Da Palermo - In solidarietà

8 / 1 / 2013

Ieri mattina (Lunedì 7 Gennaio) la città di Padova è stata bruscamente svegliata da un'operazione giudiziaria contro studenti e attivisti legati ai movimenti sociali e studenteschi che hanno attraversato la giornata europea di mobilitazione del 14 novembre. Sono state effettuate 4 perquisizioni e sono stati notificati 2 arresti domiciliari e altrettanti obblighi di firma, oltre a risultare denunciate altre 5 persone.
La notizia della notifica dei provvedimenti cautelari ai danni di alcuni compagni di Padova ci lascia interdetti considerando la straordinaria giornata di movimento a cui si riferisce questa illecita azione giudiziaria. Il 14 Novembre infatti, data dello sciopero generale Europeo, a Padova come a Palermo e nel resto dell’Europa si svolgevano sit-in, cortei, blocchi stradali da parte di sindacati e movimenti sociali: in questa data si è provato a far convergere le rivendicazioni degli insegnanti, la rabbia dei precari e le agitazioni degli studenti. A partire dalle scuole, che a Palermo sono stato il nucleo portante della protesta, il 14Novembre si è caratterizzato per la nascita (e lo sviluppo nel mese successivo) di inedite coalizioni tra studenti e insegnanti: entrambi si ritrovavano in piazza e dietro gli stessi striscioni condividendo il netto rifiuto delle politiche d’austerity portate avanti dalla governance neoliberista che attaccano, e ogni giorno saccheggiano, istruzione, diritti, reddito e beni comuni. Il #14N ha avuto il merito di portare la critica al neoliberismo ad un livello direttamente europeo, di far accendere centinaia di focolai di rivolta e autogestione che sono state le 34 scuole occupate palermitane, e le centinaia di blocchi e scioperi selvaggi che si sono susseguiti fino alle prime settimane di Dicembre.
Sconvolgono queste misure cautelari perché potevano riguardare anche noi, e le migliaia di persone che per quasi un mese hanno occupato le piazze e le strade della città. Fanno rabbia perché il 14 Novembre è stata sì una giornata di violenza, ma una violenza organizzata dalla polizia e diretta unicamente contro il movimento studentesco: non vogliamo lasciare nel dimenticatoio i lacrimogeni sparati dal tetto del Ministero della Giustizia o le cariche ingiustificate contro gli studenti che a Milano e a Roma cercavano di arrivare nelle zone rosse create attorno ai palazzi del potere, o proprio a Padova dove sono stati caricati giovani studenti che provavano a fare un sit-in all’interno della stazione. Nell’era dei tecnici in molte città abbiamo assistito alla violenza tecnicamente e cinicamente utilizzata contro di noi.
Ma noi proprio dal #14N pensiamo sia necessario ripartire, perché siamo sicuri che è stata soltanto una prova, che quei nodi che ponevamo non sono stati risolti dalla crisi, che un’Europa più giusta può nascere solo attraverso la costruzione di movimenti sociali insorgenti, perché le coalizioni tra lavoratori autonomi, studenti, insegnanti e precari devono ancora meglio affinarsi e provare a immaginare un futuro senza austerità.
Vogliamo Tutti Liberi

Laboratorio Zeta - Palermo