Dappertutto in Francia, la violenza quotidiana del potere economico e politico aumenta

Assemblea generale della facoltà di Caen

25 / 10 / 2010

Capovolgimento: oggigiorno, è il capo del Cgpme (Confederazione generale delle piccole e medie imprese) che piange di fronte al “terrorismo economico”… Quindi, stiamo infine condividendo con l’avversario il nostro pane – ahinoi! – quotidiano. Perfetto. Ancora. Persistiamo.

La mobilitazione contro la riforma delle pensioni ma anche contro l’insieme delle politiche anti-sociali, xenofobe e/o liberticide, si accentua giorno dopo giorno, contrariamente a quello che lascia intendere il governo. Accelerando in maniera autoritaria il processo legislativo, moltiplicando i comunicati stampa, i servizi alla televisione che nascondono la realtà del movimento (“ non c’è penuria di carburante” – “la mobilitazione scema”) questo governo mostra chiaramente la sua paura riguardo all’aumento del numero dei poli di contestazione ma soprattutto riguardo al carattere intercategoriale della lotta in corso. La popolazione non è cieca, vede, e sostiene giorno dopo giorno le azioni condotte dai differenti settori in lotta. 

Localmente, possiamo tutti partecipare alla lotta in corso!

Inoltre, martedì 12 ottobre nel Calvados, diversi settori e lavoratori si sono messi in lotta: pompieri, ferrovieri del SNCF, salariati del CHS e del CHU, dell’educazione nazionale, del CAF, delle imposte, della posta, collettività territoriali, del Valéo, del RVI, del Bosch, della stradale... I licei e le università li raggiungono nella lotta. Questo non ha precedenti! A Caen, durante le giornate nazionali, si sono riuniti più di 40.000 manifestanti. Ogni settore, ogni assemblea generale (settoriale, sindacale o intercategoriale) ha organizzato, quotidianamente, delle azioni di blocco economico con la diffusione massiccia d’informazioni: blocco non stop dei depositi di carburante, di notte e di giorno, blocco dei flussi di circolazione, blocco delle zone di attività commerciale, della Banca di Francia... Anche le farmacie rifiutano il turno di guardia in sostegno della protesta, e vengono denunciate. Queste azioni hanno federato e confermato le volontà di passare all’azione, al fine di capovolgere le ingiustizie perpetrate dal governo. Noi incoraggiamo e partecipiamo a queste azioni, ma sottolineiamo ugualmente che il contesto nazionale è ben più forte!  

Un contesto nazionale esplosivo! 

Le 12 raffinerie sono ancora oggi in sciopero (mai più visto dopo il 1968!) e le 6 della Total sono completamente ferme, malgrado l’ingiunzione autoritaria che ricatta i salariati in lotta (oltraggio al diritto di sciopero, riconosciuto per esempio, dal giudice del tribunale amministrativo di Seine-et-Marne); blocco che ha per conseguenza la chiusura o la rottura delle scorte in 3929 stazioni su 13000 circa. Anche diversi depositi di carburante sono bloccati, problematizzando ancora di più la distribuzione del carburante. Il ricordo alle forze dell’ordine ha avuto luogo per fermare i blocchi; ma la determinazione resta la stessa e i blocchi vengono rifatti un po’ dappertutto…Dopo una mobilitazione iniziata dal settore pubblico (SNCF, Educazione, EDF...), assistiamo a una macchia d’olio che si espande tanto nel pubblico tanto nel privato : GDF-Suez, trasporti urbani, una ventina di fabbriche de caucciù/pneumatici (Goodyear, Michelin, Paulstra...), una trentina di fabbriche chimiche (Rhodia, l’Oréal, Basf...), nelle fabbriche del vetro (St Gobain, Isover, Baccarat...), nella metallurgia (Dura, Astral...), nell’industria farmaceutica e alimentare(700 in sciopero il 19 ottobre), nelle centrali nucleari (Chinon, Civaux, Tricastin, Flamanville...), i convogliatori di fondi (Brink’s, Loomis), gli spazzini (Marseille, Toulouse, Nantes...), mense... La lista è lunga e si allunga! 

Passaggio generalizzato all’azione! 

Dalla capitale alle piccole città (Lorient, Abbeville, Feyzin...), passando per lecittà più grandi (Rennes, Strasbourg, Marseille, Lyon...), le azioni si moltiplicano rinforzando la determinazione. Per rispondere allo sciopero delle raffinerie, dei blocchi di depositi di carburante hanno avuto luogo un po’ dappertutto, degli aereoporti sono stati bloccati, le autostrade hanno conosciuto operazioni di rallentamenti e blocchi, i pedaggi sono stati resi gratuiti, blocchi di zone d’attività economica,stazioni e centri di smistamento, depositi di trasporto, consigli municipali sono stati annullati. La rabbia sociale di esprime andando a saccheggiare i locali del MEDEF o dell’ UMP. Il potere non può più addomesticarci.  

La repressione, unica risposta dello Stato!

Per i licei, il ministero dell’Educazione, collegato dal preside e dal rettorato, esercita una pressione pedagogica e amministrativa (minacce verbali, lettere ai genitori, esclusioni...) ponendosi lui stesso nell’illegalità! Nei numerosi blocchi dei licei, le forze dell’ordine sgombrano (Cherbourg...) o stanno davanti alle porte. Ma il coinvolgimento legittimo degli studenti/esse dei licei non si mette a tacere. All’università, le pressioni arrivano sugli studenti e i rettori diffondono menzogne sul numero delle facoltà in mobilitazione. Vogliono inoltre portare attenzione sul diritto di riunione, come a Poitiers dove le forze dell’ordine hanno impedito al Coordinanento Nazionale di riunirsi (adesso è a Mans). Cosa ancora più grave, gli scioperanti delle raffinerie sono minacciati (5 anni di prigione e 10.000 € di multa se non si piegano agli ordini del governo), i salariati sono colpiti dal CRS (Grandpuits, Amiens, Lyon...), gli scontri esplodono dappertutto in Francia (Paris, Lyon...)... Retorica abituale del governo: «bisogna punire i vandali». Questi «vandali» sono lavoratori, disoccupati, liceali e studenti. Le sanzioni penali non hanno precedenti per un movimento sociale francese: 4 mesi (di cui due con la condizionale) per uno scaricatore di porto di 41 anni ; a Lione, uno studente di 18 anni ha avuto un fermo di 5 mesi per aver incendiato una pattumiera, a Lione uno studente ha preso 3 mesi con la condizionale per aver lanciato una busta di foglie morte.... Ugualmente un sindacalista della Protezione giudiziaria della gioventù (PJJ) deplora « la comunicazione menzognera del governo» che presenta i manifestanti come dei «delinquenti». Dopo il 12 ottobre, ci sono stati 2257 interrogatori di cui 288 per la giornata del 21 ottobre. La repressione illegittima aumenta ma la determinazione del movimento come a Rennes, dove l’intervento poliziesco per sgombrare un deposito di autobus, occupato da studenti, è stato estremamente violento. Lì, i lavoratori di questa impresa si sono messi in sciopero! Assistiamo a una moltiplicazione di pratiche poliziesche illegali (tiri tesi, norme di distanza per le flash-ball, intimidazioni…) 

Noi non ci pieghiamo! Di fronte alla repressione, la solidarietà è la nostra arma. 

Chiediamo a tutto il mondo di diffondere l’idea giusta e legittima di questa lotta e delle azioni sui vostri luoghi di lavoro, alla vostra famiglia, ai vostri amici…Numerose azioni sono state già programmate localmente, specialmente dall’intersindacale interprofessionale locale e completato dall’Assemblea Generale intercategoriale di Lotta: Spengete le televisioni e raggiungete i picchetti!!! 

L’Assemblée Générale Etudiante

*** traduzione a cura di uniriot.org