Festa d’Aprile a Venezia! Occupata la paratia del Mose

26 / 4 / 2015

E’ festa d’Aprile in Italia. Festa della Liberazione da un regime fascista, dittatoriale, corrotto e violento. Anche Venezia ha voluto celebrare il suo 25 aprile con un segnale forte: liberiamo la nostra città da mafia e corruzione. Liberiamo la città dal Mose.

Questo pomeriggio, all’Arsenale, una cinquantina di attivisti ha pacificamente occupato la paratoia di quella fabbrica di corruzione che è stato ed è tutt’ora il Mose. Perché gli arresti pur eccellenti e le inchieste tutt’ora in corso non hanno cambiato niente: la macchina della corruzione continua a macinare tangenti e conserva tutto il suo potere decisionale, dittatoriale, sulla laguna alla faccia dei veneziani e della stessa amministrazione comunale democraticamente eletta. Alzare sulla paratia la bandiera “No Mose”, significa alzare la bandiera della democrazia e del diritto dei cittadini di decidere sulla loro città. Occupare la paratia che il Consorzio ha portato all’Arsenale significa ribadire al Consorzio che nessuno oramai a Venezia è tanto fesso da cascare ancora nella sua propaganda patinata e che tutti oramai hanno chiaro che altro il Mose non è che un furto alla città, alla legge Speciale e alle casse dello Stato. Un furto consumato tra appalti truccati e criminalità organizzata per realizzare un’opera distruttiva, da sempre osteggiata tanto dai cittadini quanto dagli scienziati esperti nell’idrodinamica lagunare. Un furto consumato tra tangenti e sprechi vergognosi, non ultimo quello di trasportare una paratia con tre rimorchiatori sino all’Arsenale per mostrarla a turisti e cittadini. Ma stavolta, il Consorzio ha fatto male i suoi conti. Più che stupore, tra i visitatori si respirava rabbia ed indignazione. Quella stessa rabbia ed indignazione che è esplosa nella simbolica occupazione della paratia dei ragazzi e delle ragazze degli spazi sociali.

No Mose, quindi, e No mafia. Per un 25 aprile di Liberazione. In attesa della manifestazione del 9 maggio.

Di seguito il comunicato distribuito dagli attivisti.

ARSENALE APERTO ALLA PROPAGANDA DELLA CRICCA DEL MOSE

A quasi un anno dalla retata storica, con gli arresti dei dirigenti del Consorzio Venezia Nuova, di politici e funzionari pubblici corrotti, NULLA E’CAMBIATO.

Anzi il C.V.N. ricomincia con la sua campagna propagandistica – come questa esposizione di una delle paratoie del  Mose e del jack-up (una speciale nave dal costo di 50 milioni di € che servirà per la manutenzione delle paratie), durante le giornate di “Arsenale aperto” – come se il sistema Mo.S.E. rappresentasse la più grande opera di ingegneria ambientale al Mondo – e non il più grande bidone del secolo.

 L’opera, già condannata da una Valutazione di Impatto Ambientale negativa, senza un progetto esecutivo edapprovata per stralci a suon di mazzette, doveva venire controllata dal Magistrato alle Acque, i cui ultimi Presidenti (arrestati e reo confessi) erano al soldo della cricca del Mo.S.E.

Ora il caso Mo.S.E. viene posto ad esempio nella lotta al malaffare dei colletti bianchi: L’Anticorruzione ha infatti chiesto e ottenuto dalla Prefettura di Roma, il 1 dicembre scorso, il Commissariamento del Consorzio Venezia Nuova,concessionario unico dei lavori per la salvaguardia della Laguna.

Ma quali sono i risultati di questo commissariamento?

   Il provvedimento è stato preso per finire l’opera (dicono entro il 2017 - il Governo ha appena stanziato altri 221 milioni di € per le dighe che alla fine dovrebbero costare 5,4 miliardi), ma dalle risultanze dell’inchiesta emerge con chiarezza chela cupola del Mose non aveva alcun bisogno di pagare tangenti per vincere gli appalti dei lavori, avendone - per legge - la concessione unica, cioè il monopolio degli studi, delle sperimentazioni, delle opere e persino dei controlli sulle opere stesse. I fondi neri, le mazzette, le retrocessioni di fatture false, le sponsorizzazioni e regalie, servivano in realtà per pagare i preposti al rilascio di pareri ed autorizzazioni (i vari via libera delle Commissioni regionali VIA e di Salvaguardia, i silenzi del Magistrato alle Acque, i vari passaggi tecnici ai ministeri e i via libera ai pagamenti del Cipe), nonché comprarsi il consenso in città.

Lo scandalo del Mose non è, o almeno non è solo, una storia di ordinaria corruzione.

   Il progetto Mose è stato scelto dal monopolista non perché il migliore, a confronto con altri, ma perché è il più costoso, nonché il più impattante sull’ambiente, e perché richiede una manutenzione la più costosa.

Numerose sono le criticità sul suo funzionamento che non sono state accertate: dalle cerniere (sono state scelte quelle saldate e non a fusione, perché più costose e prodotte dalla FIP del gruppo Mantovani, capofila del CVN, anche se meno sicure) al fenomeno della risonanza delle paratie, alla manutenzione stessa dal costo stratosferico di oltre 30 milioni annui, segnalate da studi indipendenti e prestigiosi (la società francesePrincipia ad esempio).

   Cosa stanno facendo i due commissari del Mose? Stanno accertando queste criticità? Hanno letto le migliaia di pagine dell’inchiesta della Magistratura con gli interrogatori dei costruttori che, per pagare la cupola del C.V.N., “giocavano” sul ferro e sul cemento dei cassoni e sui sassi dall’Istria per le scogliere e le lunate, travolte dalla prima mareggiata? Stanno accertando che i lavori siano stati realizzati a regola d’arte? Faranno un resoconto trasparente di quanto hanno trovato al CVN? Vige tuttora il 12% di oneri del concessionario riservati al CVN sul prezzo di ogni lavoro, una vera e propria tangente legalizzata per la cupola del Mose? Oppure i commissari chiederanno al Governo che almeno sia ridotto al 6%? Nomineranno un’Authority indipendente costituita da tecnici e scienziati super partes per un’ispezione su quanto hanno fatto e sulla possibilità di eventuali varianti in corso d’opera che evitino le criticità sul funzionamento delle paratie?  Oppure dobbiamo solo incrociare le dita e sperare che funzioni, dimostrando che sono stati sostituiti i vertici del malaffare, ma nulla ancora una volta cambia?

CHIEDIAMO UNA ISPEZIONE TECNICO/SCIENTIFICA E CONTABILE DA PARTE DI UN’AUTORITY INDIPENDENTE,qualificata sulle più recenti metodologie di analisi e modellazione,CHE VERIFICHI LA POSSIBILITA’ DI UNA VARIANTE IN CORSO D’OPERA,  VISTO CHE LA PARTE ELETTROMECCANICA PIU’ DELICATA E CHE NECESSITERA’ DELLA MANUTENZIONE PIU’ COSTOSA DEVE ANCORA ESSERE REALIZZATA.

Tratto da:

Occupata la paratoia del Mose