Noi, i benicomunardi, fortissimamente vogliamo buttare giù le reti, tutte le reti, tutte le dannate enclosures.

Cuore di Tenebra

5 / 7 / 2011

Reti e blindati. Perimetri escludenti, recinzioni potenti, truppe indifferenti. È questo ilcuore dello statoche abbiamo visto ieri in Val di Susa, nella libera Repubblica della Maddalena. 

Un cuore imposto con un trapianto a torace aperto, lacerato dalle ferite di assalti brutali e senza altro significato che quello di fermare il cuore vero, vivo e pulsante della Libera Repubblica. 

Libera lei, liberi noi tutt@.

Il nostro scopo, di noi tutt@, come hanno messo molto bene in chiaro i comitati di valligiani nella conferenza stampa, era di buttare giù quelle reti, era di scacciare per tutt@ quel cuore di tenebra. Tutto per tutti.

Al cuore, Ramòn, al cuore. Devi mirare al cuore.

Ma il cuore non sono gli apparati militari e le recinzioni. Quelli sono le coronarie, che garantiscono l'afflusso del sanguericchezza con la sua emoglobinadenaro.

Il cuore è altrove, lontano dalla vita, dal futuro, dalle passioni umane, dai sogni individuali e collettivi. Il cuore si mostra arido e secco, con i suoi leucociti di apparato che vogliono difendere quel sanguericchezza. Questi si chiamano partiti (a destra o sinistra di cosa?, si interroga Giuseppe Genna), istituzioni colonizzate, forze dell'”ordine.


Ordini,
 ecco.
Dal cuore si diramano ordini e non mai calore, condivisione, democrazia, scelte pubblicamente discusse nella loro razionalità così come nella loro emotività, perché, ricordiamolo, le emozioni sono ciò che ci distingue dai vampiri.


Ordini.

C'è la crisi, devi pagarla. 

C'è lo sviluppo, devi subirlo. Se serve devi morirne.
 

Come anni fa, un 4 luglio giorno dell'indipendenza dagli stati uniti a Vicenza, e molte altre volte altrove,noi diciamo dignità e loro rispondono obbedienza; loro parlano di ordine e noi replichamo libertà; noi viviamo comunità e loro impongono legge; noi diciamo godere e i loro mandanti gridano consumare; noi amiamo condividere e i loro mandanti bramano privatizzare [..] Non è colpa nostra se il teatro democratico è definitivamente saltato, se mai ha funzionato. Non è colpa nostra se ogni via di autonomia e partecipazione viene chiusa per superiori ragioni di stato o di impero. Le decisioni sono già prese, dicono per ogni cosa: Chiaiano, la tav, il no dal molin, il nucleare, ogni cosa. Da chi e per chi non è dato sapere. Non è dato sapere di chi sia la sovranità e dove essa stia, se risieda ancora sulla terra o stia in qualche non-luogo dell'impero.
Allora non resta che muoversi, e quando non è concesso che assentire o essere assenti "noi giochiamo all'assenza di assenso. Non ce la sentiamo proprio né di assentire a tutto né di essere assenti ogni volta. Allora con il coraggio e l'entusiasmo proprii dei grandi cuori e dei grandi slanci ideali, i corpi avanzano perché non rimane che liberare lo spazio occupato.

Muoversi vero le reti, verso quel cuore secco, perché il cuore vero, non dello stato ma del comune, siamo noi tutt@, e i milioni che con i referendum hanno dettoadesso basta.

La risposta sono i lacrimogeni ad altezza uomo - tanti hanno sfiorato la mia testa e di molti altri, tanti hanno colpito e ferito tanti, le pietre lanciate dall'alto dalla polizia sui nostri corpi non difesi da caschi, scudi e tute imbottite. Le botte e i calci ai feriti per terra, sui quali hanno pisciato. Le minacce di morte.
Ha ragione il ministro Maroni. Ci sono stati centinaia di tentati omicidi domenica 3 Luglio. Da parte delle forze dell'ordine.

Noi, i "benicomunardi", volevamo - e fortissimamente vogliamo - buttare giù le reti, tutte le reti, tutte le dannate enclosures. Perché questo è il cuore di tenebra dello stato: il saccheggio del comune e la sottrazione di democrazia.

Questa Terra è la *nostra* Terra.

Come diceva un cartello alle barricate per arrivare alla Maddalena, la paura non abita più qui. In nessun qui.



Apparso in forma ridotta sul quotidiano Terra