Stella Salis, attivista del Coordinamento Studenti Medi di Padova e di Fridays for Future, ha intervistato Elena Gerebizza di Re Common su alcuni concetti chiave dell’attuale fase che stiamo vivendo, come l’estrattivismo, l’evoluzione del cosiddetto “capitalismo fossile”, le potenzialità dei movimenti climatici.
Nella tua storia di ricerca e attivismo ti sei occupata
molto di estrattivismo: hai mai avuto modo di interfacciarti con il tessuto
sociale delle comunità che si disgregano proprio a causa di questo fenomeno?
Mi vengono in mente diverse
situazioni, fra le più eclatanti la Nigeria. Nel delta del Niger si nota la
devastazione ambientale causata dall'estrazione del petrolio, ma ci sono anche
altri elementi a caratterizzare l'estrattivismo fra cui la violenza diffusa, la
corruzione e - appunto - la disgregazione del tessuto sociale. Una vera e
propria politica di divisione delle comunità applicata in maniera cosciente non
solo dalle aziende, ma anche dallo Stato, funzionale a mantenere quel tipo di
ricchezza e potere.
Anche in Azerbaigian l'estrattivismo si manifesta come un sistema legato all'estrazione di petrolio e dei gas, nonostante la modernità della capitale (Baku). Basta uscire dalle vie principali per trovare una situazione di povertà estrema e, quindi, una mancata ridistribuzione della ricchezza. Conoscendo chi vive lì ci si rende conto che c'è una repressione fortissima, non ci sono libertà civili e, come un Nigeria, tutto è funzionale a mantenere la struttura di potere legata al petrolio.
Diciamo che la mancanza assoluta di democrazia e di libertà civili è ciò che colpisce di più, ma anche la distruzione totale del tessuto sociale è legata a una politica governativa volta a controllare in maniera capillare ogni persona attiva politicamente. Dai blogger agli artisti che usano la propria arte per denunciare il governo, tutti sono vittime di una pressione pazzesca, anche all'interno delle stesse famiglie non c'è fiducia e questo rende l'idea di quanto possa essere pervasivo questo sistema.
Sei mai venuta a conoscenza di esempi simili in Italia?In Italia ci sono esempi, ma più legati al sistema delle grandi opere come in Val Susa (TAV), in Salento (TAP) o in Laguna Veneta (MOSE). Tutti casi che possono essere letti come manifestazione di un sistema estrattivista, che in questo caso usa come perno le grandi opere per attuare un modello estrattivista. La repressione, la mancanza di democrazia sono presenti in maniera trasversale a tutti i settori della società e le istituzioni – da quelle territoriali al governo centrale – sono funzionali a tenere una politica estrattivista.
Nel progetto del MOSE la
corruzione è emersa con l'inchiesta della magistratura e il processo; da lì si
è potuto capire che tipo di relazioni fossero in piedi e forse sono in piedi
tutt'ora. Ma, nonostante tutto, si è visto che quell'elemento corruttivo
dichiarato sistemico e strutturale dalla magistratura stessa è stato
considerato dal governo come meno rilevante dell'opera stessa, ignorando il
fatto che si parli di opera inutile.
Ora la domanda è: perché c'è così tanta distanza
fra ciò di cui hanno bisogno le persone e quello che viene attuato dai governi?
Secondo noi la "lente" dell'estrattivismo è uno strumento molto utile
per capire le dinamiche complessive di una società.
Io sono
anche un'attivista di Fridays For Future e, come Fridays For Future, abbiamo
tentato di individuare e individuato all'interno delle multinazionali dei
combustibili fossili il problema della crisi climatica. Secondo te come si
potrebbe agire, in termini di rivendicazioni politiche concrete, nella lotta
contro i combustibili fossili?
Secondo noi l'elemento critico è tentare di
andare alla radice e scoprire le cause vere; è vero che i combustibili sono
dannosi, ma andando oltre si può capire che c'è molto più di quello, quindi va
fatta una lettura più sistemica del ruolo delle aziende del fossile.
Oggi vediamo queste stesse aziende diventare
leader del rinnovabile, ma se queste multinazionali da domani cessassero
completamente la loro attività estrattiva spostando i loro business nel
rinnovabile ci sarebbe un vero cambiamento a livello di società? La risposta è
no, sicuramente scenderebbero le emissioni, ma il loro modo di fare profitto rimarrebbe
intatto e continuerebbe a essere legato al modello estrattivista.
Bisogna rendersi conto che un cambio sistemico da
parte loto è impossibile, perciò la critica deve essere ancora più affinata. Le
multinazionali del fossile sono un problema, ma forse non bisogna chiedergli
solo di smettere di investire nel petrolio, ma anche qualcosa di più
Un’ultima domanda sull’uso e abuso della parola estrattivismo.
Dipende da chi lo usa e come. Quando lo utilizziamo è importante andare oltre il termine e spiegare esattamente cosa intendiamo e spiegare anche il tipo di azione che vediamo come trasformativa in risposta al modello estrattivista. È sicuramente diventato un termine quasi di moda, per cui a volta viene utilizzato come slogan e quindi è importante da parte nostra declinare e spiegare di cosa si sta parlano.