Da Ancona a Alessandria - Alessio libero subito!

31 / 10 / 2011

Apprendiamo con rammarico dal sito Global Project la notizia dei provvedimenti cautelari imposti al presidente della Polisportiva Antirazzista Assata Shakur.

La “grave” colpa di Alessio, come riporta il comunicato della Polisportiva, è stata quella di assistere ad una partita del campionato di terza categoria in cui milita la sua squadra, nonostante fosse soggetto ad un carico pendente (DASPO).

Tralasciamo in questa sede le considerazioni in merito ai provvedimenti repressivi che vengono testati tutte le domeniche negli stadi italiani per poi essere successivamente applicati a chi lotta e si mobilita per costruire un mondo ed una società migliori (ricordate le dichiarazioni di Maroni a seguito dei fatti del 15 ottobre? DASPO per i manifestanti, flagranza differita, ecc).

E sempre ai fatti di Roma è connessa la limitazione della libertà per Alessio: con la scusa di scovare i “black block” in queste settimane abbiamo assistito ad un triste giro di vite, che rivela un chiaro disegno politico, fatto di minacce, perquisizioni, provvedimenti cautelari posti in essere da procuratori e questurini per attaccare chi quotidianamente autorganizza dal basso le realtà sociali che vivono sulla propria pelle gli effetti della crisi, dagli studenti, ai precari, ai migranti.

Noi della giovane Polisportiva Antirazzista Uppercut tanto abbiamo imparato dall’esperienza marchigiana che da anni si batte perché lo sport sia un diritto di tutti e perché, sempre attraverso lo sport, si abbattano quelle barriere che impediscono di accettare le differenze e trasformarle in risorse collettive.

La nostra solidarietà incondizionata va ad Alessio, alle compagne ed ai compagni della Polisportiva Antirazzista Assata Shakur, chiediamo a gran voce l’immediata revoca dei provvedimenti cautelari a suo carico per restituirlo al più presto alle attività sociali e sportive di cui la città di Ancona ha costantemente bisogno.

Non è con le minacce, con le intimidazioni e con gli arresti che riusciranno a fermare chi in ogni angolo d’Italia e del mondo si ribella per il cambiamento globale e per costruire dal basso un modello alternativo di società.

Anche se sono centinaia i chilometri che ci separano, siamo vicini ad Alessio ed ai ragazzi della Polisportiva Antirazzista, perché la loro lotta è la nostra lotta.

Con la speranza nel cuore di rincontrarci il più presto possibile nelle strade e nelle piazze che ci vedranno protagonisti delle prossime mobilitazioni e, perché no in futuro, su un campo di calcio!

Polisportiva Antirazzista Uppercut di Alessandria