#EUshame - Occupata la sede della Commissione Europea a Milano

Attivisti e attiviste si siedono a terra nell'atrio della commissione europea, per dire forte e chiaro che è il momento di aprire i confini e far arrivare le persone in Europa in modo sicuro. Cronaca in aggiornamento.

6 / 3 / 2020

L'Unione Europea sta attuando una guerra contro decine di migliaia di persone migranti che dalla Turchia cercano protezione in Europa ma trovano Frontex ed i carri armati di Grecia e Bulgaria. In questa settimana almeno una persona è stata uccisa e cinque sono rimaste ferite dai proiettili sparati dalla polizia greca nei pressi del confine di Kastanies, un bambino nel naufragio di un gommone respinto nel tratto di mare di Lesbo. 

Al grido "Europa vergogna, fermiamo la guerra ai migranti e apriamo i confini", un centinaio di attiviste e attiviste dei centri sociali del Nordest e della campagna Lesvoscalling stanno occupando la sede della Commissione UE a Milano.

Un'occupazione che vuole essere una forte denuncia della situazione che si sta perpetrando in questi giorni tra il confine turco e quello greco, e che vede l'UE complice di crimini contro i diritti umani e la vita delle persone, con i sinceri complimenti per l'ottimo lavoro svolto finora nel tenere chiuso quel confine. 

I manifestanti sono seduti a terra nell’atrio per protestare contro le politiche europee che prima stringono patti scellerati con la Turchia e poi armano le polizie di confine per respingere e uccidere le persone in cerca di protezione. Dal balcone principale della Commissione è comparso uno striscione che ricorda come la vera emergenza sia quella di proteggere le persone evacuandole della isole greche e dalle zone di confine, e non di promuovere gli Stati a "scudi d’Europa".

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Per più di tre ore attivisti e attiviste dei centri sociali del nordest e della campagna Levsos Calling hanno occupato l'atrio della commissione europea a Milano. Tanti gli slogan che chiedono l'apertura dei confini e la fine delle barbarie in atto sul confine turco-greco, che ha visto in questi giorni già due vittime e numerosi feriti. L'Europa invece di intervenire per creare un passaggio sicuro per le persone aiuta la polizia greca con 6000 soldati e imbarcazioni di rinforzo per respingere i migranti. Oggi attivisti e attiviste hanno dato un forte segnale rispetto alla richiesta di diritti e di corridoi umanitari per la libertà di movimento di tutti e tutte.

In seguito il comunicato:

Shame on the E.U.: people before borders

Stop to the war against people, Freedom of movement!

L'Unione Europea sta attuando una guerra contro decine di migliaia di persone migranti che dalla Turchia cercano protezione in Europa ma trovano Frontex ed i carri armati di Grecia e Bulgaria. In questa settimana almeno una persona è stata uccisa e cinque sono rimaste ferite dai proiettili sparati dalla polizia greca nei pressi del confine di Kastanies, un bambino nel naufragio di un gommone respinto nel tratto di mare di Lesbo. Il governo greco, retto da una coalizione di destra e guidato da Kyriakos Mītsotakīs, ha proclamato lo stato d'emergenza, schierando l'esercito ai confini e sospeso il diritto di chiedere protezione internazionale, richiamandosi alle condizioni eccezionali di cui all'Art. 78 del TFUE. Più di 40.000 persone sono invece intrappolate da mesi nelle isole dell'Alto Egeo, a causa dell'accordo UE-Turchia del 18 marzo 2016, costato ai cittadini europei 6 miliardi di euro. Ora, rifiutandosi di bloccare le persone, Erdogan di fatto lo rompe e lascia all'Europa la responsabilità di bloccare i migranti, a costo di ucciderli tutti uno per uno. Quell'accordo è stato un gigantesco errore perché ha consegnato ad Erdogan una fenomenale arma di ricatto. Oggi come allora servono canali umanitari, non gendarmi esterni!

Nonostante violenze reiterate, violazioni dei diritti fondamentali e detenzioni illegali siano costantemente confermate, i leader dell'Unione Europea elogiano Grecia e Bulgaria come "scudo" dell'Europa e rinforzano Frontex con 6000 agenti, 6 imbarcazioni ed attrezzature per potenziare il controllo dei confini di terra e di mare. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha reso immediatamente disponibili 350 milioni di euro di fondi UE per garantire la chiusura dei confini esterni dell’UE verso la Turchia. Altri 350 milioni saranno disponibili in forma di agevolazioni finanziarie. Angela Merkel ha proposto alla Turchia, nella settimana scorsa, un nuovo accordo allo scopo di poter rimandare indietro chiunque provi a entrare nel territorio degli Stati UE. Sottoscrivere un nuovo accordo sarebbe regalare un ulteriore strumento di ricatto ad un tiranno antidemocratico come è Erdogan!

Mentre i decisori politici blindano i confini d'Europa, nei territori le formazioni di estrema destra organizzano indisturbate intimidazioni, attacchi incendiari ed aggressioni contro i migranti ed i volontari delle ONG.

L'azione dell'UE in queste settimane, le politiche indicate dalla Commissione Von der Leyen e dal vicepresidente Schinas fomentano la paura, l'odio e le tensioni sociali contro i più deboli.

È forse questo lo stile di vita europeo che vogliamo promuovere?

Rigettiamo questa guerra europea contro persone che cercano protezione!

Sosteniamo le persone non gli Stati!

Più di tre milioni di profughi ora in Turchia sono lasciati dall'UE nelle mani di Erdogan che li utilizzerà come carne da cannone nello scontro geopolitico con l'Europa.

Vogliamo canali umanitari subito! Vogliamo l’apertura del confine tra Grecia e Turchia!

Rivendichiamo la libertà di movimento: le persone che si trovano nelle isole del Mar Egeo devono essere immediatamente evacuate e portate sulla terraferma, e in deroga al regolamento di Dublino, ricollocate negli altri Paesi nei quali deve essere garantita un’accoglienza dignitosa e il diritto d’asilo.

Evacuazione immediata da tutta la Grecia e dalla Turchia!

Canali umanitari subito!

Libertà di movimento per tutte e tutti!

Stop accordo UE-Turchia!

Al fianco delle persone in cammino

Centri sociali del NordEst

Campagna Lesvos Calling