diritto alla casa

Empoli- Rinviato lo sfratto

"Adesso il comune trovi una soluzione" dice lo Sportello Sociale

11 / 3 / 2010

Dal comunicato dello Sportello Sociale:

Ancora una volta grazie ad un folto e determinato picchetto sicurezza siamo riusciti a rinviare lo sfratto di una famiglia in difficoltà di fronte alla crisi. Ancora una volta le amministrazioni comunali non intervengono per garantire un tetto a famiglie in difficoltà. Succede sempre così, la politica abitativa oggi è ridotta alla gestione delle emergenze: finché non c'è il concreto pericolo che una famiglia vada a finire sotto un ponte nessuno interviene. Adesso che lo sfratto è rinviato all'8 di Aprile confidiamo che l'amministrazione di Montelupo voglia trovare una soluzione adeguata per Mounir e famiglia, in modo da consentire loro un passaggio da casa a casa, con un affitto sostenibile, e da permettere al proprietario di poter rientrare in possesso della casa senza altri problemi anche prima dell'8 Aprile, possibilmente.

La politica abitativa e l'emergenza sfratti, lo diciamo da tempo, avrebbero però bisogno di una veduta di più ampio periodo: 70 appartamenti da assegnare in tutto nel circondario, a fronte di più di mille richieste (il Tirreno del 3 Marzo 2010), sono dati che dovrebbero far riflettere. Il 23 Marzo uscirà la graduatoria definitiva per gli alloggi ERP a Montelupo, e Mounir e famiglia avranno almeno sei punti, che già sono tanti, e forse sette, ma la speranza di avere un'assegnazione, in questa situazione, quanto è verosimile? Chiediamo per l'ennesima volta al circondario, e in particolare proprio alla sindaca di Montelupo Rossana Mori (che ha la delega alle politiche abitative), di aprire un tavolo che, prendendo atto della situazione di estrema emergenza abitativa, voglia affrontare la situazione dal punto di vista politico, dunque non in un'ottica di pura gestione delle singole emergenze. Un tavolo che sappia individuare già nel breve periodo delle strade percorribili per sopperire alla mancanza di alloggi per le emergenze e per chi è in attesa della casa popolare, a partire dal blocco della vendita del patrimonio pubblico e dal suo recupero e riutilizzo a fini sociali.

Una politica abitativa per il circondario consentirebbe tra l'altro di evitare lo sperpero di denaro pubblico (dunque di tutta la cittadinanza) per pagare stanze in affittacamere alle famiglie sfrattate per cui non sono disponibili alloggi emergenziali pubblici. A conti fatti, questi interventi gravano non poco sulle casse comunali, e non risolvono minimamente il problema casa.

SPORTELLO SOCIALE

Orda Precaria

Cobas empoli valdelsa