«Diritto all'aborto, diritto all'autodeterminazione: siamo furios@»

Sabato 1 ottobre, Vicenza ore 15.00, per una manifestazione in difesa del diritto d’aborto e di autodeterminazione

24 / 9 / 2022

Appello dell’Assemblea Transfemminista Babajaga alle realtà e soggettività di tutto il Veneto per una manifestazione in difesa del diritto d’aborto e di autodeterminazione, che ci sarà a Vicenza sabato 1 ottobre.

Il 28 settembre è la giornata internazionale per il diritto all'aborto libero, sicuro e gratuito. In queste settimane il tema ha nuovamente incendiato le cronache locali e regionali, e nel clima pre-elettorale le dichiarazioni sul tema non hanno tardato ad arrivare. Parlare di aborto e autodeterminazione vuol dire affrontare il tema della salute riproduttiva a 360 gradi: salute ginecologica, accesso alle visite per soggettività trans e non binarie, medicina e salute non di genere, libertà di scelta, strutture sanitarie, obiezione di coscienza, legge 194, accesso all'Ivg e tumulazione del materiale del concepimento, tema attualmente al centro del dibattito a mezzo stampa in Veneto.

L'1 ottobre scenderemo in piazza a Vicenza, vogliamo portare tra le vie di Vicenza la nostra voce e le nostre rivendicazioni, ma non vogliamo parlare solo alla città, vogliamo parlare a tutto il territorio regionale.

Ci troviamo in una regione in cui il 75% del personale sanitario è obiettore di coscienza; in alcune strutture, ad esempio quella di Vicenza, si tocca l'88%, mentre a Treviso non è possibile effettuare un'ecografia transvaginale perché non vi è la strumentazione.

Purtroppo questi dati non si discostano molto dalla situazione che si presenta nelle altre regioni italiane. Gli ospedali dove non è possibile abortire sarebbero 31, ma la ricerca è in continuo aggiornamento, perché i reparti di Ivg aprono e chiudono, obbligando le donne a una migrazione tra una regione e l’altra, creando quindi una grande differenza di classe tra chi può permettersi di muoversi liberamente e chi no.

In una regione governata dalla Lega di Zaia da una parte e da Fratelli d'Italia con la Donazzan dall'altra, i diritti delle soggettività non normate, il diritto all'aborto e il diritto all'autodeterminazione sono costantemente sotto attacco e vengono eliminati appena se ne ha la possibilità.

E se anche non hanno successo nell'eliminazione dei diritti delle persone con utero, portano avanti campagne basate sulla retorica che parla di "bambino" dal concepimento in poi, cercando di convincerci che proprio per questo sia giusto negare la libertà di scegliere, anche grazie alle associazioni antiabortiste, che ricevono finanziamenti pubblici, e fanno propaganda contro il diritto di scelta dentro e fuori i consultori e nelle strutture ospedaliere, e ai medici obiettori di coscienza, che si trovano la strada spianata all'interno della sanità pubblica.

In Veneto, grazie alla modifica della legge regionale 18 in materia funeraria, l'autodeterminazione e la libertà di scelta a seguito di un aborto sono impedite dall'obbligo di inumazione, tumulazione o cremazione dei prodotti abortivi o del concepimento. Queste pratiche, a cui non è possibile sottrarsi, sono a spese dell'azienda sanitaria.

A livello istituzionale però forse qualcosa si sta muovendo, questo perché a seguito di una segnalazione presso l'azienda ospedaliera di Vicenza di una persona che si è trovata davanti la possibilità di non scegliere di non tumulare, da parte di alcune istituzioni, c'è stata la proposta di riportare la norma a come era prima del 2017, quando prima della 12esima settimana c'era anche l'opzione dello smaltimento del materiale da concepimento, rimettendo al centro la volontà della persona che abortisce, che deve essere sempre libera di scegliere.

Però pensiamo che questo non basti e che sia necessario mobilitarci, oggi, come abbiamo sempre fatto, per difendere la 194, per difendere il diritto di aborto e di autodeterminazione, ma anche perché vogliamo molto di più.

Dal 1978, anno in cui è entrata in vigore la legge 194, ogni giorno vediamo episodi dove è minacciato il diritto inalienabile della scelta di abortire. Diritto che, più noi daremo per scontato, e più sarà facile, per le forze politiche, togliercelo.

L'1 ottobre saremo in piazza a Vicenza, a portare nuovamente le nostre voci per le strade, per ribadire che la 194 non ci basta, vogliamo che il diritto alla salute ginecologica sia garantito per tuttə all'interno delle strutture pubbliche, che devono essere attrezzate, e al cui interno non devono entrare associazioni pro vita e obiettori di coscienza. 

Vogliamo portare delle rivendicazioni concrete, deve essere garantito nelle strutture ospedaliere il diritto alla salute ginecologica riducendo i tempi di attesa per una visita. i reparti devono essere attrezzati adeguatamente e il personale formato sulla medicina e salute non di genere, il diritto all'Ivg deve essere garantito e le percentuali di obiettori ridotte al minimo. Vogliamo un ri-adeguamento del sistema di prenotazione e di accesso alle strutture sanitarie, in quanto una soggettività t che ha finalmente effettuato il cambiamento anagrafico possa accedere a ginecologia senza dover incappare in problematiche che spesso portano a rivolgersi al privato, i Cav e le associazioni pro-life devono essere fuori dalle strutture sanitarie

Il diritto ad abortire non è scontato, hanno continuato e continueranno a provare a togliercelo, un pezzo dopo l'altro. Per questo, dobbiamo continuare a mobilitarci, a lottare, a far sentire le nostre voci, perché sul nostro corpo vogliamo decidere sempre e solo noi.