Ieri mattina (Lunedì 7 Gennaio)
la città di Padova è stata bruscamente svegliata da un'operazione
giudiziaria contro studenti e attivisti legati ai movimenti sociali e
studenteschi che hanno attraversato la giornata europea di mobilitazione
del 14 novembre.
Sono state effettuate 4 perquisizioni e sono stati notificati 2 arresti
domiciliari e altrettanti obblighi di firma, oltre a risultare
denunciate altre 5 persone.
La notizia della notifica dei
provvedimenti cautelari ai danni di alcuni compagni di Padova ci lascia
interdetti considerando la straordinaria giornata di movimento a cui si
riferisce questa illecita azione giudiziaria. Il 14 Novembre
infatti, data dello sciopero generale Europeo, a Padova come a Palermo e
nel resto dell’Europa si svolgevano sit-in, cortei, blocchi stradali da
parte di sindacati e movimenti sociali: in questa data si è provato a
far convergere le rivendicazioni degli insegnanti, la rabbia dei precari
e le agitazioni degli studenti. A partire dalle scuole, che a Palermo
sono stato il nucleo portante della protesta, il 14Novembre si è
caratterizzato per la nascita (e lo sviluppo nel mese successivo) di
inedite coalizioni tra studenti e insegnanti: entrambi si ritrovavano in
piazza e dietro gli stessi striscioni condividendo il netto rifiuto
delle politiche d’austerity portate avanti dalla governance neoliberista
che attaccano, e ogni giorno saccheggiano, istruzione, diritti, reddito
e beni comuni. Il #14N ha avuto il merito di portare la critica al
neoliberismo ad un livello direttamente europeo, di far accendere
centinaia di focolai di rivolta e autogestione che sono state le 34
scuole occupate palermitane, e le centinaia di blocchi e scioperi
selvaggi che si sono susseguiti fino alle prime settimane di Dicembre.
Sconvolgono
queste misure cautelari perché potevano riguardare anche noi, e le
migliaia di persone che per quasi un mese hanno occupato le piazze e le
strade della città. Fanno rabbia perché il 14 Novembre è
stata sì una giornata di violenza, ma una violenza organizzata dalla
polizia e diretta unicamente contro il movimento studentesco: non
vogliamo lasciare nel dimenticatoio i lacrimogeni sparati dal tetto del
Ministero della Giustizia o le cariche ingiustificate contro gli
studenti che a Milano e a Roma cercavano di arrivare nelle zone rosse
create attorno ai palazzi del potere, o proprio a Padova dove sono stati
caricati giovani studenti che provavano a fare un sit-in all’interno
della stazione. Nell’era dei tecnici in molte città abbiamo assistito
alla violenza tecnicamente e cinicamente utilizzata contro di noi.
Ma
noi proprio dal #14N pensiamo sia necessario ripartire, perché siamo
sicuri che è stata soltanto una prova, che quei nodi che ponevamo non
sono stati risolti dalla crisi, che un’Europa più giusta può nascere
solo attraverso la costruzione di movimenti sociali insorgenti, perché
le coalizioni tra lavoratori autonomi, studenti, insegnanti e precari
devono ancora meglio affinarsi e provare a immaginare un futuro senza
austerità.
Vogliamo Tutti Liberi
Laboratorio Zeta - Palermo
Da Palermo - In solidarietà
8 / 1 / 2013