Francia - Contestata la linea Tav Lione Torino

3 / 12 / 2012

Dalla Loire-Atlantique alle Alpi, il fronte ambientalista si sta ampliando.

Il governo di Hollande non è ecologista, nonostante le valutazioni esplicitamente critiche e gli autorevoli pareri negativi della corte dei conti, vuole portare avanti le grandi opere a qualsiasi costo. Lunedi 3 dicembre a Lione, in occasione del summit Francia-Italia, il presidente francese incontrerà il presidente del consiglio Monti per confermare il progetto TAV in assoluta continuità con il suo predecessore Sarkozy. L'impegno viene sottoscritto dal ministro degli affari esteri che lo scorso 28 novemebre ha annunciato un progetto di legge che "autorizza l'approvazione dell'accordo per la realizzazione e l'utilizzo commerciale della nuova linea ferroviaria Lione-Torino".

A Lione un contro-vertice NO TAV per opporsi al cantiere transalpino

Comitati e amministratori locali, agricoltori e associazioni ambientaliste determinati a bloccare il progetto si sono dati appuntamento il 1° e 2 dicembre a Lione.

Collettivi francesi, italiani e svizzeri intendono rafforzare la cooperazione per contrastare il faraonico cantiere che prevede un tunnel sotto la catena di montagne comuni con lo scopo di incrementare il passaggio mercantile ferroviario.

Oltre al disastro ambientale, viene denunciato il costo esorbitante e il conflitto d'interessi che riguarda non solo i rapporti molto equivoci tra imprese appaltatrici e committenti ma anche la commissione pubblica d'inchiesta come ha dichiarato il sindaco savoiardo di Aix-les-Bains il quale sospetta la veridicità delle informazioni ufficiali a base delle decisioni prese fin dal 1991 per quella galleria che dovrebbe entrare in servizio entro il 2023 secondo le previsioni. Ma i lavori potrebbero slittare al 2028-29.

Il costo passato da 8,5 a 12 miliardi, incluso l'accesso al tunnel francese, poi successivamente salito a 26, 1 miliardi sembra confermare l'esigenza di rimettere in discussione il progetto come ha suggerito la Core dei conti lo scorso agosto: considerando " il forte aumento dei costi preventivi" dell'opera, si interroga sul fatto che il governo abbia "scartato senza indagare a fondo altre soluzioni alternative meno costose". Ma il governo dei socialisti è sordo e va avanti. Hollande intende chiedere soccorso allUnione europea per finanziare il 50% dei lavori preparatori e il 40% di quelli definitivi. Queste somme dovrebbero essere inserite nel futuro bilancio EU 2014-2020 già sottoposto alla cura del rigore. Quindi senza fondi europei sarà impossibile avanzare e finire i lavori che riguardano sia la galleria, che è più lunga di quella che attraversa la Manica, che gli assi stradali di accesso alla galleria. Nonché l'intero sistema dei trasporti da rendere coerente con l'asse ferroviario previsto, in particolare la tangenziale che andrebbe a perimetrare la vasta area urbana chiamata Grand Lyon. Si parla di decine di miliardi che peserebbero sui bilanci economici delle amministrazioni cittadine e di quella regionale.

Intanto nel bacino della Loire-Atlantique la "commissione uscita dal cilindro" del governo come dicono gli ecologisti che si oppongono al progetto dell'aeroporto a Notre-Dame-des-Landes è partita male. La commissione, che si è riunita in questi giorni per la prima volta, è stata decisa per fare una mediazione e "dialogare" ma è calata dall'alto senza discutere con i comitati che lottano contro il cantiere. La sua legittimità appare di conseguenza fortemente compromessa sia nel merito che nel metodo. D'altra parte, i collettivi cittadini sono stati informati dell' istituzione di una commissione governativa non dalle autorità amministrative direttamente coinvolte ma dai media e la considerano un' ulteriore forzatura.