Due anni di Mezzocannone Occupato - Live dei 99 Posse

18 / 11 / 2014

21 e' Nuvembre simm o lat e Napule che ancora vo' scegliere

Così dice un verso di quella poesia rap che è il brano che racconta l'occupazione di Mezzocannone. I ragazzi dello Shotgun la scrissero di getto poche settimane dopo aver preso casa al civico 12 della strada storica dell'università napoletana, in pieno centro antico. Molte di quelle cose solo evocate in quel brano sono successe davvero e dopo due anni di occupazione Mezzocannone Occupato tra le altre cose e' anche uno degli spazi di riferimento dell'underground napoletano e della scena rap emergente e indipendente. La potenza di questo verso d'altra parte è quella di raccontare in poche parole efficacissime che cosa significa occupare uno spazio sociale in questo momento storico e in una città come la nostra. Occupare vuol dire scegliere. Scegliere di rifiutare l'idea che l'abitazione degli spazi collettivi passi solo per il denaro, per il debito e per la speculazione. Scegliere di aprire le porte che le istituzioni ( nel nostro caso quelle universitarie) hanno colpevolmente chiuso. Scegliere di offrire a se stessi ( perché noi per primi siamo parte di quella generazione meridionale disoccupata, sottoccupata, precaria) e parallelamente alla città servizi, socialità e cultura senza barriere né economiche né di cittadinanza. Oggi Mezzocannone è Shotgun, la sala di registrazione hip hop che è immediatamente anche laboratorio di produzione musicale. E' Nablus, la scuola di italiano per stranieri che insegna l'italiano ad una classe di migranti sempre più numerosa. E' l'Auditorium Carla e Valerio Verbano che ha una sua assemblea di artisti e artiste che ne curano la programmazione, oltre alla rassegna di Ladri di Cineteche, che ruba alla programmazione dei cinema pellicole in lingua originale e ne permette la visione gratuita. E' uno spazio-bar. Una libreria. E' l'aula studio. E' tutte queste stanze che sono ormai a dei micro- laboratori che lavorano sinergici. Ma Mezzocannone è soprattutto centinaia e centinaia di giovani e giovanissimi che lo abitano per intere giornate. E' la casa di un pezzo di città che in molti casi si identifica in quella definizione giornalistica e però utile dei neet. E' embrionalmente un luogo di organizzazione di questa soggettivata inafferrabile, come ci ha dimostrato una parte del lavoro che ha preceduto il 14 novembre. Proprio in questa occasione in cui tutti ci siamo interrogati su come si potevano coinvolgere i "senza sciopero" nella giornata di blocco della produzione metropolitana, abbiamo capito che spazi come Mezzocannone Occupato , finestre eternamente aperte sulle contraddizioni della metropoli, servano da aggregatori e moltiplicatori dei ragionamenti e delle proposte di pratiche per tutti quelli e quelle che non attraversano altri luoghi di potenziale soggettivazione, perché esclusi a priori. Tutto questo parallelamente al pezzo studentesco, che anche forte della centralità metropolitana di quello spazio, sta incrociando e sedimentano lavoro dentro scuole sparse in ogni angolo della metropoli. Il joker di Kaos è una delle cose che meglio racconta la rete di relazioni infinita che si dipana da quel palazzo, Quest'anno il nostro compleanno si incastra nell'autunno di mobilitazione che su ogni territorio sta cominciando finalmente a mostrare al governo Renzi che delle voci di dissenso esistono e che hanno un'enorme capacità organizzativa anche senza il contributo delle grandi organizzazioni sindacali. E' la grande vittoria del 14 novembre. Quella di aver mostrato la potenza dell'organizzazione dal basso del conflitto sociale e la possibilità che lo stesso possa non battere le solite strade della ricomposizione, ambendo per la prima volta in questo paese a parlare alle metropoli tutta. Venerdì sera festeggeremo con il concerto dei 99 posse che presenteranno curre curre guaglio' 2.0 , aperti chiaramente dal live dello Shotgun. Vi aspettiamo in tante e tante non solo venerdì sera. Mezzocannone e' sempre aperto a nuovi progetti e nuove proposte politiche, culturali, artistiche. Gli spazi sociali oggi sono al centro di un attacco repressivo senza precedenti. In questa fase post- democratica che sta attraversando questo paese le questure hanno chiaro il fatto che da quelle stanze partono tante delle campagne, delle mobilitazioni e delle iniziative che attaccano frontalmente la speculazione, i poteri forti, la devastazione dei territori. Per questo sono una rogna e vanno trasformati in un problema di ordine pubblico. E' a fronte di questo attacco così violento e frontale che noi dobbiamo continuare non solo ad occupare ma a rivendicare le nostra alterità dentro le città degli abusi, delle militarizzazioni e della gentrification. Abbiamo un ruolo fondamentale ora che nella crisi anche in Italia si comincia a strutturare un'opzione di destra reazionaria e razzista. Noi siamo un presidio di democrazia. Noi siamo la garanzia che nei nostri quartieri non ci sarà mai spazio per la diffusione di sentimenti di odio razziali, di intolleranza e sessismo. 

Lunga vita a Mezzocannone. Lunga vita ai ribelli. Lunga vita ai centri sociali!