Report dalla prima assemblea pubblica dello Spazio Politico Comune

Dentro lo spazio europeo, con la Grecia verso il #18m a Francoforte

Rovesciare il paradigma Expo, fare fronte all'attacco giudiziario ai movimenti, intensificare i percorsi di solidarietà attiva con Rojava

10 / 2 / 2015

Domenica 8 febbraio 2015 si è svolta al centro sociale Rivolta di Marghera (VE) la prima assemblea pubblica dello Spazio Politico Comune.

L'ampia partecipazione all'assemblea ed il livello della discussione che si è protratta fino a sera intrecciando le numerose tematiche poste all'ordine del giorno, ci convincono ancora di più della necessità e dell'importanza di uno spazio dove sia possibile, in un confronto autentico e libero da predeterminazioni, sincronizzare idee, azioni e suggestioni.

L'incontro aveva in programma la discussione in plenaria di quattro nodi tematici: Europa, Expo 2015, Kobane, Libertà di movimento.

DENTRO LO SPAZIO EUROPEO PER UNA VASTA CAMPAGNA DI MOBILITAZIONE VERSO IL 18 MARZO

Rispetto allo spazio europeo, la discussione ha toccato in profondità diversi temi nei quali si è intrecciata analisi di fase e proposte di agenda politica di movimento. La vittoria elettorale di Syriza in Grecia, frutto di un accumulo che ha tradotto in innovazione politica anni di lotte sociali contro l'austerity, e l'affermazione di Podemos in Spagna segnano una sfida aperta nei confronti della Troika ed un corto circuito all'interno dei suoi dispositivi di comando. Quel corto circuito va sostenuto ed allargato il più possibile perchè apre nuovi spazi all'azione dei movimenti e sviluppa processi innovativi nella pratica politica della trasformazione e del cambiamento. 

In questo contesto i movimenti che ambiscono ad essere costituenti devono essere capaci di mettere a tema sia il nodo dello “stare insieme” sia la possibilità di creare spazi di movimento transnazionali capaci di aggredire concretamente il nodo della distribuzione della ricchezza e della reale ricerca di una democrazia senza capitalismo.

Per questa ragione lo Spazio Politico Comune lancia con forza la partecipazione al 18 marzo con una mobilitazione che vogliamo costruire a partire dalle nostre città e che si ponga l'obiettivo di estendere il più possibile la partecipazione. Crediamo che la manifestazione europea del 18 marzo debba vivere nei nostri territori e crescere nei desideri di tanti e tante che vogliono portare la loro voce nel cuore dell'Europa. Lanciamo da subito l'idea di costruire la partecipazione in forma capillare anche attraverso l'organizzazione di pulman che partono dalle nostre città alla volta di Francoforte.

DALLA PARTE DELLA GRECIA DENTRO OGNI SPAZIO POSSIBILE

All’interno dell’agenda politica sono stati inseriti diversi appuntamenti che riguardano in particolare la solidarietà attiva al popolo greco, messo sotto ricatto dalle decisioni della Bce e dei governi di altri Paesi europei, primo fra tutti la Germania. Siamo più che mai convinti che nell'attuale quadro europeo schierarsi concretamente dalla parte del popolo greco significhi non solo essere solidali ma aprire una vera e propria prospettiva di lotta comune. Per queste ragioni facciamo nostro - come Spazio Politico Comune - l’appello alla settimana di mobilitazione in sostegno al popolo greco lanciato da Blockupy e da Solidarity4All, che prevede l'attraversamento di una settimana d’iniziative dall’11 al 18 febbraio (in contemporanea ai meeting dell'Eurogruppo sul caso greco e all'ultimatum affinché la Grecia si adegui ai programmi attuali di salvataggio): utilizzeremo tutte le date possibili che si daranno sia a livello territoriale sia a livello nazionale e in particolare quelle dell'11-14-15-18 febbraio perchè crediamo che la gravità dell'attacco sferrato alla Grecia richieda di sviluppare la massima estensione delle mobilitazioni.

CONTRO L'EXPO, LA SUA PROPAGANDA E LE SUE RAMIFICAZIONI

Rispetto a Expo è urgente attivare un ragionamento che parta innanzitutto dai nostri territori, all’interno dei quali il dispositivo Expo sembra aver già vinto in termini di consenso, immaginario e gestione economica. Sono stati in parte già avviati diversi percorsi in grado di toccare tutte le sfaccettature di questo grande evento e le sue implicazioni nei territori. Oltre alla questione della corruzione degli appalti è ormai chiaro che l'Expo è facilmente riconducibile allo sdoganamento di un modello basato sulle grandi opere, sulla non sostenibilità e sullo sfruttamento del lavoro gratuito. 

Lo Spazio Politico Comune assume Expo, sia nelle giornate di inaugurazione sia in tutta la sua prosecuzione, come nodo centrale della propria agenda politica di medio e lungo periodo, incrementando i percorsi di avvicinamento a Expo anche attraverso azioni volte a contrastare la penetrazione di Expo nei nostri territori.

IL POTERE GIUDIZIARIO ED I NUOVI PARADIGMI DELLA REPRESSIONE

Il tema della libertà di movimento è stato affrontato partendo dai principali laboratori di repressione che si stanno verificando nel nostro Paese, attraverso cui si determinano nuovi dispositivi di comando e bio-potere. In particolare l’ultima sentenza No Tav s’inquadra in un processo che va letto in maniera paradigmatica rispetto alla realtà che viviamo. E’ necessario aprire un dibattito che possa affrontare la libertà di movimento come tema fondativo per tutt*, che non può ridursi esclusivamente alla campagna emergenziale o alla difesa nelle aule di tribunale. Si è deciso di costruire un appuntamento tematico dello Spazio Politico Comune sulla problematica della repressione giudiziaria che ha raggiunto livelli e modalità insostenibili. L'assemblea ha assunto la manifestazione che si terrà il 21 febbraio a Torino come una necessaria risposta alla gravissima sentenza emessa nel maxi processo No Tav.

NEL CUORE DI ROJAVA, CON ROJAVA NEL CUORE

Rispetto a Kobane le carovane, che hanno visto molte delle realtà partecipanti come protagoniste, hanno permesso di vivere da dentro la resistenza e la liberazione. Il senso politico di questo grande sforzo collettivo può tradursi nel fatto che siamo stati lì per esportare solidarietà attiva e non democrazia, rovesciando quel nesso tra diplomazia e guerra che negli ultimi anni è stato fondante nei rapporti geopolitici. E’ stato pertanto deciso di continuare ed adeguare alla fase attuale i percorsi che in questi mesi ci hanno visti attivi in tutta l'eccezionale vicenda di Rojava.

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