definire una piattaforma nazionale comune che abbia come punti salienti, oltre che, in prospettiva, la cancellazione della figura del socio lavoratore, l'applicazione ovunque del CCNL Trasporto Merci Logistica, anche l'obbligo di assunzione di tutti i lavoratori in caso di cambio di appalto per l'azienda subentrante e l'integrazione per malattia e infortunio, che attualmente, solo in rari casi viene applicata per i soci lavoratori.

Come ADL-Cobas vogliamo, ovviamente, esprimere la nostra solidarietà a questi lavoratori e saremo al loro fianco , alla loro giusta lotta, e alle indicazioni di mobilitazione che proporranno.

ADL COBAS

Rassegna Stampa, foto e testimonianze:

Clashcityworkers.org

Repubblica Milano

Corriere Milano