Da L'Aquila a Roma

Protesta alla sede della Rai

24 / 6 / 2010

Tornano a mobilitarsi direttamente nella capitale i cittadini dell'Aquila.

Partiti all'alba hanno raggiunto Roma per essere al fianco del Consiglio Comunale staordinario sotto Palazzo Madama e per andare alla sede Rai di Viale Mazzini.

La presenza a Roma voleva sottolineare i motivi della protesta che il 16 giugno ha visto in Piazza a L'Aquila più di 20.000 persone e denunciare il silenzio stampa che esiste su quanto sta avvenendo.

La cronaca

Ore 10.00

l Consiglio Comunale dell'Aquila si è svolto in Piazza Navona, dopo che era stato vietato lo slargo davanti a Palazzo Madama. Alla conclusione si è chiesto un incontro con Schifani 

Ore 13.00

Il 6 luglio a Roma di nuovo tutti a Roma: questa la decisione dell'assemblea cittadina che ha deciso di proseguire la mobilitazione contro una finanziaria che riduce la fascia di persone a cui verranno prorogate le agevolazioni fiscali. "Vogliamo il congelamento di tasse, mutui e prestiti per almeno cinque anni", spiegano i comitati, "e chiediamo garanzie per il lavoro e la ricostruzione".

Ore 13.30

La protesta si sposta sotto la Rai in Viale Mazzini per contestare il fatto che Tg1 e Tg2 non hanno dato notizia in serata della manifestazione tenuta all'Aquila lo scorso 16 giugno, mandando invece in onda un servizio sulle proprietà della cioccolata.

Sono stati lanciati ortaggi, allestito un banchetto ironico con pane e nutella.

''Non ci sentiamo più rappresentati da questa cosiddetta televisione pubblica", hanno spiegato i manifestanti. "La televisione di stato, che per un anno ha fatto propaganda di ogni iniziativa del governo adesso che le contraddizioni dell'intervento governativo vengono a galla, censura qualsiasi tipo di manifestazione di critica''. E poi hanno aggiunto: ''Saremo molti di piu' il 6 luglio nella nuova mobilitazione generale''. La protesta ha provocato dei rallentamenti al traffico.

Dal sito 3 e 32 i motivi della protesta:

Censurati dalla televisione, marginalizzati nel paese. Vittime della propaganda più ancora che del terremoto.

Giovedì 24 giugno saremo a Roma, accanto al Consiglio comunale straordinario sotto Palazzo Madama (h. 10.00) e poi (ore 12 circa) sotto la sede Rai di Viale Mazzini.

Mercoledì 16 giugno a L’Aquila più di 20 mila tra cittadini, forze sociali, istituzioni rappresentative di tutto il territorio del cratere e di tutte le forze politiche, attraversano la città, sfilano per chilometri sotto il sole e bloccano l’autostrada per più di un’ora.
Lanciano un grido di allarme e delle richieste precise a un governo che, dopo un presenzialismo ossessivo, sembra aver dimenticato il territorio.
Per numero di partecipanti, non si ricorda una manifestazione del genere da molti anni. E per presenza di istituzioni e unità del territorio, da mai.

Ci sono molti modi per oscurare una notizia. Si può non cancellarla totalmente, e tuttavia deformare, svilire, marginalizzare. Fino al punto che un fatto, una situazione, una realtà scompaiono nella loro verità, nella loro stessa essenza.

E’ accaduto per la manifestazione del 16 giugno a L’Aquila, accade da oltre un anno per tutto quello che riguarda la realtà del nostro territorio.

La sera del 16 giugno due telegiornali nazionali su tre del duopolio Rai- Mediaset, OSCURANO LA NOTIZIA della manifestazione: sono il Tg1 e Tg2, i primi Tg del cosiddetto servizio pubblico, e due delle tre testate televisive Mediaset (Rete 4 e Italia 1), se vogliamo considerare come notizia data il rapido resoconto che ne fa il Tg5, senza immagini.
Il Tg3 (che va in onda a manifestazione ancora in corso) non la cita tra i titoli, ma la riporta tra le altre del giornale.
La7, Sky e Linea notte ne danno conto correttamente.
Ma una buona parte del “lavoro sporco” è fatta.

Dopo averla cancellata in prima battuta, si passa a minimizzare la notizia, svuotandola man mano di senso.
Il giorno dopo il Tg1 dedica alla manifestazione due piccoli servizi, alle 6.30 e alle 7.00. Il Tg2 alle 13.00 e alle 17.00.
Ancora strategia di marginalizzazione: la notizia viene data, per non dar luogo a troppe recriminazioni, ma in orari di minore ascolto rispetto a quelli della sera, con servizi brevissimi, tanto che a molti, pur interessati, sono sfuggiti. Un flash. Nessun approfondimento sui contenuti. Nessuna successiva ripresa. Mentre, per esempio, la polemica sulla Nutella rimbalza (e si amplifica) su tutti i mezzi di informazione.
Anche la carta stampata opera in molti casi scelte editoriali difficilmente comprensibili. Se da una parte la manifestazione ottiene alcune prime pagine (Il Fatto, Il Manifesto, L’Unità), i maggiori quotidiani italiani, La Repubblica e Il Corriere, dedicano ai 20 mila aquilani solo un breve articolo.
La Stampa invece regala una rara perla di giornalismo: 7 righe per dare i numeri dicendo che “Cinquemila aquilani bloccano l’autostrada” e che hanno manifestato “circa diecimila persone per la questura, la metà secondo gli organizzatori”! (D’altra parte, si sa, la questura esagera sempre!)

Della manifestazione si torna a parlare in tv, col solo intento di smentire chi accusa i Tg di averla oscurata. Rispetto alla smentita, la notizia stessa passa in secondo piano. E’ quello che fa il Tg2, che il 19 giugno si difende dalla contestazione partita su Facebook, che ha “attaccato” sul social network le pagine dei due telegiornali Rai e intasato la loro posta elettronica: 52 secondi in tutto per dire che l’informazione era stata data e per mostrare nuovamente il servizio (25 secondi).
E così chi protestava per motivi magari sacrosanti, nel più civile, partecipato dei modi, viene fatto passare per un incontentabile, un cialtrone e pure un bugiardo.
Il cerchio è chiuso.
Ora possono riprendere le trombe della propaganda, si può tornare a parlare finalmente di beneficenza fatta in favore dell’Aquila, di concerti per L’Aquila.
Rai Uno e Canale Cinque si rimettono al lavoro: propaganda prezzolata in entrambi i casi, nel primo a spese dei contribuenti.
Ecco allora l’ampio servizio del Tg1 sul corposo assegno di Laura Pausini per ristrutturare una scuola del centro storico.
Ecco Matrix, Canale 5, che mostra in diretta le Amiche per l’Abruzzo e la loro generosità per la città terremotata. Tutto bello, politically correct. Salvo censurare in diretta Gianna Nannini che denunciava la censura.

E’ ora di dire basta. Siamo stanchi.

I semi della vergognosa propaganda che da oltre un anno viene imbastita sulla città hanno dato i loro frutti e stanno moltiplicando i danni del terremoto: l’Italia è stata in gran parte convinta che a L’Aquila vada tutto per il meglio, che moltissimo sia stato fatto e che di più non si sarebbe davvero potuto. Cosicché al danno di essere abbandonati dal governo si aggiunge la beffa di sentirsi chiedere, ogni volta che ci si allontana dalla città, cosa diavolo si voglia ancora.
Vogliamo il rispetto della nostra dignità, non elemosine o privilegi.
Chiediamo al governo di essere trattati come uno stato che voglia dirsi civile tratta i suoi cittadini. Chiediamo di non essere governati coi ricatti delle ordinanze una tantum, ma con una legge organica, come si è fatto in situazioni analoghe nella storia del nostro paese.
A un governo che permette un’evasione fiscale enorme, chiediamo lo stesso trattamento riservato agli evasori.
Chiediamo all’informazione un po’ di onestà, un po’ di verità.
A chi ha già ampiamente dimostrato di non possederne, chiediamo di lasciare il servizio pubblico.
Chiediamo che il Parlamento ci garantisca in questo e lo chiederemo con forza ai partiti. Si facciano da parte, se non son in grado di garantire uno standard minimamente accettabile all’informazione pagata dai contribuenti.
La menzogna e la falsificazione della realtà sono già intollerabili in condizioni normali. Per molti di noi che, dopo aver perso tutto, si devono sentire criminalizzati e offesi, dopo la frustrazione è arrivata l’esasperazione.
Per questo saremo a Roma giovedì 24 giugno: saremo presenti al consiglio comunale straordinario dell’Aquila, convocato sotto il Senato a palazzo Madama alle ore 10.00, insieme ai sindaci del cratere, e poi andremo davanti alla sede Rai di Viale Mazzini.
Sono già arrivate alcune adesioni alla mobilitazione: saranno con noi Valigia Blu, (www.valigiablu.it ) Cittadinanzattiva nazionale e sede Regionale Abruzzo, ass. Articolo 21, Popolo delle Agende Rosse di Salvatore Borsellino, Nuova Resistenza di Sonia Alfano (Parlamentare Europea).

Partenza autobus da L’Aquila per Roma ore 7.oo terminal di Collemaggio e Centi Colella. Info 0862 20 44 06
www.anno1.org , www.3e32.com
Evento su Facebook http://www.facebook.com/#!/event.php?eid=130659806955937

L’Aquila, 22 giugno 2010
Comitato 3e32