Di seguito, il documento che ha convocato l'incontro a Roma a cui aderiscono anche le Polisportive e le Palestre Popolari e le realtà che hanno dato vita all'appello "gioco anch'io". Prima proponiamo un'intervista a Carlo Balestri della Uisp/MondialiAntirazzisti che ci spiega lo spirito dell'iniziativa.
"Avanziamo alcune proposte innovative in ambito normativo che possano aiutare le società sportive a rilanciarsi e continuare ad assicurare la loro preziosa attività sul territorio.
La crisi finanziaria colpisce il movimento sportivo di base. Le società
sportive non possono più contare sul sostegno delle sponsorizzazioni
delle piccole imprese, sui finanziamenti o sulle agevolazioni degli Enti
Locali. I costi delle attività sono tutti sulle spalle dei praticanti e
delle famiglie, che spesso non sono più in grado di sopportarli.
Con la crisi vengono al pettine i problemi strutturali
dello sport in Italia: lo stato non si occupa dello sport di base, le
Regioni e gli Enti Locali non hanno gli strumenti e i fondi necessari,
le poche leggi e normative di settore non aiutano lo sviluppo delle
attività sul territorio. Il mondo sportivo organizzato nel Comitato
Olimpico viene lasciato da solo a fronteggiare le attuali difficoltà.
Eppure l’attività di promozione sportiva che noi realizziamo, ogni
giorno, nel nostro territorio è fondamentale e insostituibile per vari
motivi: contribuisce alla salute delle persone e a diffondere stili di
vita sani; serve a prevenire diverse patologie e migliora le condizioni
sociali del territorio. Svolgiamo una importante funzione sociale ed
educativa senza nulla ricevere in cambio dalle istituzioni: insieme a
noi crescono i ragazzi e gli adolescenti, da noi giocano insieme persone
di lingua e cultura diversa, con noi gli anziani ritrovano energia e
voglia di vivere. Le nostre attività migliorano l’aspetto delle nostre
città. Nelle nostre sedi si discute e si decide democraticamente. Le
società sportive non sono solo pratica sportiva, sono anche una scuola
di cittadinanza e di partecipazione.
Ci rivolgiamo alle
istituzioni per sollecitare un impegno straordinario. Ci rendiamo conto
che non è il momento per chiedere finanziamenti straordinari. E’ il
momento, però, di spendere bene le risorse che si destinano alle
politiche sociali e a quelle per la salute, l’ambiente, l’educazione.
Per questo è assolutamente necessario che una nuova cultura dello sport
trovi spazio e dignità in tali programmi. Avanziamo alcune proposte
innovative in ambito normativo che, a costo praticamente zero per la
pubblica amministrazione, possano aiutare le società sportive a
rilanciarsi e continuare ad assicurare la loro preziosa attività sul
territorio:
1. Riconoscimento dell’attività sportiva come “Bene
di interesse collettivo” e diritto con dignità costituzionale, così
come indicato dal Libro Bianco sullo sport promulgato dall’Unione
Europea nel 2007;
2. Riconoscimento del “Valore sociale dello
Sport” nelle leggi di settore, a partire dai Piani Sanitari Nazionali e
Regionali e dalla legge istitutiva delle Fondazioni Bancarie;
3. Sostituire la consuetudine delle gare d'appalto al massimo ribasso
per la gestione degli impianti sportivi pubblici con l’affermazione di
criteri fissati in Convenzioni o procedure concorsuali, capaci di
valorizzare la qualità del volontariato e dell’associazionismo sportivo
attivo sul territorio;
4. Premialità del “valore sociale” delle
attività svolte dalle (ASD) Associazioni Sportive Dilettantistiche, con
particolare riferimento alle attività di Inclusione, a quelle per le
persone anziane e a quelle rivolte alla cura di determinate patologie;
5. Provvedimenti urbanistici che consentano un nuovo sviluppo
dell’impiantistica sportiva e facilitino gli interventi di manutenzione e
riqualificazione operati dal non profit sportivo;
6.
Salvaguardia delle facilitazioni fiscali per le (ASD) Associazioni
Sportive Dilettantistiche, come presupposto per il loro funzionamento e
il loro sviluppo sul territorio;
7. Introduzione della
limitazione di responsabilità civile per le ASD, insieme
all’introduzione di normative e regolamenti di semplificazione
burocratica e fiscale;
8. Riconoscimento del volontariato
sportivo, accesso ai Centri di Servizio del Volontariato per la
formazione dei volontari, possibilità di utilizzare i giovani del
servizio civile con esplicito riferimento da parte della legge 64/2001;
9. Garanzia della proprietà dei diritti sulla comunicazione e sul
marchio per gli eventi proposti dalle ASD, raccogliendo in tal senso una
pressione che sta crescendo in Europa proprio da parte di associazioni
sportive di base;
10. Riconoscimento delle attività formative svolte dalle ASD;
11. Riconoscimento all’attività formativa e vivaistica svolta dalle ASD
nei confronti dei giovani talenti che proseguono nella carriera
sportiva e professionistica. Questo riconoscimento andrà sostenuto dalle
società professionistiche nei confronti delle ASD di provenienza dei
giovani talenti;
12. Buono fiscale destinato alle famiglie per la pratica sportiva non professionale, agonistica e non agonistica".