Corteo fino al Campidoglio: «La città la blocchiamo noi»

La protesta. Per il diritto all’abitare, al lavoro e all’acqua

28 / 2 / 2014

el trian­golo tra Cam­pi­do­glio, Palazzo Chigi e camere, dove per tutto il giorno si prova a evi­tare il default della capi­tale all’indomani dell’archiviazione del Salva Roma, arriva il terzo inco­modo. Alle sei del pome­rig­gio un cor­teo di migliaia di per­sone irrompe nel cen­tro della città. Sfi­lano i movi­menti per il diritto all’abitare e con­tro l’austerità. Migranti e ita­liani, senza casa e pre­cari si mesco­lano tra cori, le ban­diere rosse della lotta e quelle no tav. Sono par­titi da piaz­zale Ostiense dove da mar­tedì scorso dieci per­sone sono arram­pi­cate sull’impalcatura che cir­conda la Pira­mide Cestia, chie­dono impe­gni con­creti da parte del comune e la libe­ra­zione degli atti­vi­sti agli arre­sti domi­ci­liari per gli inci­denti dello scorso 31 otto­bre. Tra loro anche Luca Fagiano e Paolo Di Vetta, da diversi giorni in scio­pero della fame e por­ta­voce rispet­ti­va­mente del Coor­di­na­mento cit­ta­dino di lotta per la casa e dei Bloc­chi pre­cari metro­po­li­tani. Salu­tano dalla cima delle impal­ca­ture, il viso coperto da sciarpe, ras­si­cu­rano tutti sulle loro con­di­zioni e sul loro morale: «Teniamo duro siamo qui per vin­cere la nostra battaglia».

Il cor­teo sfila per una città che sem­bra vivere un giorno qual­siasi, con il solito traf­fico e il tran tran quo­ti­diano inter­rotto dal ser­pen­tone rumo­roso. Eppure il futuro di Roma oggi corre su un filo, quello che passa nelle trat­ta­tive tra il governo e la giunta che governa Roma, tra Marino e Renzi, tra il governo e i par­titi che lo sostengono.

Alla fine dei Fori Impe­riali uno schie­ra­mento di forze dell’ordine degno delle grandi occa­sioni. Decine di camio­nette sbar­rano il passo alla mani­fe­sta­zione. «È una pro­vo­ca­zione, ci stanno aspet­tando in Cam­pi­do­glio, lascia­teci pas­sare», dicono i mani­fe­stanti. Passa mezz’ora e la Que­stura fa mar­cia indie­tro, pro­prio come il muro di blin­dati che apre un varco per far pas­sare il corteo.

Lungo la sca­li­nata per arri­vare in muni­ci­pio gli slo­gan e i cori diven­tano un boato che deve arri­vare fin den­tro Palazzo Sena­to­rio. A rice­vere la dele­ga­zione il vice­sin­daco Luigi Nieri. Men­tre ci risponde al tele­fono è ancora impe­gnato nelle trat­ta­tive con il governo per un nuovo decreto che salvi il bilan­cio della Capi­tale. «Siamo pronti a pren­derci le nostre respon­sa­bi­lità – spiega Nieri – già stiamo lavo­rando ad un tavolo inte­ri­sti­tu­zio­nale con la regione Lazio per rece­pire la deli­bera regio­nale, tavolo a cui par­te­ci­pe­ranno anche i movi­menti. Con­tem­po­ra­nea­mente con la Pre­fet­tura ci stiamo orga­niz­zando per cen­sire le occu­pa­zioni e comin­ciare un per­corso che sod­di­sfi il biso­gno di chi una casa non ce l’ha». Tutto que­sto chia­ra­mente se Marino sarà ancora sin­daco e se i soldi per Roma arri­ve­ranno dal governo di Mat­teo Renzi.

«Il sin­daco Marino ha dichia­rato oggi che dome­nica bloc­cherà la città – dicono con iro­nia i mani­fe­stanti – vedremo se ne avrà il corag­gio, chi sta qua lo fa quasi ogni giorno per riven­di­care i nostri diritti e per que­sto veniamo arre­stati e denun­ciati. Noi siamo oggi in piazza anche per dire che Roma, il suo patri­mo­nio, i suoi beni comuni non è in ven­dita ai padroni della città a cui le poli­ti­che di auste­rity vor­reb­bero rega­lare le aziende muni­ci­pa­liz­zate, i ser­vizi, il patri­mo­nio immobiliare».

In teo­ria è la stessa spe­ranza di un’amministrazione che non vuole pas­sare alla sto­ria come quella dei sacri­fici e del com­mis­sa­ria­mento della città. «Per alcuni anni abbiamo avuto anche al nostro fianco i par­titi del cen­tro­si­ni­stra quando si trat­tava di pren­der­sela con Ale­manno che voleva ven­dere Acea, ora che sono al governo della città biso­gna avere il corag­gio di essere con­se­guenti con quella battaglia».