Continueremo a partire e tornare insieme...

Quindicimila in piazza per Nicoletta Dosio e il movimento No Tav

11 / 1 / 2020

Quindicimila persone invadono Torino per pretendere la liberazione di Nicoletta Dosio e di tutte le persone che stanno pagando a caro prezzo una lotta giusta. «L’accanimento con cui lo Stato italiano sta cercando di arginare il movimento No Tav è giunto al paradosso, con Nicoletta è in galera e i responsabili del crollo del Ponte Morandi che sono ancora liberi di fare affari con il governo» dicono dal microfono, mentre il corteo muove i primi passi da Piazza Statuto.

La testa del corteo è composta da centinaia di donne, che con Nicoletta hanno condivido tanti momenti di lotta, che reggono lo striscione “Partigiane della terra e del futuro”, che sintetizza il messaggio portato avanti da tante lotte ambientali presenti in piazza oggi.

Nel corso del corteo, che attraversa il centro di Torino, si alternano tante voci che parlano di liberazione: dalla Valsusa al Rojava, dalle lotte climatiche a quelle contro lo sfruttamento del lavoro e della vita. Il filo rosso è la voglia di condividere, di immaginare e costruire insieme un mondo che non sia più in mano a predoni e “vampiri”. 

Democrazia, diritti, giustizia climatica e sociale: sono stati questi i temi di una manifestazione che è andata oltre la questione repressiva. «Lottare ancora per liberare tutti non è solo uno slogan» dice chiaramente Dana Lauriola nell’intervista, «ma una pratica che abbiamo sperimentato negli anni e che si è rivelata efficace». D’altra parte, la storia del movimento No Tav insegna come questo abbia saputo resistere a tutti gli attacchi giudiziari e politici che sono stati fatti e che continuano a ripetersi.

Fogli di via, incarcerazioni, multe,  domiciliari. Le misure hanno colpito negli ultimi mesi, oltre a Nicoletta, anche altri attivisti in Italia. Tra questi viene ricordato un attivista No Muos che è da un anno in carcere, dopo aver tentato di sabotare impianti nella base militare di Sigonella. Intervengono anche da Prato, esprimendo solidarietà agli operai multati per aver occupato i cancelli delle fabbriche in cui lavorano in condizioni di sfruttamento. Altri interventi insistono sulla questione dell’amnistia per i reati sociali, sempre più urgente per non cadere costantemente nella trappola di una cultura legalitaria con i “deboli” e garantista per i potenti.

Presenti anche studenti medi e universitari, i quali vedono in Nicoletta «una compagna di cui imitare l’esempio e la lotta». Viene chiesta la necessità  investire nella scuola invece che nelle opere inutili e si sottolinea queste siano tra le cause principali della crisi climatica in corso.

Tra gli interventi delle varie realtà nazionali che oggi sono venute a Torino, anche quello di Niccolò dei centri sociali del Nord-est: «mentre il mondo brucia e si continuano a fare le guerre per il petrolio, lo stato italiano non trova di meglio da fare che arrestare una maestra in pensione, che con il proprio corpo ha cercato di fermare un’opera inutile e dannosa».

Molto toccante è stata la lettura di una lettera scritta da Nicoletta in carcere, proprio per salutare le tante persone scese in piazza per sostenerla. «Il “si parte e si torna insieme” non è solo uno slogan, ma un grido reale di lotta fraterna»: un messaggio che va dritto a coloro che credono che un movimento si possa fermare con arresti e intimidazioni continue.