Emergenza casa in Trentino: analisi e proposte

11 / 8 / 2022

Negli ultimi mesi ha fatto finalmente capolino sui giornali la questione abitativa in Trentino: in primo luogo in seguito al presidio da noi organizzato che ha costretto a posticipare lo sfratto della famiglia Ben Sassi (a causa del pagamento in ritardo di due rate condominiali!) il 24 giugno 2022. Sono stati inoltre pubblicati i dati che hanno segnalato come le case ITEA assegnate a Trento nel 2021 a nuovi inquilini siano state appena 471

Si è aperta una fase di studio e documentazione, seguendo la drammatica esperienza di alcune famiglie sfrattate o con difficoltà abitative che il Centro Sociale Bruno e l'Assemblea contro il carovita ha incontrato e conosciuto.

In seguito, una riflessione sullo stato del diritto all’abitare in Trentino e sulla società finanziata dal capitale pubblico che dovrebbe garantire tale diritto.

ITEA, scopo e storia 

«Itea Spa (Istituto Trentino per l’Edilizia Abitativa) è una Società di capitali avente come socio unico la Provincia autonoma di Trento, soggetta all’attività di direzione e di coordinamento da parte di quest’ultima e svolge la sua missione aziendale nel rispetto della normativa provinciale, con il compito di conservare e incrementare la disponibilità degli alloggi destinati alla locazione su tutto il territorio di competenza. Itea Spa assolve ai propri scopi istituzionali locando il patrimonio edilizio abitativo e non abitativo resosi disponibile a seguito di interventi di costruzione, ristrutturazione, acquisto e gestione con i quali genera offerta abitativa per soddisfare il bisogno di quanti non hanno mezzi economici sufficienti per rivolgersi al mercato immobiliare privato». 

Il virgolettato è quanto riportato all'inizio del Bilancio sociale 2020, l'ultimo disponibile sul sito di Itea. Si tratta quindi di una società per capitali costituita con la Legge provinciale 7 del 2005, incaricata di gestire un patrimonio immobiliare che in alcuni casi ha una storia ormai secolare. 

Nel 1922 nacque infatti, ad opera del Comune di Trento durante l'amministrazione del sindaco liberale Vittorio Zippel, l'Istituto Autonomo per le Case Popolari (IACP), che assunse la gestione dei «Casoni», i due complessi edilizi realizzati a partire dal 1919 a Trento tra via Bronzetti e via Filzi (all'epoca ai margini della città, praticamente affacciati sulle campagne), per rimediare alla grave carenza di alloggi che colpiva il Trentino dopo le devastazioni della Grande guerra. Una pratica e anche una realizzazione architettonica ispirata a quanto realizzato dalla socialdemocrazia austriaca a Vienna. 

Un terzo edificio si aggiunse tra il 1928 e il 1929, raggiungendo un totale di circa 500 appartenenti, all'epoca destinati soprattutto ai lavoratori della vicina fabbrica Michelin e al ceto impiegatizio2

Nel 1972 la stesura del secondo statuto d'Autonomia per la Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol mette fine alla stagione della contrapposizione, anche violenta, con la minoranza di lingua tedesca. Molti dei poteri precedentemente detenuti dall'Ente Regione e dallo stato italiano vengono delegati alle due Province autonome di Trento e Bolzano (del resto era stata proprio la questione dell'edilizia popolare ad accendere la miccia dello scontro nella seconda metà degli anni Cinquanta). 

Nel dicembre 1972 nasce quindi ITEA come ente provinciale: tra le sue prime realizzazioni ricordiamo le “Torri” di Madonna Bianca, a Trento sud. 

Nel 2005 ITEA diventa una società per azioni avente come unico socio la Provincia Autonoma di Trento. È retta da un Consiglio di Amministrazione guidato da un/una presidente in carica per tre anni3.

Ovviamente, essendo la Provincia l'unico finanziatore è la maggioranza in Consiglio provinciale ad esprimere la presidenza, come in tutti gli enti dipendenti dal capitale pubblico e quindi dalle scelte del potere politico. Se andiamo a vedere quando gli alloggi ITEA sono stati costruiti (è riportato nel bilancio sociale ITEA), possiamo leggere la storia dei rapporti di classe in Trentino incisa nelle realizzazioni dell'edilizia pubblica. 

Il 23,3% è stato costruito tra il 1900 e il 1970; il 30,6% tra 1971 e 1985, il 23,7% tra il 1986 e il 2000 e il 21,1% tra il 2001 e il 2020, con un 1,4% di cui non si conosce la data di costruzione. 

Pertanto, bisogna rendere merito alla Democrazia Cristiana di Piccoli e Kessler per aver interpretato i bisogni della comunità trentina e per aver saputo avviare una grande stagione di edilizia popolare a partire dall'inizio degli anni Settanta, ma soprattutto bisogna dare merito ai cortei di operai e studenti per le vie di Trento per averli, diciamo, «incoraggiati in modo assai convincente» a percorrere quella strada con rapidità e perizia. 

Insomma, le case popolari non crescono come funghi: ci vuole una classe dirigente responsabile, ma soprattutto ci vogliono le lotte, la gente che scende in strada e si prende ciò che le spetta. Di certo nessuno ha mai conquistato una casa popolare votando per i fascisti più o meno travestiti e/o standosene su facebook a postare «le case popolari prima ai trentini!!!!». 

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1 A Trento 1.059 in corsa per una casa Itea. L’Adige. 14.7.2022.

2 Si veda Mauro Lando. I casoni, edilizia popolare alla viennese su “Il Trentino” del 21 giugno 2016 https://www.giornaletrentino.it/cronaca/trento/i-casoni-edilizia-popolare-alla-viennese-1.676312

3 Si veda il sito http://www.itea.tn.it/Chi-Siamo/Itea-SpA

Emergenza casa in Trentino, il testo completo