Contro gli imperi, contro le guerre, costruiamo autorganizzazione e solidarietà dal basso

Manifestazione a Venezia il 2 giugno. Appuntamento in Campo San Geremia alle 15,30

25 / 5 / 2022

Il 2 giugno ci sarà a Venezia una manifestazione – promossa da Adl Cobas, Laboratorio Occupato Morion e Centro Sociale Rivolta - con partenza da Campo San Geremia alle 15.30 e arrivo in Campo Santa Margherita.

La guerra in Ucraina non è la prima, e non è certo l’unica nel mondo.

Le differenti potenze, globali e locali, si combattono per accaparrarsi il dominio su corpi e territori, su risorse e sui beni comuni.

Adesso la guerra è arrivata nel cuore dell’Europa e ci fa vedere da vicino i disastri, gli sfollati, i massacri, le città distrutte.

Dopo la pandemia sembrava che dovessimo uscirne con una ripresa globale, rimettendo al centro i bisogni delle persone e la cura dei territori, la sanità, i servizi sociali, le reti di cooperazione, l’impegno per fermare il cambiamento climatico che mette a rischio tutto il pianeta. Invece ci troviamo con i leader mondiali che parlano tranquillamente di uso delle armi nucleari!

Nonostante la retorica guerrafondaia e militarista in questa guerra vediamo chiaramente le contraddizioni del mondo globale, in cui l’economia non si ferma mai e ogni giorno le due parti in causa continuano a fare affari tra loro e i ricchi e gli oligarchi, da una parte e dall’altra, non sono minimamente scalfiti dalle bombe o dalle sanzioni.

E intanto i produttori ed i mercanti di armi (di tutte le parti, anche quelli italiani) si arricchiscono sulla morte e sulla distruzione.

Perché è chiaro che siamo di fronte ad uno scontro tra potenze imperiali del tutto interne ad uno stesso orizzonte, capitalista e neoliberista: tutti i governi, tutte le alleanze militari, tutte le corporation mirano sempre e solo al profitto, al dominio del pianeta ed al controllo dei nostri corpi, alla repressione delle istanze di liberazione: altro che “denazificazione” o “guerra umanitaria”.

Da una parte la criminale invasione da parte di Putin che incarna un modello autoritario e sovranista non a caso glorificato da tutte le formazioni di estrema destra, che ha represso le rivolte in Kazakistan lo scorso febbraio.

Dall’altra il modello “occidentale” che ha provocato la crisi climatica, che fa affari senza problemi con dittature in mezzo mondo (vedi Turchia, Arabia Saudita, ecc.), che depreda le risorse del pianeta costringendo al sottosviluppo interi continenti strozzandoli col debito.

E intanto va in scena la speculazione sull’energia, sui beni primari, con i soliti fondi speculativi e le solite multinazionali che fanno montagne di soldi alla faccia di tutti gli altri che pagano. Perché secondo gli oligarchi nostrani che vivono nel lusso più sfrenato, per i lavoratori è sempre tempo di “sacrifici”, ci sarà sempre una crisi, una congiuntura, qualcosa per cui il tempo della redistribuzione, della giustizia climatica e sociale non arriverà mai….

Vorrebbero obbligarci a scegliere una o l’altra parte: se critichiamo la Nato siamo filo Putin, se critichiamo Putin siamo “servi della Nato”. Però nessuna delle due è la “nostra parte”.

E non vogliamo essere paralizzati dalla paura e stare “nel mezzo”. Noi sappiamo bene da che parte schierarci: noi stiamo con i civili sotto le bombe e con i pacifisti in prigione, noi siamo con chi scappa dalle guerre e con chi resta e lotta per i diritti sociali, civili e climatici, stiamo con le femministe che lottano per la loro autodeterminazione e con i lavoratori che scioperano, siamo con i precari che non riescono a pagare le bollette e hanno lo sfratto, gli studenti e i giovani che non hanno un futuro, noi stiamo con chi sta in basso.

Nei giorni scorsi siamo stati a Leopoli ed il Primo Maggio abbiamo incontrato una ampia realtà di movimenti sociali, sindacali, femministi che rivendicano pace e giustizia sociale in Ucraina.

Con i nostri fratelli e sorelle in Ucraina condividiamo la lotta contro la guerra e contro il neoliberismo, la voglia di libertà e la campagna per la cancellazione del debito dell’Ucraina. Condividiamo la richiesta che l’Ucraina diventi un luogo di sperimentazione di politiche inclusive e di giustizia sociale, e non di sperimentazione di nuove armi. Condividiamo la campagna per la liberazione dei sindacalisti indipendenti arrestati in Bielorussia.

Non vogliamo e non possiamo spiegare a chi lotta in Ucraina, in Russia o in Bielorussia che cosa deve fare. Vogliamo condividere i difficili percorsi di liberazione da un modello globale di guerra e sfruttamento.

Per questo vogliamo rilanciare le mobilitazioni per la pace, per un immediato cessate il fuoco, per la giustizia climatica e sociale.

Per lo scioglimento della OTSC e della NATO, la distruzione di tutti gli arsenali, a partire da quelli nucleari.

Per la cancellazione del debito, l’autodeterminazione dei nostri corpi.

Il prossimo 2 giugno, festa della Repubblica troppo spesso utilizzata per assurde parate militari e per lo sfoggio di strumenti di morte, costruiamo insieme una mobilitazione nei nostri territori, in collegamento ideale con le altre manifestazioni che ci saranno in altre città italiane, in particolare a Pisa contro la nuova base militare a Coltano.

Contro tutte le guerre, contro i nazionalismi, contro l’aumento della spesa militare

Per il diritto all’accoglienza per tutti

Contro il carovita

Per il sostegno a chi lotta per i diritti in tutto il mondo

Contro il razzismo, per la giustizia sociale e climatica.