Dal traforo delle Torricelle verso l'autodromo. Ad alta velocità

Inquinamento e devastazione ambientale nel veronese

13 / 11 / 2009

Potrà sembrare incredibile, o grottesco, o addirittura comico. Invece è incredibilmente vero, normale, tragico.
Chi si aspettava un ripensamento di fronte alla doppia crisi, economica e ambientale, si deve ricredere.

Personaggi che sembrano usciti da un noir, assolutamente indisponibili a retrocedere da decisioni che, una volta messe in opera, comporteranno un abbassamento drastico della qualità di vita dei residenti (e non solo).

Traforo delle Torricelle. Autodromo di Vigasio (Motorcity). Alta velocità Milano-Verona. 3 opere che coinvolgono Verona e la sua Provincia. 3 opere che aumentano la cementificazione di un territorio che di cemento e asfalto è già abbondantemente coperto. 3 opere che contribuiscono a produrre inquinamento di aria, acqua, terra.

Poche voci critiche. Il Comitato contro il Traforo. Legambiente. Poco altro.
Molto mainstream a dare voce ai signori del cemento, delle auto, della politica.

Sindaci che si fanno eleggere come difensori del proprio territorio (Tosi), sembrano in guerra contro quanto di natura c'è ancora a Verona. La foto dell'Arena di oggi sembra quella degli anni '60, con le auto parcheggiate attorno. Robinie in Regaste San Zeno abbattute. Il traforo? Si fa. Riduce l'inquinamento e il traffico in città. C'è un po' di malumore tra quella parte di cittadinanza di Verona che abita nelle zone in cui l'autostrada è in superficie? Interriamo, ma avanti tutta. E le polemiche sui costi (cifra sparata in campagna elettorale e spesa preventiva reale) sono un gioco per Tosi. Tanto se non gli riesce c'è sempre la minaccia di querela.

Il Rag. Dall'Oca, presidente della società Autodromo del Veneto, difende il progetto Motorcity sostenendo che non sarà una colata di cemento ma “una città dedicata al motorismo e inserita nel verde”. Vediamo. La superficie totale coperta sarà di un milione 79 mila 870 metri quadrati, quella scoperta sarà di tre milioni 500 mila 130 metri quadrati, strade, marciapiedi, piste ciclabili ed altre superfici impermeabili saranno ampie 950 mila 240 metri quadrati. C'è qualcuno che ritiene devastante la costruzione del mega impianto in zona agricola e ritiene insufficiente la Valutazione di Impatto Ambientale? Bugiardo e ignorante, il progresso, lo sviluppo del territorio, l'uscita dalla crisi non aspettono altro che piste tipo Indianapolis, centri commerciali e flusso gigantesco di visitatori. Vedremo come fare di fronte alla provincia di Mantova che non lo vuole. Qui c'è il Dossier di Legambiente di Vigasio.

C'è chi sostiene che il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteoli dovrebbe potenziare di più i treni regionali rispetto all'Alta Velocità? Non si risponde neanche, da sempre i pendolari (lavoratori precari studenti) sono invisibili, non esistono. Il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica sblocca i fondi e via ai lavori. E se in Val di Susa è tutto bloccato per la caparbia resistenza della gente di montagna, qui sembra filare tutto liscio.

Condita da una buona dose di arroganza da chi si sente soldi e potere nelle mani, c'è nella loro “informazione” un sentore di marcio. Sacri profitti da fare, come il passato e il presente ci hanno insegnato non tutti propriamente leciti (ma poi, cosa si intende per leciti? Solo “a norma di legge”?). Minaccia di denunce contro chi si azzarda a sospettare infiltrazioni “mafiose” agevolate dal giro enorme di soldi. Figuri di un noir di Carlotto.

Che altro dobbiamo aspettare in questa Provincia, per vedere la comunità schierata a difesa del proprio territorio? Che ci costruiscano una centrale nucleare sotto casa? Arrivederci amore, ciao.

O forse no. Se il vento freddo di Cop15 da Copenhagen arrivasse fino a qua.