Dall’altra sponda del Mediterraneo arrivano per ora solo gli
echi di un’insorgenza sociale contro la crisi.
Urla delle nuove generazioni, quelle
per cui la precarietà assume un carattere strutturale colpendo il bios
dell’esistenza. Riescono a rivendicare immediatamente una nuova idea di
cittadinanza fondata su due cardini principali: la libertà, la cittadinanza
economica. Di qua del mare, in Campania, si vive una fase di messa in
discussione complessiva di questi due aspetti. Per esercizio effettivo della cittadinanza
economica si intende la possibilità di accesso alla redistribuzione della
ricchezza.
Davanti alla crisi globale ed alle politiche di austerità
internazionali, il mercato del lavoro non riesce nemmeno più a garantire un
accesso alle nuove generazioni nel processo di sfruttamento legato al lavoro.
In pratica la crisi impone disoccupazione. E non esiste nessun’altra forma di
redistribuzione della ricchezza.
Questo avviene per un processo parallelo di
smantellamento del welfare come l’abbiamo conosciuto nel ‘900. Non c’è più lo “spazio”
per garantire welfare. Per nessuno. La pianificazione economica della giunta
regionale della Campania è l’esempio dell’impatto delle politiche di austerità
su base territoriale. L’abolizione del reddito di cittadinanza, la negazione
della cassa integrazione in deroga, l’abolizione delle misure integrative alla
C.i.g e l’abolizione delle politiche di formazione lavoro sono l’elenco della
distruzione del welfare su base regionale.
Questo avviene in una regione dove
il mondo della precarietà diffusa impatta con dinamiche di sfruttamento che
sono legate tanto al precariato cognitivo quanto al lavoro nero a bassa
formazione. Al contempo l’esclusione dalla redistribuzione avviene anche per
gli espulsi dal mercato del lavoro, quella fascia di disoccupati di lunga
durata, con bassa scolarizzazione, tra i 35 ed i 55 anni, che nella città di
Napoli sono rappresentati anche simbolicamente dal bacino dei 4.000 precari dei
corsi Bros, organizzati intorno ai movimenti di lotta. Una parte di essa può
essere considerata espulsa definitivamente del mercato del lavoro.
Dopo anni di
lotte e conquista dell’accesso a forme di sussidio ora la ricetta Caldoro-Tremonti
li vede esclusi dal welfare. Un territorio, la Campania, che segna una
contrazione del Pil del -5,4% seconda solo all’Abruzzo post terremoto con il -5,9%
secondo i dati Svimez del 2009. Una regione dunque dove intorno alla precarietà
ed al welfare c’è l’idea stessa di costruire percorsi unitari contro la crisi. Le
nuove generazioni della precarietà permanente e i più anziani espulsi dal
mercato del lavoro. Nel mezzo la distruzione del settore industriale
manifatturiero tenuto a galla per ora solo dalla cassa integrazione. Parlare di
crisi in Campania significa parlare di tutto questo. Non solo di un segmento.
Ma di un quadro complessivo dove la crisi rischia di mettere i padri contro i
figli. Intanto il fenomeno di ritorno è rappresentato dall’emigrazione. In
Campania sono stati 38 mila nel 2007 secondo l’Istat, e nove su dieci finiscono
nelle regioni del centro nord. Tra il 2001 ed il 2007 si calcola che 75 mila
napoletani sono emigrati nelle regioni del centro nord. Oggi le politiche del
governo del nord stanno producendo questo nelle regioni meridionali. Pertanto i
movimenti sociali non possono esimersi dal provare a costruire ambiti di
ricomposizione sociale contro la crisi. Bisogna avere la forza di riconoscersi
nella moltitudine, di riconoscersi tra indisponibili.
Coscienti che le
dinamiche della crisi non riporteranno mai indietro le lancette del tempo. Per
questo oggi il tema centrale ci sembra quello di una nuova idea di welfare
accanto ad una nuova idea di lavoro che tenga conto di un altro modello di
sviluppo. L’Argentina ci consegna tanti esempi di nuovo welfare e nuovo lavoro
capaci di essere modello solidaristico da mettere a sistema come rivendicazione
contro la crisi. Dalla crisi si esce uniti, alternativi e soprattutto da sud.
Da "Il Manifesto" del 04.02.11.
Così si vuole cancellare il welfare
di Antonio Musella
5 / 2 / 2011