Da Cosenza a Milano la lotta per la casa sotto l'attacco di polizia e magistratura

Attivisti per il diritto all'abitare accusati di "associazione a delinquere". A Milano nove arresti, palazzine sgomberate e uno spazio sociale sotto sequestro

13 / 12 / 2018

Una giornata pesante quella di oggi sul piano della repressione delle lotte sociali e delle battaglie collettive a difesa di un diritto fondamentale come quello all'abitare. Questa mattina a Milano un'imponente operazione di polizia nel quartiere Giambellino-Lorenteggio ha colpito le esperienze solidali che cercano di contrastare l'emergenza abitativa: sgomberi di palazzine occupate, lo spazio "Base di Solidarietà Popolare" sotto sequestro e nove militanti del Comitato Abitanti agli arresti domiciliari con accuse legate a ipotesi di reati associativi. Stessa costruzione accusatoria a Cosenza, dove sedici attivisti di Prendocasa Cosenza si sono visti recapitare gli avvisi di concluse indagini per associazione a delinquere. Quelli che seguono sono i comunicati delle realtà sociali coinvolte, che hanno raccolto numerose testimonianze di solidarietà nelle ultime ore.

- Gli approfondimenti sul caso milanese di Radio Onda d'Urto

Cosenza - Prendocasa a delinquere

In queste ore, stanno notificando a 16 componenti del Comitato Prendocasa un avviso di conclusione indagini relativo al fatto che dietro la sigla del nostro comitato si celerebbe una presunta associazione a delinquere. La Procura e la Questura della città si cimentano, come al solito, in un teorema infame e surreale. 

Fummo profetici quando nel 2016 piazzammo un gazebo davanti al Tribunale di Cosenza con su scritto “Prendocasa a delinquere” e presero in mano i microfoni gli ultimi della città. Anche in quel caso apprendemmo dai giornali locali, all’indomani dello sgombero del palazzo di via Don Minzoni, che c’era in corso un indagine conoscitiva per verificare o meno la sussistenza di un'associazione a delinquere dietro le nostre sacrosante azioni. E stamane il cliché è identico, nomi e cognomi sbattuti in prima pagina come se a Cosenza il problema delle case popolari fossimo noi e non chi per anni ha gestito la cosa pubblica. 

Abbiamo sempre operato alla luce del sole, con il sostegno di centinaia di cosentine e cosentini che, di certo, non avranno bisogno di interrogarsi per sapere quali sono, da sempre, moventi e finalità delle lotte sociali. Nel corso degli anni, la città ha imparato a conoscerci, frequentarci e sostenerci, ci ha visto in decine di mobilitazioni, azioni pubbliche, momenti di aggregazione, conosce i nostri volti, i nostri nomi e cognomi, le nostre storie personali. Le nostre parole d’ordine: casa, reddito e dignità per tutti. 

Abbiamo scoperchiato definitivamente un “sistema”, quello delle case popolari che per anni è stato bacino di clientela e malaffare, abbiamo fatto venire a galla lo sperpero dei fondi Gescal e denunciato più e più volte la compravendita delle case popolari che avviene nell’ente più corrotto della nostra regione, l'Aterp. Ma siamo a Cosenza, e sappiamo che quando tocchi interessi particolari, invece di essere difeso vieni attaccato e denigrato, perché il “Sistema Cosenza” non deve avere intoppi, non deve avere problemi di nessuna sorta, Cosenza e la sua corruzione dilagante non possono essere messe in discussione. 

Chi brandisce l’arma della legalità contro di noi, però, dimentica che i veri criminali sono altri: politici corrotti, palazzinari senza scrupoli, papponi di ogni genere e grado. Il Comitato Prendocasa - e abbiamo la presunzione e l’orgoglio di dirlo - in questi anni, si è trasformato in una grande comunità, sostenuta dalla maggioranza sensibile e attiva della nostra città. Crediamo che queste infamanti accuse – tese a delegittimare l’immagine della nostra comunità, perché evidentemente ha toccato gli interessi privati di alcuni, il profitto di palazzinari, gli accordi di potere – minaccino la serenità di tutta la nostra città, rappresentando un preoccupante segnale intimidatorio e inquisitorio contro l’operato delle realtà sociali e autogestite come la nostra. 

Noi non abbiamo nulla da nascondere e ci difenderemo, come sempre, in piazza e ora anche in tribunale, fianco a fianco, certi della forza e della generosità di donne e uomini che hanno messo la loro vita in gioco per difendere e riprendersi un diritto, e siamo sicuri che ancora una volta non mancherà il sostegno di chi ha frequentato i nostri luoghi, attraversato le nostre occupazioni, sostenuto e contribuito a mettere in piedi le nostre iniziative. Attendiamo di leggere la montagna di carte e visionare le centinaia di ore di girato, siamo curiosi di leggere quale saranno le accuse che muoveranno per spaccare il nostro movimento, e pronti, tutti insieme, a controbattere. Invitiamo la Cosenza vera, non corrotta, quella che ha ancora una dignità a non demordere e sostenere più di prima questa enorme comunità. Nei primi giorni della prossima settimana si terrà una grande assemblea pubblica. Chi pensa che con simili infamanti accuse riuscirà a fermarci, sarà costretto a ricredersi. 

 CI VEDIAMO IN CITTÀ

 Cosenza, 13/12/2018. 

Comitato Prendocasa

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Milano 13.12

OPERAZIONE ROBIN HOOD. 
Ovvero come rendere la solidarietà un crimine.

Un' imponente operazione dei carabinieri ha messo sotto assedio il quartiere popolare del Giambellino dalle 5 del mattino. Volanti, camionette della celere e i reparti del ROS hanno sgomberato 9 case popolari e messo sotto sequestro la BASE DI SOLIDARIETÀ POPOLARE , di via Manzano 4 sede del Comitato Abitanti Giambellino Lorenteggio.

L’accusa, firmata dal Pubblico Ministero Basilone della procura di Milano, è quella di ASSOCIAZIONE A DELINQUERE FINALIZZATA ALL’OCCUPAZIONE ABUSIVA.

La procura ci accosta a un racket per l'occupazione di case popolari sfitte facendoci passare per mafiosi, ben consapevoli che, al contrario di ALER, noi il racket lo abbiamo combattuto davvero.

Dicono che siamo stati addirittura così sfrontati da voler affrontare l'emergenza abitativa, il degrado e l'incuria che circondano questo quartiere come tanti altri. Che ci siamo opposti a degli sgomberi che avrebbero lasciato delle case vuote e delle famiglie per strada. Che abbiamo organizzato manifestazioni, presidi, picchetti antisfratto e aiutato persone in difficoltà.

Hanno ragione. Abbiamo fatto tutte queste cose.

Abbiamo, tramite la solidarietà reciproca, aiutato tante persone con i più disparati problemi. In questa città in cui una stanza in periferia ti costa 600€ abbiamo incontrato famiglie sotto sfratto, gente che ha deciso di occupare una casa VUOTA (alcune anche da 10 anni) per non restare più al freddo della strada e che ha ricevuto la nostra solidarietà nel momento in cui ALER e polizia si sono presentati alla porta per ributtarceli. Abbiamo lottato tutti uniti, italiani e stranieri, vecchi e giovani, assegnatari e occupanti con un semplice intento: LOTTARE CONTRO L'ABBANDONO IN CUI LE ISTITUZIONI CI HANNO LASCIATO.

Ci sono più di 10.000 case popolari vuote a milano, perché non vengono assegnate a chi ne ha bisogno? Ogni sgombero costa 10.000 €. Assegnare una casa non costa nulla. Rispediamo quindi l'accusa al mittente ribadendo che i veri mafiosi siedono nei consigli regionali, al comune, nel CDA di ALER.

Abbiamo insomma deciso di unirci per non abbassare la testa. Non sarà quindi una ridicola accusa a fermarci!

COMITATO ABITANTI GIAMBELLINO LORENTEGGIO