Acqua Bene Comune

Empoli - Portiamo la democrazia laddove viene negata

Sabato 31 marzo presidio al consiglio comunale “aperto” sull’acqua presso il Cenacolo dell’ex Convento degli Agostiniani di Empoli

30 / 3 / 2012

Sabato 31 marzo si svolgerà ad Empoli un sedicente consiglio comunale aperto per discutere sui temi relazionati all'acqua e al referendum di giugno scorso. In realtà non sarà un consiglio comunale aperto, perchè gli interventi sono stati programmati dai vari partiti che compangono il consiglio comunale e non è stata concessa la parola a nessun rappresentante del Comitato empolese per l'acqua bene comune. Non c'è da stupirsi, visto che l'amministrazione comunale di Empoli ha già fatto una scelta chiara nei confronti del 70% dei cittadini del territorio che hanno votati sì al referendum, quando a dicembre insieme agli altri comuni del suo ATO di zona hanno rinnovato per altri 5 anni la presenza dei privati in acque s.p.a., l'azienda locale di gestione dell'acqua.

Il Comitato empolese per l'acqua bene comune ha scritto il seguente comunicato per mettere in discussione il consiglio comunale di domani e contionuare a chiedere il rispetto del voto referendario.


* Comitato empolese-valdelsa per l'acqua bene comune*
Comunicato Stampa, 30 Marzo 2012


*Portiamo la democrazia laddove viene negata*

Esprimiamo la nostra contrarietà rispetto alle modalità di convocazione del presente consiglio comunale che vede negare il diritto di parola a Movimenti, Associazioni e società civile di questo territorio.

I comitati territoriali sono i legittimi custodi dell’esito referendario, che nell’empolese valdelsa ha visto il 71% di cittadini/e (più di 125 mila persone del territorio) insieme ad altri 27 milioni in tutta Italia votare si ai due quesiti sull’acqua e i servizi pubblici locali.

Questa cittadinanza consapevole, una maggioranza più ampia di qualsiasi amministrazione del territorio, ha indicato chiaramente che l’acqua deve uscire dal mercato e che i profitti devono uscire dalla gestione dell’acqua, e ora vi invita a prendere finalmente atto di quel risultato.

Negli anni recenti del Berlusconismo, gran parte di voi si sono aggrappati alla difesa dei diritti costituzionali, oggi siamo qui a ricordarvi l’attuazione concreta di tali principi. La Corte costituzionale prima e il Decreto Presidenziale del luglio 2011 successivamente, hanno sancito la legittimità dell ‘esito referendario e chiesto testualmente:  E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Vogliamo ricordarvi che lo stesso Ministro dell’Ambiente Clini ha emanato alcune settimane fa una circolare in cui riconosce che, anche senza una nuova normativa nazionale, le tariffe vanno adeguate all’esito referendario. Non c’è quindi alcuna necessità di attendere alcunché né siamo più disponibili ad accettare le vostre pretestuose argomentazioni e l’umiliazione di principi, norme costituzionali e della democrazia.

La questione dei beni comuni adesso incontra l’ostilità da un lato di un governo di banchieri che finge l’inesistenza di questo referendum e dall’altro della cosiddetta troika (BCE-FMI-UE) che detta un’agenda politica volta a privatizzare sempre più pesantemente.

Ma quello che i cittadini e le cittadine hanno indicato con il voto di un anno fa (con lucida lungimiranza potremmo dire, vista la lettera dell’agosto al governo italiano firmata BCE) è un’uscita dalla crisi alternativa a quella imposta dalla dittatura dei mercati. Abbiamo indicato tutte e tutti che al centro adesso dobbiamo mettere i bisogni delle persone, a partire dalla tutela del diritto all’acqua, con nuove modalità di gestione partecipate che superino sia il vecchio modello pubblico che quello privato.

Ed abbiamo indicato la strada e le modalità di finanziamento, come dimostra la legge di iniziativa popolare sulla gestione partecipata del servizio idrico (presentata con più di 400 mila firme nel 2007), che giace ancora in qualche cassetto del parlamento; e come dimostra la proposta di finanziamento del SII presentata nel maggio 2011 dallo stesso Forum italiano dei movimenti per l’acqua.

L’alternativa insomma c’è e praticarla è un dovere di ogni cittadino e di istituzioni democratiche che abbiano a cuore non soltanto il tirare a campare, ma anche la consegna di un territorio vivibile alle generazioni future.

Si sente un gran parlare di coesione sociale, ma se le istituzioni stesse non rispettano la costituzione e non applicano un referendum vinto palesemente, possono esse essere credibili? I cittadini hanno detto due cose chiare meno di un anno fa: fuori l’acqua dal mercato e fuori i profitti dall’acqua. Esigiamo che le istituzioni rispettino la volontà popolare e avviino la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato anche qui.

Se continuassero invece nell’autoreferenzialità e nel non rispetto delle regole il distacco delle istituzioni stesse dal territorio e i suoi cittadini non potrà che aumentare ulteriormente alimentando la sfiducia, con grave danno per tutta la collettività.

Saremo presenti Sabato mattina alle 9.30, ed alla negazione di democrazia imposta rispondiamo portando al consiglio comunale lo sportello della campagna di obbedienza civile che, aiutando i cittadini nell’autoridefinizione delle bollette in accordo alla nuova legge post-referendaria (la quota del profitto in bolletta è divenuto illegittimo), oggi pratica la vera democrazia.

Invitiamo inoltre la cittadinanza all’iniziativa pubblica di Martedì 3 Aprile, in cui offriremo informazioni sulla Campagna di Obbedienza Civile, appuntamento alle 21 alla casa del popolo di Avane.

Il nostro voto va rispettato!

Si scrive acqua, si legge democrazia!

Comitato empolese per l’acqua bene comune